Lo snowboard è uno sport invernale che prevede movimenti fluidi e dinamici, corpo orientato di lato rispetto alla direzione di marcia, controllo dei movimenti con il tronco ed equilibrio mantenuto con le braccia su una tavola a cui sono fissati entrambi gli scarponi. Proprio questa posizione è la causa di un tipo di cadute e infortuni caratteristico dello snowboard.
Ne parliamo con gli specialisti in ortopedia di Humanitas San Pio X, il dottor Federico D’Amario, responsabile di Chirurgia e Protesica di anca e ginocchio, il dottor Andrea Lisai, referente di Chirurgia di spalla, il dottor Giorgio Pivato, responsabile di Chirurgia della Mano e Microchirurgia ricostruttiva.
Cos’è lo snowboard
Lo snowboard è una disciplina sportiva invernale, presente anche nelle olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026, che prevede la discesa su superfici innevate utilizzando una tavola rigida, alla quale entrambi gli scarponi sono fissati mediante attacchi che immobilizzano i piedi in posizione trasversale rispetto alla direzione di marcia. Il controllo della traiettoria avviene attraverso movimenti combinati di caviglie, ginocchia, anche e tronco, che permettono di modulare la pressione sui bordi della tavola e generare variazioni di direzione, velocità e stabilità. Dal punto di vista biomeccanico lo snowboard richiede un continuo adattamento posturale per mantenere l’equilibrio e assorbire le irregolarità del terreno, rendendolo una disciplina a elevata richiesta propriocettiva e neuromuscolare.
Quali sono gli infortuni più comuni nello snowboard?
- Polso
La frattura dello scafoide carpale, conosciuta anche come “polso dello snowboarder”, è uno dei traumi più frequenti quando si cade e si cerca di attutire l’impatto appoggiando la mano a terra. Lo scafoide è un piccolo osso del polso, situato vicino al pollice: nonostante l’utilizzo di speciali guanti da snowboarder, se compare dolore alla base del pollice, spesso accompagnato da gonfiore e difficoltà a usare la mano, è bene rivolgersi a uno specialista per la valutazione dell’entità del trauma. Infatti, una frattura non diagnosticata e non curata adeguatamente – talvolta è sufficiente un periodo di riposo – può evolvere in dolore cronico o, nella peggiore delle ipotesi nella mancata guarigione dell’osso interessato dal trauma.
- Spalla
Cadere in avanti o cercare di proteggersi dalla caduta con il braccio in avanti può provocare lussazione o sublussazione della spalla, cioè la perdita di contatto tra la testa dell’omero e la cavità glenoidea. Quando succede il dolore è intenso e improvviso, il braccio si muove con difficoltà e, nella lussazione completa, la spalla assume una forma diversa dal normale. Alcune persone avvertono anche formicolii o sensazioni di debolezza al braccio.
Le cadute laterali o gli impatti diretti con oggetti o altri snowboarder possono causare contusioni e fratture della clavicola o della parte superiore dell’omero (trochite). In questo caso si presenta un dolore ben localizzato, peggiorato dal movimento del braccio, talvolta associato a una deformità visibile. In entrambi i casi è fondamentale chiamare i soccorsi ed essere valutati da esperti in un ambiente medico quale il Pronto Soccorso per riposizionare la spalla in caso di lussazione e diagnosticare eventuali danni alle strutture adiacenti (tendini, ossa).
- Ginocchio
Negli atterraggi dopo un salto o quando si perde improvvisamente l’equilibrio, lesioni ai menischi e al legamento crociato anteriore (LCA) sono piuttosto frequenti. In caso di lesione, in genere compare dolore, spesso gonfiore, difficoltà a stare in piedi, può presentarsi la sensazione di “cedimento” e risultare doloroso nei movimenti di torsione.
Snowboard: i trattamenti in caso di infortunio
Il trattamento dipende dal tipo di trauma. Le contusioni e le distorsioni più lievi richiedono riposo, ghiaccio e, in caso di gonfiore, elevazione dell’arto e compressione con un bendaggio. È sempre importante non sottovalutare un trauma e i trattamenti fai-da-te: infatti, solo lo specialista può valutare eventuali lesioni delle strutture adiacenti il trauma, terapie farmacologiche e programmi di fisioterapia per recuperare movimento, forza ed elasticità.
Le fratture, come quelle dello scafoide o della clavicola, richiedono una valutazione ortopedica e spesso un periodo di immobilizzazione con tutore o gesso. Alcune situazioni, come le fratture complesse o instabili, possono richiedere un intervento chirurgico per garantire una guarigione corretta dell’osso.
Nel caso delle lussazioni di spalla, il primo trattamento è la riduzione della lussazione, cioè la manovra per riportare l’articolazione in sede, da eseguire esclusivamente da personale sanitario. Dopo un breve periodo di immobilizzazione, nei pazienti giovani o negli sportivi, se le lussazioni tendono a ripetersi, può essere indicato un intervento di stabilizzazione in artroscopia (intervento di Bankart) oppure con tecnica “open” (intervento di Latarjet).
Anche per le lesioni del ginocchio, come quelle del legamento crociato o dei menischi, la valutazione ortopedica è fondamentale per confermare la diagnosi. Alcune lesioni possono essere gestite con la fisioterapia, mentre altre possono richiedere un intervento chirurgico artroscopico. In entrambi i casi, la riabilitazione è fondamentale per riprendere a camminare e tornare a praticare sport in sicurezza.
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