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Incontinenza urinaria nel bambino


L’incontinenza urinaria nel bambino di età superiore ai 5 anni è definita come la perdita involontaria di urina che può variare da poche gocce a tutto il contenuto della vescica. Si tratta di una disfunzione urinaria che può essere distinta in incontinenza urinaria diurna (più frequente nelle femmine) e incontinenza urinaria notturna (più frequente nei maschi). In entrambi i casi, l’incontinenza può provocare nei bambini disagio sociale e infezioni ricorrenti delle vie urinarie. 

Incontinenza urinaria ed enuresi notturna (fare la pipì a letto) non sono sinonimi, ma la presenza di incontinenza urinaria può essere accompagnata da enuresi notturna, oltre che da stipsi, infezioni del tratto urinario e disordini psichiatrici. Pertanto è importante che la famiglia, la scuola e i pediatri collaborino per comprendere e gestire prima possibile l’incontinenza, evitare il suo protrarsi e prevenire le complicanze. 

Quali sono le cause dell’incontinenza urinaria nel bambino?

Nell’incontinenza urinaria del bambino le cause possono essere anatomiche, se le perdite di urina sono continue, giorno e notte, o funzionali, specie se la perdita è intermittente, solo di giorno, solo di notte, oppure diurna e notturna. 

L’alterata frequenza minzionale del bambino può essere uno dei meccanismi alla base della minzione disfunzionale in età pediatrica mentre l’età dell’abbandono del panno non è messa in relazione alla successiva comparsa di sintomi. I genitori sovente non sanno che la frequenza normale nel bambino che ha abbandonato il panno è di 5-7 minzioni/die.

Perché l’incontinenza urinaria può causare infezioni delle vie urinarie?

Nelle disfunzioni come l’incontinenza urinaria, il non corretto funzionamento delle strutture deputate alla minzione (detrusore, sfintere uretrale e piano perineale) comporta un aumento delle pressioni all’interno della vescica che danneggiano il tessuto interno (urotelio) dei “tubinici” che dai reni arrivano all’uretra. Questo favorisce l’adesività batterica e le infezioni urinarie, oltre a stravolgere la dinamica della minzione. Infatti, nella minzione disfunzionale, l’urina espulsa attraverso l’uretra perde le caratteristiche di flusso laminare ad alta pressione, trasformandosi in flusso turbolento a bassa pressione, favorendo un maggiore residuo di urina dopo la minzione e la colonizzazione batterica delle vie urinarie.

Inoltre, esiste una forte correlazione tra la stipsi e le infezioni ricorrenti delle vie urinarie, dovuta a un’alterazione dell’ecosistema intestinale, ostruzione meccanica e da un’anomala colonizzazione batterica delle vie urinarie (periuretrale) soprattutto nelle bambine. Molto spesso l’incontinenza diurna si associa alla stipsi, con evacuazione di feci dure, talvolta dolorosa, con frequenza inferiore a 5 volte a settimana, e a encopresi (incontinenza fecale): in questo caso si parla di Disfunzione Vescico-Intestinale.

Come si diagnostica l’incontinenza urinaria in età pediatrica?

Secondo l’International Children’s Continence Society (ICCS), la diagnosi si effettua dai 5 anni di età, dopo aver escluso le cause organiche, se i sintomi hanno una durata di 3 mesi. Durante la visita specialistica, il nefro-urologo pediatra rileva l’eventuale presenza di markers di patologie neurologiche (presenza nella regione sacro-coccigea di macchie, angiomi, lipomi, ciuffi di peli, fossette, anomalie della plica interglutea) e coinvolge i genitori nella raccolta delle informazioni (anamnesi) relative alla frequenza minzionale. A tal scopo, essenziale è la compilazione da parte dei genitori del diario in cui annotare la frequenza minzionale, l’orario delle singole minzioni nelle 24 ore, il volume di urina a ogni minzione, episodi d’incontinenza, uso di assorbenti, quantità/volume di liquidi assunti dal bambino, gravità dell’incontinenza e dell’urgenza. 

Le indagini strumentali che aiutano la diagnosi comprendono l’ecografia reno vescicale e lo studio urodinamico con esami non invasivi (flussometria, EMG con elettrodi di superficie). Nella maggior parte dei casi non sono necessari ulteriori accertamenti diagnostici, mentre in caso di sospette lesioni neurogene, sono necessari studi urodinamici invasivi. 

Obiettivo del percorso di diagnosi è valutare i bambini con problemi di svuotamento funzionali da quelli con vesciche neurogene e da quelli con anomalie anatomiche che potrebbero avere bisogno di intervento chirurgico. Solo una piccolissima parte di bambini con incontinenza urinaria, ha seri problemi funzionali o anatomici sconosciuti sino al momento degli accertamenti (come nei casi di una vescica neurogena da disrafismo occulto).

Come si cura l’incontinenza urinaria nel bambino?

La terapia dell’incontinenza nel bambino prevede procedure il più possibile non invasive, spesso usate in combinazione tra loro, e coinvolge i genitori sia per il controllo delle terapie anche comportamentali prescritte, sia per il supporto motivazionale, psicologico ed emotivo al bambino. Se seguiti con costanza, la maggior parte dei bambini e ragazzi risolve l’incontinenza e gli eventuali sintomi associati, in un periodo compreso tra pochi mesi e un anno.

In genere, per la cura dell’incontinenza urinaria in età pediatrica i trattamenti che possono essere prescritti in combinazioni varie, sono: 

  • uroterapia comportamentale: educazione funzionale alla minzione, regolari abitudini minzionali, regole alimentari sull’ingestione di liquidi e sulla prevenzione della stipsi, istruzione all’uso di diari minzionali 
  • riabilitazione con biofeedback, neuromodulazione
  • terapia cognitivo-comportamentale
  • terapia farmacologica (antimuscarinici, alfabloccanti), tossina botulinica
  • terapia chirurgica.  

Si guarisce dall’incontinenza urinaria?

In studi recenti, il 90% dei bambini mostra un miglioramento dei sintomi durante il programma di uroterapia; e l’85-90% aveva una completa mancanza di infezioni urinarie nel follow-up di 1 anno. E’ inoltre dimostrato che l’approccio comportamentale con l’utilizzo di calendari e diari, è efficace anche in pazienti pediatrici con disturbi dello sviluppo e lieve-moderato ritardo mentale. Nell’approccio comportamentale, le bambine hanno riportato risultati migliori e più rapidi rispetto ai maschi della stessa età. I risultati estremamente positivi di questo e di altri programmi di riabilitazione del pavimento pelvico hanno mostrato la possibilità di diminuire o annullare le prescrizioni di farmaci e di antibiotici per il trattamento di questi bambini.