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Incontinenza fecale: cosa fare in caso di perdite di feci e gas?

Chi soffre di perdita involontaria di feci e gas intestinali può sentirsi in imbarazzo e, spesso, non ne parla neppure al proprio medico. Tuttavia, l’incapacità di trattenere gas e feci, disturbo chiamato incontinenza fecale, può essere curato.

Ne parliamo con il dottor Andrea Rusconi, chirurgo generale del Centro del Pavimento pelvico in Humanitas San Pio X.

Quali sono le cause dell’incontinenza fecale?

L’incontinenza fecale è una condizione molto più comune di quanto si possa pensare in quanto le numerose persone affette tendono a nascondere il problema. L’incontinenza può essere associata a patologie della zona anorettale e del pavimento pelvico. La presenza di condizioni cliniche quali neoplasie anorettali, prolasso rettale e/o multicompartimentale possono essere alla base della perdita o dell’insufficiente capacità di controllare lo stimolo alla defecazione. Inoltre, l’incontinenza fecale può essere secondaria a interventi chirurgici particolarmente demolitivi sulla pelvi (tumori al colon-retto, ano, prostata, utero e ovaie), interventi all’apparato genitale maschile e femminile e all’ano anche per patologie benigne, secondaria a trattamento radiante per tumori seguito o meno da interventi chirurgici particolarmente demolitivi pelvici.

Da non dimenticare l’incontinenza da lesioni muscolari conseguenti ad un danno da parto, maggior causa di incontinenza nel sesso femminile. Tutte queste condizioni possono alterare le funzioni delle strutture muscolari e nervose deputate al complesso meccanismo della continenza. Non infrequentemente l’incontinenza fecale si accompagna all’incontinenza urinaria.

Le patologie associate all’incontinenza fecale sono numerose e diverse tra loro e identificare in modo preciso la causa alla base di questo problema è importante per trovarne la giusta cura. 

Come si può diagnosticare la perdita involontaria di gas e feci?

Parlarne apertamente e senza imbarazzo con il proprio medico di fiducia è il primo passo per iniziare un percorso diagnostico-terapeutico con uno specialista. Nell’incontinenza fecale è fondamentale studiare le cause con un percorso diagnostico mirato che si avvale di una visita specialistica accurata, di numerosi esami quali la manometria anorettale, l’ecografia endoanale, i test neurofisiologici (EMG perineale, PESS e studio della latenza del nervo pudendo) allo scopo di definire una terapia o un percorso di trattamento. Infatti, in presenza di disturbi della continenza fecale è importante valutare eventuali lesioni muscolari e/o nervose, studiare la pressione esercitata dalla muscolatura pelvica e sfinterica oltre al rilassamento muscolare (riflesso retto-anale inibitorio) durante il ponzamento, ovvero l’atto di espellere le feci.

Come si cura l’incontinenza fecale?

Il trattamento dell’incontinenza va inteso come un percorso multidisciplinare che vede coinvolte numerose figure professionali quali il chirurgo colo-rettale, il neurologo, l’uroginecologo e il fisioterapista. Una volta inquadrata la tipologia e il grado di incontinenza, il trattamento può essere conservativo o chirurgico: la terapia meno invasiva di cui disponiamo è la fisioterapia, il Biofeedback e la riabilitazione pelvi perineale che, attraverso specifici esercizi e stimolazioni permette di riabilitare e rinforzare la muscolatura recuperando la funzione contenitiva. In caso di fallimento di questa terapia, oppure in presenza di prolassi e/o lesioni muscolari per cui c’è l’indicazione al trattamento chirurgico, l’intervento rimane un’opzione da proporre ai pazienti. 

Numerosi sono i tipi di interventi possibili, scelti in base alle problematiche specifiche individuate in fase diagnostica. Nei casi in cui sia indicato un trattamento poco invasivo che offre frequentemente buoni risultati, si effettua l’impianto di un neuromodulatore sacrale, una sorta di pacemaker che stimola l’attività nervosa e muscolare promuovendo una risoluzione o un miglioramento dei sintomi da incontinenza.

Chirurgia Generale

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