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Cancro colorettale: quale intervento è indicato per gli anziani?

Il cancro del colon-retto è uno dei tumori più comuni in tutto il mondo. Negli ultimi anni è migliorato il tasso di sopravvivenza delle persone con tumori del colon-retto, grazie agli sviluppi dei trattamenti medici e delle tecniche chirurgiche robotiche.

Approfondiamo l’argomento con il professor Jacques Lucien Megevand, responsabile di Chirurgia Generale e del Centro del Pavimento Pelvico di Humanitas San Pio X. 

Tumore colorettale: laparoscopia e robotica a confronto

I progressi della chirurgia hanno permesso di diffondere l’uso di tecniche chirurgiche minimamente invasive, come gli approcci laparoscopici e robotici, per interventi complessi in cui è necessario resecare, cioè tagliare, segmenti di intestino malati, come nel caso del cancro del colon-retto. La chirurgia, infatti, è il trattamento standard più efficace per il tumore del colon-retto, soprattutto negli stadi iniziali della malattia.

La resezione colorettale laparoscopica e quella robotica sono tecniche che offrono ai pazienti risultati a breve termine migliori rispetto alla chirurgia cosiddetta a cielo aperto, con meno dolore post-operatorio, recupero più rapido di tutte le funzioni fisiologiche e dell’alimentazione, degenza più breve e un migliore risultato estetico, oltre ad essere equivalenti alla chirurgia aperta sotto il profilo oncologico

Quali vantaggi della chirurgia robotica negli anziani?

Come dimostrato da diversi studi scientifici, i sistemi robotici permettono una resezione più precisa dei tessuti malati, perché offrono al chirurgo una migliore visione 3D (tridimensionale) e ingrandita dell’area da operare, una grande stabilizzazione dei tremori fisiologici, anche minimi, della mano umana, e una maggiore capacità di arrivare in aree difficili da raggiungere senza il braccio robotico. 

Proprio per queste caratteristiche, la chirurgia robotica è indicata anche nei pazienti anziani e molto anziani, che devono sottoporsi a resezione per cancro colorettale. Come evidenziato anche dagli studi clinici sugli ottuagenari, la chirurgia robotica su questi pazienti si associa a una minore perdita di sangue intraoperatoria e una durata media della degenza ridotta, fattori particolarmente importanti in queste persone. Infatti, una lunga ospedalizzazione o un lungo periodo trascorso a letto, a causa di anemizzazione ad esempio, possono comportare per questa popolazione di pazienti, gravi conseguenze quali un aumentato rischio di trombosi polmonare, ulcere cutanee da decubito, confusione mentale. 

Il sistema robotico Da Vinci è in uso, per questo tipo di operazioni, da molti anni presso Humanitas San Pio X.

Responsabile di Chirurgia Generale

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