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Tomoscintigrafia miocardica di perfusione


Che cos’è la Tomoscintigrafia miocardica di perfusione?

La Tomoscintigrafia miocardica di perfusione è un esame che permette di evidenziare e quantificare le regioni del cuore che presentano un ridotto apporto di sangue quando sono sottoposte ad uno sforzo (ischemia) o quelle regioni di cuore che sono già andate incontro ad un episodio ischemico severo e prolungato (infarto miocardico).

L’esame consente, inoltre, di fornire informazioni sulle dimensioni e la funzionalità del cuore.

A che cosa serve l’esame?

Questo esame viene impiegato per:

  • valutare presenza, sede, estensione e severità di malattia coronarica (ischemia inducibile)
  • valutare presenza, sede, estensione, severità di infarto del miocardio
  • valutare il significato clinico di una lesione coronarica rilevata alla coronarografia
  • valutare la presenza di miocardio metabolicamente attivo ossia vitale, al fine di programmare interventi di rivascolarizzazione coronarica efficaci in termini di ripresa funzionale
  • monitorare l’efficacia della terapia medica, dell’angioplastica e del by-pass aorto-coronarico
  • valutare il rischio operatorio per interventi di chirurgia maggiore (artroprotesi)
  • dare informazioni prognostiche in termini di probabilità di comparsa di eventi cardiaci maggiori futuri (infarto del miocardio, morte).

Le informazioni che si potranno ottenere da questo esame saranno di aiuto per giungere alla formulazione di una diagnosi accurata del problema sanitario, indirizzando eventualmente il paziente ad un esame più invasivo ed alternativo come la coronarografia.

Come si svolge l’esame?

La Scintigrafia miocardica di perfusione si suddivide in due fasi una dopo stress ed una a riposo della durata complessiva di circa 3 ore, svolte in due giorni consecutivi.

  • Tomoscintigrafia miocardica di perfusione da stress: dopo il colloquio preliminare con il medico nucleare, il paziente verrà sottoposto ad un test ergometrico su tappeto rotante, in presenza di un medico cardiologo e di un’infermiera o, qualora fosse controindicato, ad un test farmacologico che fornirà le stesse informazioni cliniche. La scelta del test è vincolata a procedure ben standardizzate. All’apice dello sforzo fisico o farmacologico al paziente verrà somministrata per via endovenosa una sostanza debolmente radioattiva che, non essendo un mezzo di contrasto iodato, non darà alcun disturbo né causerà fenomeni allergici. Prima di eseguire l’esame tomoscintigrafico dovrà attendere circa 30/60 minuti presso la sala di attesa dedicata del Servizio di Medicina Nucleare. Durante questo periodo dovrà sforzarsi di bere almeno 1⁄2 litro di acqua o altro liquido per facilitare la diuresi, onde favorire l’eliminazione del radiofarmaco inutile ai fini diagnostici, utilizzando l’apposito bagno situato all’interno del Servizio di Medicina Nucleare. Durante il periodo di attesa, invitiamo il paziente a non allontanarsi dal Servizio senza avvertire il Personale e previo consenso da parte dello stesso. Trascorso il periodo di attesa, il paziente verrà accompagnato nella stanza per l’esecuzione della Tomoscintigrafia miocardica di perfusione e il personale tecnico provvederà a posizionarlo supino su un lettino sotto la gamma camera – un’apparecchiatura composta da due teste che ruotano attorno al torace senza alcun contatto con esso –, iniziando quindi l’esame. La durata dell’acquisizione delle immagini è di circa 20 minuti, durante i quali dovrà rimanere immobile.
  • Tomoscintigrafia miocardica di perfusione a riposo: il giorno seguente alla stessa ora, verrà nuovamente somministrato al paziente il radiofarmaco, questa volta in condizioni di riposo e viene ripetuto l’esame sotto gamma camera.

Sono previste norme di preparazione all’esame?

L’esame richiede un colloquio preliminare con il Medico Nucleare, durante il quale dovrà mostrare tutta la documentazione clinica relativa alla patologia cardiaca (esami diagnostici, terapie in corso, interventi chirurgici eseguiti…).

Follow-up

Il paziente potrà riprendere le normali occupazioni e la terapia eventualmente interrotta. Per eliminare rapidamente il radiofarmaco nelle 24 ore successive all’esame, dovrà bere molta acqua o liquidi per favorire la diuresi ed osservare le seguenti norme:

  • evitare il contatto o la vicinanza con donne in gravidanza, mantenendo una distanza di almeno un metro
  • dopo aver utilizzato il WC far scorrere abbondantemente l’acqua e lavarsi accuratamente le mani
  • se ha o entra in contatto con dei bambini piccoli, è preferibile evitare di tenerli in braccio per lungo tempo, se ciò non è strettamente indispensabile.

Quali pazienti possono sottoporsi all’esame?

Controindicazioni alla somministrazione di sostanze radioattive sono rappresentate dalla gravidanza in atto o presunta e dall’allattamento. L’incompatibilità della somministrazione del radiofarmaco durante la gravidanza in atto o presunta è da riferirsi all’irradiazione dell’embrione e del feto; pertanto, se è in gravidanza o sospetta di esserlo, informi immediatamente il medico nucleare che valuterà l’opportunità di eseguire l’esame.

L’allattamento al seno costituisce la seconda controindicazione alla somministrazione del radiofarmaco e quindi all’esame; se è in fase di allattamento informi immediatamente il medico nucleare che valuterà la necessità di eseguire l’esame e l’eventuale intervallo di sospensione dell’allattamento stesso.

L’esame, inoltre, non può essere eseguito se soffre di:

  • Angina instabile
  • Scompenso cardiac
  • Infarto entro 2-4 giorni dalla insorgenza
  • Ipertensione sistemica e polmonare non controllata
  • Aritmie maligne
  • Blocco A-V avanzato
  • Miocardite e pericardite acuta
  • Stenosi mitralica e aortica di grado severo
  • Severa BPCO (BroncoPneumopatia Cronica Ostruttiva)
  • Glaucoma (dipiridamolo).

L’esame è pericoloso e/o doloroso?

Non sono descritte complicanze specifiche. Gli eventuali rischi sono legati a:

Prova da sforzo ergometrica

 

  • dolore toracico: poiché lo scopo della prova da sforzo è quello di provocare la sintomatologia anginosa, questa può comparire ma è reversibile e controllabile farmacologicamente mediante assunzione di nitroderivati (es. Carvasin, Trinitrina)
  • ipotensione: relativamente rara ed evitabile mediante riduzione graduale dell’esercizio fisico.

Test farmacologico al Dipiridamolo

Effetti secondari non cardiaci

  • cefalea e nausea: relativamente rari, reversibili spontaneamente e qualche volta dopo infusione di farmaco antagonista aminofillinico.

Effetti secondari cardiaci

  •  dolore toracico: può comparire, poiché lo scopo della prova da sforzo è quello di provocare la sintomatologia anginosa
  • Ipotensione e bradicardia: rari, legati all’azione del farmaco, monitorabili, reversibili spontaneamente o dopo infusione di farmaco antagonista aminofillinico.

Somministrazione del radiofarmaco

Le reazioni avverse sono per lo più manifestazioni cutanee, nessuna fatale e senza necessità di ricorrere all’ospedalizzazione del Paziente. Sapore metallico in bocca, durante l’iniezione del radiofarmaco (occasionale e di brevissima durata).

In Humanitas San PIo X non eseguiamo questo esame vi invitiamo a consultare
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