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Varicocele: è sempre necessario l’intervento chirurgico?

Il varicocele è una delle patologie del testicolo più comuni che sembra coinvolgere 1 maschio su 8 nell’età della pubertà. Spesso asintomatico, tuttavia il varicocele va diagnosticato e curato perché può essere tra le cause di infertilità maschile. Esistono numerose tecniche chirurgiche e radiologiche per correggere il varicocele. 

Ma cos’è il varicocele, come si cura, ed è sempre necessario l’intervento? Ne parliamo con il dottor Dario Poretti, responsabile medico di Diagnostica per immagini di Humanitas San Pio X.

Cos’è il varicocele?

«Il varicocele è un rigonfiamento anomalo delle vene del testicolo, più frequentemente il sinistro, causato dal reflusso di sangue che dalla vena renale sinistra va al testicolo e causa l’aumento della pressione nelle vene del funicolo spermatico – spiega l’esperto -. L’aumento della pressione dilata le grosse vene all’interno dello scroto (la sacca che contiene i testicoli) che aumenta di temperatura, può dare dolore al testicolo, talvolta si può percepire un abbassamento del testicolo interessato rispetto all’altro».

Varicocele: è sempre necessario l’intervento per curarlo?

«La presenza di dolore al testicolo, abbassamento o gonfiore delle vene testicolari va prima diagnosticata con la visita specialistica e gli esami strumentali per escludere altre patologie – prosegue l’esperto -. Diagnosticato il varicocele, le tecniche chirurgiche e radiologiche per risolvere il varicocele sono numerose.

Oggi, l’embolizzazione delle vene responsabili del reflusso di sangue all’interno del testicolo, la causa del varicocele, è una procedura mininvasiva, alternativa alla rimozione chirurgica del varicocele, che si può effettuare in ambulatorio angiografico con anestesia locale. Per embolizzazione si intende la chiusura dei vasi sanguigni responsabili dell’ipertensione testicolare, grazie a sostanze embolizzanti o sclerosanti veicolate attraverso un catetere, inserito all’interno della vena brachiale o femorale, incannulata dal braccio o dall’inguine, introdotto fino al testicolo sotto controllo radiologico. La procedura dura 20 minuti, in cui il paziente non avverte alcun dolore; dopo la procedura, invece, potrebbe avvertire fastidio e per qualche ora potrebbe esserci gonfiore e arrossamento del testicolo trattato; tuttavia, il giorno dopo la procedura, il paziente può tornare alla propria vita e attività quotidiana».

Specialista in Radiodiagnostica

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