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Gravidanza: quando preoccuparsi delle perdite di sangue?

Tracce ematiche sulla biancheria intima e perdite di sangue in gravidanza non sono mai da sottovalutare. Tuttavia, piccole tracce di sangue possono essere frequenti nei primi mesi di gestazione e possono non significare necessariamente che qualcosa non va con la gravidanza e il nascituro. 

Ne parliamo con il dottor Alessandro Bulfoni, responsabile di Ostetricia e Ginecologia di Humanitas San Pio X.

Emorroidi o ragadi

Talvolta piccole tracce di sangue sulla biancheria intima possono essere causate da emorroidi o ragadi, specie nelle donne che durante la gravidanza tendono a soffrire di stitichezza. Niente di cui allarmarsi se l’entità del sanguinamento è lieve, la frequenza è sporadica, e non sono presenti altri sintomi come dolore a livello addominale. Per una maggiore tranquillità ci si può rivolgere al proprio medico o al ginecologo.

Minaccia d’aborto

Nel primo trimestre di gravidanza, se le perdite ematiche sono abbondanti e di colore rosso vivo e sono presenti crampi e dolore al ventre, è fondamentale rivolgersi all’ospedale perché potrebbero essere segnali di una minaccia di aborto o di un aborto in atto. La tempestività dell’intervento medico è importante per verificare la situazione e controllare le condizioni del feto con un’ecografia. 

In molti casi, grazie ad esperti nelle patologie ostetriche e a un intervento tempestivo, è possibile scongiurare la minaccia d’aborto con farmaci per bloccare le contrazioni e per favorire l’impianto dell’embrione in utero. In genere, alla donna viene poi raccomandato il riposo, l’astensione dai rapporti sessuali, e in alcuni casi può essere necessario anche il ricovero in ospedale per continuare il monitoraggio. 

Minaccia di aborto tardivo o parto pretermine

Se le perdite di sangue avvengono nel secondo trimestre, si parla di minaccia di aborto tardivo. Dalla 24^ settimana invece, specie in presenza di contrazioni uterine, potrebbe trattarsi di parto pretermine, una situazione che richiede l’intervento di ginecologi e neonatologi in strutture attrezzate per la gestione dell’immaturità polmonare e quindi respiratoria del neonato pretermine, nel caso ci fosse un reale rischio di parto imminente. Sia che si tratti di minaccia di aborto tardivo o di parto pretermine, in entrambi i casi contattare in breve tempo il proprio ginecologo e recarsi in una struttura ospedaliera dotata di pronto soccorso ostetrico e di un percorso nascita.

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