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Anca, ginocchio, caviglia: chirurgia simultanea per evitare interventi futuri

Ci siamo abituati a sentir parlare di anca, ginocchio e caviglia come articolazioni mai in relazione l’una con l’altra. La realtà è che sono articolazioni che fanno parte dello stesso arto, la gamba, e quando una parte si ammala, è tutto l’arto a soffrire, specie per le donne. E’ il nuovo paradigma nel trattamento delle patologie dell’arto inferiore, presentato con il nome di chirurgia simultanea dal dottor Federico D’Amario, Federico Della Rocca e Federico Usuelli di Humanitas San Pio X, durante il webinar “Artrosi di caviglia e deformità sovrasegmentarie: esiste una precedenza?” organizzato da Sispec (società italiana di chirurgia del piede e della caviglia) e Sife (società italiana di fissazione esterna). 

Anca, ginocchio e caviglia, insieme per risparmiare interventi invasivi

«Fino ad oggi la super specializzazione ha fatto sì che il paziente con deformità multifocali, ovvero con patologie che hanno effetti su più articolazioni della gamba, venisse curato un’articolazione alla volta – dice il dottor Federico Usuelli, chairman del webinar e responsabile del reparto di chirurgia della caviglia e del piede -. Il limite di questa scelta è che a volte, e in alcuni pazienti, può capitare che intervenendo sul disallineamento di un ginocchio, per esempio, ne soffrono l’anca e il piede. Questo, nel tempo, può esporre il paziente al rischio di interventi più invasivi all’anca o al ginocchio. Invece, una valutazione e una chirurgia simultanea alle articolazioni interessate permette al paziente di risolvere il problema in un unico intervento, e recuperare velocemente grazie a protocolli fast track». 

Difetti multifocali: donne più a rischio, la correzione è simultanea

«Vale più per le donne rispetto agli uomini, a causa della prevalenza tra le donne del morfotipo valgo, ovvero quel disallineamento delle ginocchia che dà la forma a X – continua il dottor Federico D’Amario -. Infatti, il movimento adduttorio rivolto verso l’interno del ginocchio può avere effetti su una caviglia già pronata o sull’anca. In realtà la catena cinetica o comunque la biomeccanica in un’anca valga, con ginocchio valgo e sindrome pronatoria della caviglia determinano un sovraccarico interno che porta ad un’usura più precoce dell’articolazione, con manifestazione di sindrome artrosica anche in giovane età». 

«Disallineamenti del ginocchio possono associarsi a una prevalenza della displasia dell’anca, al valgismo bilaterale dell’anca, e così via – aggiunge il dottor Federico Della Rocca -. Intervenire in modo simultaneo per correggere i difetti, dove presenti, prima che si manifestino i segni dell’artrosi ha l’obiettivo di risparmiare dolore al paziente e permettergli di recuperare in breve tempo una migliore qualità di vita. E soprattutto, evitare interventi di protesi successivi negli anni».

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