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Infertilità femminile


Cos’è l’infertilità femminile?

Si parla di infertilità femminile quando una donna non riesce a raggiungere una gravidanza dopo 12 mesi di rapporti liberi e non protetti (6 mesi se la donna ha più di 35 anni o altri fattori di rischio), pur essendo possibile per lei concepire ed avere un bambino. Il termine infertilità non è sinonimo di sterilità: quest’ultima è infatti l’impossibilità assoluta a concepire per una causa non rimovibile. 

L’infertilità femminile è strettamente connessa anche all’avanzare dell’età e quindi alla perdita di capacità riproduttiva della donna. Infatti, per ciclo fertile, una donna a 30 anni ha il 30-40% di possibilità di concepire per ciclo fertile, che si riduce al 10% a 40 anni, fino ad azzerarsi con la menopausa.

Quali sono le cause dell’infertilità femminile?

Sono causa di infertilità feminile la riduzione di funzione o chiusura delle tube di Falloppio, aderenze pelviche o della cavità uterina a seguito di interventi chirurgici o patologie di tipo infiammatorio, endometriosi, irregolarità del ciclo o anovulazione, iperprolattinemia, sindrome dell’ovaio micropolicistico, riserva ovarica ridotta o assente, infertilità cervicale, malformazioni congenite dell’utero, fibromi.

Quando invece gli esami diagnostici non riscontrano alcuna causa specifica, si parla di infertilità femminile idiopatica. A questa diagnosi, più correttamente definita come ‘non sufficientemente indagata’, si arriva per il lungo periodo di ricerca o per l’età dei partner, che non consentono un completamento delle indagini.

Come si diagnostica l’infertilità femminile?

Gli esami che possono essere effettuati sulla donna per la diagnosi di infertilità femminile, all’interno del percorso diagnostico di infertilità di coppia, hanno lo scopo di indagare le diverse possibili cause. In genere, gli esami che possono essere prescritti sono: 

  • Esami del sangue per i dosaggi ormonali dei livelli di FSH, LH, estradiolo nella prima metà del ciclo (2^-3^ giorno di mestruazione), progesterone e prolattina nella seconda metà del ciclo; Ormone Antimulleriano (AMH), TSH. Questi esami hanno lo scopo principale di valutare la riserva ovarica, vale a dire il patrimonio di ovociti della donna e quindi il suo potenziale di fertilità.
  • Tampone vaginale per identificare l’eventuale presenza di infezioni della vagina e del collo dell’utero.
  • Ecografia pelvica transvaginale per studiare l’anatomia dell’utero e degli annessi, eventuali malformazioni uterine, fibromi, neoformazioni annessiali, e valutare il numero e la crescita dei follicoli ovarici sia in condizioni basali che sotto stimolo.
  • Isterosonografia, ovvero l’esame che, grazie all’iniezione di una soluzione salina sterile o altra sostanza apposita nella cavità uterina, permette di studiare la cavità uterina e la pervietà delle tube.
  • Ecografia tridimensionale (eco 3D) dell’utero per l’identificazione di eventuali malformazioni congenite dell’utero, lo studio degli annessi, anche in  abbinamento alla isterosonografia.
  • Isterosalpingografia per vedere e valutare, grazie ai Rx, la pervietà tubarica e alcune patologie congenite o acquisite dell’utero.
  • Isteroscopia, ovvero la tecnica endoscopica che permette una visione diretta della cavità endometriale e l’identificazione di eventuali patologie a suo carico.
  • Laparoscopia, cioè una tecnica chirurgica utilizzata anche a scopo diagnostico per vedere dentro l’addome grazie a uno strumento a fibre ottiche (il laparoscopio) collegato a una telecamera. Ricorrendo a incisioni di pochi millimetri per l’inserimento in addome del laparoscopio, è possibile visualizzare l’anatomia di utero e annessi, valutare la funzionalità tubarica e, se necessario, effettuare contemporaneamente rimozioni di cisti, adesiolisi, asportazione di fibromi uterini.

Qual è il trattamento dell’infertilità femminile? 

Sulla base delle cause dell’infertilità femminile viene definito il tipo di trattamento. Le tecniche di Procreazione medicalmente assistita (PMA) consentono di aumentare le probabilità di concepimento laddove esiste un ostacolo al concepimento stesso.

Si può prevenire l’infertilità femminile?

La prevenzione dell’infertilità nella donna inizia dalla consapevolezza che è importante preservare la fertilità fin dall’infanzia e dalla giovinezza, seguendo sane abitudini comportamentali che riguardano:

  • la sfera sessuale. i rapporti sessuali protetti aiutano a ridurre il rischio di infezioni sessualmente trasmesse che possono comportare un danno permanente agli organi riproduttivi, con conseguente infertilità di coppia
  • le infezioni: è importante eseguire i controlli periodici dal ginecologo fin da giovani e gli esami (Pap test, test HPV) per non trascurare infezioni che possono avere conseguenze negative a lungo termine
  • lo stile di vita: evitare il fumo, l’abuso di alcol, l’obesità o l’eccessiva magrezza, la sedentarietà o l’eccessiva attività fisica.
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