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Celiachia e carenza di ferro: sintomi e dieta gluten free ricca di ferro 

La celiachia è spesso associata ad anemia da carenza di ferro (sideropenica). In alcuni casi, chi presenta sintomi da anemia sideropenica scopre di soffrire anche di celiachia, secondo uno studio pubblicato su Nutrients. La combinazione di un’alimentazione gluten free di qualità e ricca di ferro, nella maggior parte delle persone celiache permette di recuperare i livelli di ferro e la qualità di vita.

Approfondiamo l’argomento con la dottoressa Maria Bravo, biologa nutrizionista di Humanitas San Pio X.

Celiachia e assorbimento del ferro: come funziona?

Il ferro è un elemento indispensabile per la salute dell’organismo perché serve a produrre l’emoglobina, la proteina dei globuli rossi che trasporta l’ossigeno ai tessuti, e ha un ruolo importante nel metabolismo energetico. L’organismo non produce ferro, che deve essere introdotto con il cibo (la dieta) o con gli integratori, se necessari. 

L’assorbimento del ferro avviene a livello dell’intestino tenue, in particolare nel duodeno e nel tratto prossimale del digiuno. Il ferro di origine animale, detto “eme”, viene assorbito facilmente, mentre quello vegetale, chiamato “non-eme”, deve essere trasformato grazie all’azione di un enzima che utilizza la vitamina C presente negli alimenti.

Una volta ridotto alla forma assorbibile, il ferro viene trasportato da una proteina chiamata DMT1, attraverso le cellule intestinali per poi essere trasferito nel sangue da una seconda proteina, la ferroportina. Raggiunto il circolo sanguigno, il ferro si lega alla transferrina che lo porta nel midollo osseo, dove vengono prodotti i globuli rossi, e nei tessuti in cui serve.

Nella celiachia, le pareti dell’intestino tenue, a causa dell’infiammazione provocata dal glutine, perdono i villi intestinali, piccole estroflessioni che aumentano la superficie di assorbimento dei nutrienti. Quando i villi si appiattiscono o scompaiono, anche l’assorbimento del ferro si riduce drasticamente provocando sideropenia. I ricercatori hanno infatti rilevato che le persone con celiachia che presentano anemia hanno, in genere, un danno intestinale più severo e rispondono più lentamente alla dieta senza glutine rispetto alle persone senza anemia. In altre parole, la carenza di ferro può essere un indicatore della gravità del danno mucosale nella celiachia.

Carenza di ferro: sintomi

I sintomi della carenza di ferro possono comparire anche prima che si sviluppi un’anemia:

  • stanchezza persistente
  • sensazione di debolezza muscolare
  • difficoltà di concentrazione o irritabilità
  • pallore
  • vertigini
  • cefalea
  • sensazione di freddo costante

sono alcuni dei sintomi più evidenti, talvolta associati a unghie fragili, capelli sottili che tendono a cadere facilmente, piccole lesioni agli angoli della bocca. In alcuni casi può comparire il desiderio insolito di masticare del ghiaccio. 

Le donne in età fertile sono particolarmente suscettibili alle carenze di ferro, perché le perdite mestruali aumentano il fabbisogno di ferro e la carenza può peggiorare la sensazione di stanchezza o irritabilità tipica del ciclo. Negli anziani, invece, la riduzione dell’ossigenazione dei tessuti può aggravare malattie croniche come le cardiopatie.

Dieta senza glutine e alimenti ricchi di ferro

La dieta senza glutine è il trattamento cardine della celiachia. Eliminando il glutine, l’infiammazione intestinale si riduce e la mucosa può rigenerarsi, migliorando progressivamente la capacità di assorbire il ferro. Nella maggior parte dei pazienti, i livelli di emoglobina tornano normali entro un anno, anche senza integrazioni particolari. Seguire una dieta gluten free è necessario, ma occorre prestare attenzione anche alla qualità nutrizionale dell’alimentazione. Le persone celiache, infatti, rischiano di sostituire i cereali contenenti glutine con prodotti industriali che, pur essendo “gluten free”, sono spesso poveri di micronutrienti. È quindi fondamentale orientarsi verso alimenti naturalmente senza glutine e ricchi di ferro.

Le carni rosse magre, come il manzo o il cavallo, sono tra le migliori fonti di ferro “eme”, quello più facilmente assorbibile. Anche il pesce azzurro e i molluschi come vongole e cozze forniscono ferro e zinco in quantità utili. Chi segue una dieta prevalentemente vegetale può contare su legumi, verdure a foglia verde, frutta secca e semi oleosi, ma in questo caso è importante associare agli alimenti vegetali una fonte di vitamina C, per esempio agrumi, kiwi o peperoni, che favorisce l’assorbimento del ferro. Al contrario, caffè, tè e latticini andrebbero assunti lontano dai pasti principali, perché riducono la biodisponibilità e l’assorbimento del ferro.

Nei casi di grave malassorbimento intestinale o di anemia sideropenica non gestibile con l’alimentazione, può essere necessaria un’integrazione di ferro, da valutare con il medico di riferimento.

Fonte: M. A. Montoro-Huguet et al., Iron Deficiency in Celiac Disease: Prevalence, Health Impact, and Clinical Management. Nutrients, 13(10), 3437, 2021. https://doi.org/10.3390/nu13103437

Biologia Applicata Alla Scienza Della Nutrizione

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