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Sindrome dell’ovaio policistico: cos’è, sintomi e gestione con la dieta

La sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) è un disturbo frequente nella popolazione femminile in età riproduttiva, caratterizzato da squilibri ormonali e problematiche metaboliche. I sintomi principali includono irregolarità mestruali, irsutismo e difficoltà al concepimento che, in molti casi, possono trarre beneficio, a livello metabolico e ormonale, da diete mirate come la dieta chetogenica.

Ne parliamo con le specialiste di Humanitas San Pio X, la dottoressa Diana Pettinato, ginecologa, e la dottoressa Maria Bravo, biologa nutrizionista.

Cos’è la sindrome dell’ovaio policistico

La sindrome dell’ovaio policistico è una disfunzione endocrina complessa che colpisce l’8-20% delle donne in età fertile. La PCOS in alcuni casi può essere caratterizzata da insulino-resistenza e obesità che, creando un circolo vizioso, portano a un aumento degli androgeni circolanti, che a loro volta inibiscono l’ovulazione.

La diagnosi di PCOS si basa su alcuni criteri diagnostici, tra cui la presenza contemporanea di almeno due delle tre condizioni: cicli mestruali irregolari o assenti (anovulazione cronica o oligovulazione), elevati livelli di ormoni maschili e ovaie policistiche all’ecografia. È importante sottolineare che la sindrome dell’ovaio policistico è caratterizzata da uno spettro di sintomi differenti e non sempre tutti contemporaneamente presenti o uguali per tutte le persone, che possono coinvolgere diversi aspetti della vita femminile.

Sindrome dell’ovaio policistico: i sintomi

I sintomi della sindrome dell’ovaio policistico possono essere suddivisi in: 

  • sintomi ormonali: irregolarità mestruale come cicli mestruali molto distanziati (oligomenorrea), assenza completa di mestruazioni (amenorrea) o cicli imprevedibili; l’iperandrogenismo, ovvero l’eccesso di ormoni maschili circolanti, che si manifesta invece con sintomi come irsutismo, cioè la crescita eccessiva di peli su viso, petto, schiena, acne persistente e alopecia androgenetica (diradamento dei capelli tipico dei maschi). 
  • sintomi metabolici: insulino-resistenza, presente in una percentuale elevata di donne con PCOS indipendentemente dal peso corporeo, che predispone allo sviluppo di diabete mellito di tipo 2, con un rischio aumentato di 4-7 volte rispetto alla popolazione generale; dislipidemia con elevati livelli di trigliceridi e colesterolo LDL, e ridotti valori di colesterolo HDL, con maggior rischio di malattie cardiovascolari.
  • sintomi dermatologici e psicologici: acne e alopecia, nelle persone con PCOS, possono portare a elevati livelli di ansia, depressione e disturbi dell’immagine corporea.

Alimentazione e PCOS: quali sono le diete più efficaci?

La modifica dello stile di vita, in particolare con l’alimentazione, rappresenta la terapia medica di prima linea nel controllo dei sintomi della PCOS e nella prevenzione delle complicanze a lungo termine. La dieta ha lo scopo principale di migliorare la sensibilità insulinica e ridurre il peso corporeo: studi recenti, infatti, dimostrano che una perdita di peso anche modesta (5-10% del peso corporeo iniziale), può determinare miglioramenti significativi nel profilo metabolico, nella regolarità mestruale e nella fertilità.

Tuttavia, è importante sottolineare che la gestione della PCOS con il trattamento dietetico deve essere sempre condotta sotto supervisione medica specialistica tenendo in considerazione le caratteristiche individuali della persona, la presenza di comorbidità metaboliche come ad esempio, il diabete, e gli obiettivi terapeutici individuali (controllo dei sintomi iperandrogenici, ricerca di gravidanza, prevenzione cardiovascolare). 

Diversi modelli dietetici hanno dimostrato di avere effetti benefici sulla gestione e il controllo dei sintomi della PCOS. Ad esempio:

  • Dieta mediterranea, caratterizzata da elevato consumo di verdure fresche, legumi, pesce, noci, cereali integrali, uso moderato di olio extravergine d’oliva e frutta zuccherina, e un ridotto apporto di carni rosse e alimenti processati, ha mostrato benefici documentati nel miglioramento dell’infertilità e del profilo metabolico nelle donne con PCOS.
  • Dieta DASH (Dietary Approaches to Stop Hypertension), originariamente sviluppata per il controllo dell’ipertensione, si è rivelata particolarmente efficace nel ridurre l’insulino-resistenza e nel migliorare il profilo ormonale, con riduzione degli androgeni e dell’ormone anti-mülleriano.
  • Restrizione calorica: indipendentemente dalla composizione in macronutrienti, è una terapia dietetica efficace per la riduzione dell’insulino-resistenza e il miglioramento della composizione corporea nelle donne con PCOS.
  • Dieta chetogenica a bassissimo contenuto di carboidrati (o Very Low-Calorie Ketogenic Diet) si basa sulla gestione dei livelli glicemici direttamente influenzati dall’assunzione di carboidrati, e sulla regolazione della secrezione insulinica da parte del pancreas. La dieta chetogenica è un protocollo nutrizionale in cui l’apporto di carboidrati viene drasticamente ridotto a meno di 30 grammi al giorno allo scopo di indurre l’organismo a utilizzare i grassi come fonte energetica primaria – con conseguente produzione di corpi chetonici (chetoni) – al posto del glucosio dai carboidrati. I corpi chetonici agiscono come potenti regolatori dell’appetito, riducono la formazione di nuovi grassi e aumentano la degradazione dei grassi presenti (lipolisi), favorendo un bilancio energetico negativo e la perdita di peso. 

È fondamentale sottolineare però che la dieta chetogenica deve essere considerata come un trattamento a breve termine della PCOS e deve essere prescritta e attentamente monitorata da un medico o da nutrizionista esperti. È pertanto altamente sconsigliato iniziare una dieta chetogenica “fai da te” senza aver prima consultato uno specialista. 

Ostetricia E Ginecologia
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