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Tumori ginecologici: in quali casi l’intervento chirurgico è la prima terapia?

Nell’ambito del trattamento dei tumori ginecologici, la chirurgia riveste un ruolo fondamentale avendo una triplice funzione di diagnosi, di stadiazione della malattia e di terapia. 

Ne parliamo con il Dr. Fabio Martinelli, responsabile dell’Unità Operativa di Ginecologia Oncologica Chirurgica di Humanitas San Pio X.

Quando la chirurgia è la prima terapia nei tumori ginecologici?

L’intervento chirurgico rappresenta, spesso, il primo momento nella diagnosi di tumori ginecologici. Per esempio, in presenza di masse tumorali annessiali, cioè negli annessi uterini quali ovaie, tube di Falloppio e tessuti connettivi circostanti, e nei casi di sospetto di tumore ovarico, la chirurgia con approccio mini-invasivo o laparotomico consente lo studio e la valutazione globale dell’addome e degli organi pelvici (utero ed annessi) e permette di definire l’origine e la natura di quanto riscontrato. In caso di positività, ovvero qualora venga confermata una malattia oncologica, la chirurgia ginecologica oncologica effettuata da mani esperte, ha l’obiettivo di asportare tutti i tessuti e strutture macroscopicamente interessati dalla malattia tumorale, o, in assenza di diffusione extra-organo (metastasi), permette un’adeguata stadiazione del tumore. 

Nel tumore dell’endometrio, il tumore ginecologico più frequente nel nostro Paese, la chirurgia endoscopica consente sia la diagnosi (isteroscopia operativo/diagnostica) che il trattamento (laparoscopia) mediante l’asportazione dell’utero, degli annessi e dei linfonodi sentinella. La sola chirurgia ha un ruolo curativo in oltre l’80% dei casi. 

Nei tumori della cervice iniziali, come anche nei tumori della vulva, la chirurgia ha un ruolo diagnostico-terapeutico. Si tratta di interventi che richiedono esperienza specifica, da parte dello specialista, in chirurgia radicale e chirurgia dei linfonodi, specialmente nelle metodiche di linfonodo sentinella.

In cosa consiste la chirurgia nei tumori ginecologici?

La chirurgia dei tumori ginecologici dipende dal tipo di tumore, dalla valutazione multidisciplinare effettuata da un team di esperti e discussa con la paziente, dall’età e dal desiderio di avere figli della donna. Nella maggioranza dei casi di tumori dell’utero (endometrio) o di tumori ovarici iniziali, l’intervento chirurgico è mini-invasivo effettuato con tecnica laparoscopica o robotica, a seconda dei casi, e prevede incisioni di pochi millimetri a livello dell’addome allo scopo di introdurre una telecamera e strumenti miniaturizzati per lo studio dell’addome e degli organi pelvici (utero e annessi) e per l’esecuzione dell’intervento.

Quando risulta indicata l’isterectomia totale, ovvero la rimozione di utero, eventualmente associata all’asportazione di tube, ovaie e i linfonodi sentinella, l’estrazione di questi tessuti avviene per via vaginale, salvo in casi di anomalie o di eccessive dimensioni dell’utero. La rimozione viene effettuata in modo da mantenere integri i pezzi anatomici al fine dell’analisi anatomo-patologica necessaria per la corretta stadiazione del tumore. Questo passaggio è fondamentale per definire l’eventuale necessità di ulteriori trattamenti (radioterapia, terapia medica). 

Nei casi di tumore della cervice uterina l’approccio standard è laparotomico con incisione cutanea che può essere sia longitudinale ombelico-pubica che trasversale, tipo cesareo, e consiste nell’asportazione radicale dell’utero, dei linfonodi sentinella e/o l’asportazione radicale dei linfonodi pelvici.

In caso di masse annessiali di grandi dimensioni o in caso di malattia diffusa riscontrata prima o durante l’intervento, la chirurgia prevede l’asportazione di tutta la malattia macroscopicamente evidenziabile, con un’incisione cutanea (taglio) sovente longitudinale dal pube fino allo sterno. Oltre all’asportazione di utero, tube e ovaie, possono essere necessarie altre procedure, tra cui l’asportazione della aree di peritoneo con interessamento di malattia (peritonectomia) dalla pelvi fino al diaframma, l’omentectomia, ovvero l’asportazione totale o parziale dell’omento, una tessuto grasso che ricopre l’intestino, l’asportazione della milza (splenectomia), la resezione del diaframma e/o di fegato e/o dell’intestino, l’asportazione di linfonodi.

Fondamentale, in caso di diagnosi di tumori ginecologici, è rivolgersi a centri specializzati in cui si trovano specialisti in chirurgia ginecologica oncologica, ginecologia oncologica e un team multidisciplinare che prende in carico la donna dalla diagnosi alla terapia, anche con protocolli e farmaci innovativi.

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