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Risonanza magnetica multiparametrica prostata (Fusion Biopsy)


Che cos’ è?

La Fusion Biopsy è una nuova tecnica, impiegata nel sospetto di tumore prostatico, che combina le immagini della Risonanza Magnetica (RM) con quelle ecografiche 3D, simulando il tragitto della biopsia, modificandolo all’occorrenza, e registrando ogni singolo step.

Dopo la fusione delle immagini, la zona segnalata dalla Risonanza Magnetica come la più sospetta, compare come un bersaglio nell’immagine ricostruita in 3D, permettendo al medico di indirizzare la biopsia prostatica precisamente verso lo specifico punto da esaminare, senza andare a colpire altre zone.

A cosa serve?

La Fusion Biopsy serve a registrare una mappa tridimensionale delle biopsie alla prostata eseguite, ricostruendo con precisione il volume e la localizzazione del tumore.

Quali sono i vantaggi dell’esame?

La grande precisione di questa tecnica diagnostica consente di evitare di prelevare tessuto più volte dalla stessa zona e di visionare nel dettaglio le zone risultate sospette alla RM. La mappa tridimensionale delle biopsie eseguite, unitamente ai risultati dell’esame istologico, permette poi di ricostruire con discreta approssimazione la localizzazione e il volume del tumore. Tramite questi dati e la determinazione del grado di malignità del tumore, è possibile stabilire la categoria di rischio a cui appartiene quello specifico tumore.

Quando si conosce il grado di rischio, il trattamento può essere pianificato con una sicurezza molto maggiore: ad esempio, di fronte a un tumore piccolo a basso grado di malignità, è possibile ricorrere anche alla semplice sorveglianza attiva, mentre di fronte a un tumore di 1-2 cm., con un grado di malignità anche solo intermedio, sarà necessario intervenire chirurgicamente o con la radioterapia.

Quanto dura l’esame?

In media la Fusion Biopsy dura circa 40 minuti

Quali sono le norme di preparazione?

Per la preparazione è importante coinvolgere il proprio medico di famiglia per la prescrizione o la sostituzione/sospensione di eventuali farmaci. Due giorni prima dell’esame, il paziente dovrà assumere terapia antibiotica preventiva (chinolinici o simili a dose piena), sospendere per tempo un’eventuale terapia in atto con antiaggreganti (aspirina, ecc.) o anticoagulanti per ridurre al minimo il sanguinamento durante o dopo l’esame, valutando la possibilità di una terapia alternativa con eparina a basso peso molecolare.

Va ricordato che, il giorno dell’esame, il paziente dovrà portare con sé i precedenti esami ecografici (anche se eseguiti in altra sede), gli esiti degli esami di laboratorio (Emocromo completo, Tempo di protrombina (PT), Tempo di tromboplastina parziale (PTT) e il valore dell’ultimo PSA, oltre a un Elettrocardiogramma (ECG) recente in caso di cardiopatia. Il giorno dell’esame, il paziente dovrà firmare il consenso informato all’indagine diagnostica-terapeutica.

La sera precedente l’esame il paziente dovrà eseguire un clistere; il giorno dell’esame, il paziente potrà consumare una colazione leggera (per questo esame non è necessario stare a digiuno né avere la vescica piena). Dopo l’esame, il paziente dovrà stare a riposo ed assumere abbondante quantità di liquidi (circa 2 litri).