Nel tennis, come in altri sport che richiedono movimenti esplosivi e ripetuti, può capitare di avvertire un dolore acuto al fianco o nella zona bassa degli addominali. Si tratta di sintomi che, spesso, si riferiscono a lesioni dei muscoli della parete addominale.
Approfondiamo l’argomento con il dottor Alberto Dehò, Responsabile di Fisiatria di Humanitas San Pio X.
Infortuni della parete addominale: cause e sintomi
Le lesioni addominali non sono rare tra i tennisti, sia dilettanti che professionisti. Possono presentarsi a seguito di un movimento improvviso, mal compensato, o per un sovraccarico ripetuto nel tempo, soprattutto se non si è ben allenati o se si trascura il riscaldamento. In particolare, nel tennis, i muscoli retti dell’addome, gli obliqui e il trasverso lavorano in modo intenso durante ogni colpo, specialmente nei servizi o nei rovesci a due mani. Si tratta di muscoli fondamentali per la stabilità del tronco, la trasmissione della forza alle braccia e la protezione degli organi interni e, quando vengono sollecitati in modo eccessivo o scorretto, possono lesionarsi.
Tra le cause principali delle lesioni della parete addominale, oltre a torsioni brusche durante il servizio, si trovano anche squilibri muscolari, stress e fatica muscolare che riducono la coordinazione e aumentano il rischio di stiramenti, la mancanza di riposo tra gli allenamenti, e un core non adeguatamente tonico.
A volte, il dolore si manifesta in modo sottile e progressivo; in altri casi, arriva come una fitta improvvisa, simile a uno strappo, che costringe a fermarsi e ripiegarsi sul fianco. Il primo segnale è spesso un dolore localizzato che aumenta durante il movimento, soprattutto nei colpi rotatori o nell’estensione del busto. È importante non sottovalutare questi segnali: continuare a giocare con un dolore ai muscoli addominali può peggiorare la lesione.
Come riconoscere e curare le lesioni addominali?
Una valutazione medica è essenziale per capire la cause del dolore addominale e se si tratta di un infortunio addominale da sport. Sulla base dei sintomi riferiti e della valutazione clinica, lo specialista potrebbe richiedere esami strumentali come ecografia o risonanza magnetica per individuare con precisione l’entità e le cause della lesione. A volte, infatti, il dolore addominale può essere confuso con problemi legati all’anca, alla colonna lombare o agli organi interni, come nel caso di sport hernia. Per questo motivo è fondamentale un inquadramento diagnostico accurato, soprattutto nei casi di dolore persistente o recidivante.
In caso di dolore, il primo passo è sospendere l’attività sportiva per evitare che il danno peggiori. La durata del riposo varia in base alla gravità della lesione: può bastare una settimana, ma nei casi più seri possono essere necessari tempi più lunghi. Spesso possono essere utilizzati anche ghiaccio, farmaci antinfiammatori, se prescritti dal medico, terapie fisiche come la tecarterapia o il laser, per accelerare la guarigione.
Superata la fase acuta è importante iniziare un percorso di riabilitazione personalizzato, con l’obiettivo non solo di guarire, ma di prevenire le ricadute, lavorando sulla postura, sull’equilibrio muscolare e sulla tecnica di gioco.
Quando si può tornare a giocare?
Il rientro in campo deve essere graduale e controllato secondo un programma condiviso di rientro allo sport (back to sport). In genere, si può tornare a giocare a tennis quando il dolore è completamente scomparso, la forza muscolare è tornata simmetrica e il gesto tecnico può essere eseguito senza fastidi.
La visita fisiatrica è un esame volto a valutare, in un’ottica di riabilitazione e recupero delle funzioni del paziente, lo stato di salute globale della persona che presenta condizioni problematiche dal punto di vista ortopedico, neurologico e respiratorio.
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