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Alla scoperta delle allergie da contatto: i consigli dell’esperta di Humanitas San Pio X

La dermatite è un’infiammazione della pelle, che può avere diverse cause d’origine e assumere diverse forme. Le più comuni sono di origine irritativa o allergica e corrispondono a una reazione verso fattori esterni o interni che si manifesta con eruzioni cutanee diffuse.
Ne ha parlato in una diretta Facebook la dott.ssa Alessandra Piona, allergologa e Responsabile dell’Unità Operativa di Medicina Generale di Humanitas San Pio X.

Dermatite irritativa da contatto e dermatite allergica da contatto: quali differenze?

“Con il termine dermatite da contatto intendiamo una patologia infiammatoria della pelle, in particolare se si parla di dermatiti da contatto bisogna distinguere due categorie – ha spiegato l’allergologa -: la dermatite irritativa da contatto si verifica quando una sostanza irritante entra in contatto, appunto, con la pelle e determina una reazione localizzata proprio nel punto di contatto”. Un esempio classico è la dermatite causata da prodotti detergenti aggressivi come la candeggina o l’ammoniaca.

La dermatite allergica da contatto, invece, è data da una sostanza di per sé innocua: “si verifica quando nel paziente sensibile ad una particolare sostanza, solitamente innocua, scatena una reazione – ha chiarito la dottoressa -; avviene solo quando c’è sensibilizzazione ad una sostanza e può essere categorizzata come una malattia allergica dovuta ad una iper reattività del sistema immunitario verso sostanze innocue ma che creano un problema nel paziente atipico allergico”.

Se la dermatite si manifesta con una reazione cutanea immediata come come eritemi e gonfiori si parlerà di dermatite acuta, mentre nel caso di dermatite cronica c’è un meccanismo di reazione più ritardato e che dura a lungo nel tempo.

Quante persone soffrono di dermatite e quali sono le differenze tra uomini e donne?

“La prevalenza della dermatiti allergiche da contatto che quantifichiamo tra il 6%-10% della popolazione italiana, vede in generale un’incidenza di casi maggiore nelle donne – ha detto la dott.ssa Piona – . Molti degli allergeni che riteniamo responsabili di questa patologia, infatti, sono presenti nei cosmetici. Per quanto riguarda i casi maschili il 90% delle dermatiti sono perlopiù associate alle professioni e al lavoro.

Quali sono i sintomi e le zone più colpite?

“La dermatite da contatto si manifesta prevalentemente con il prurito, successivamente rileviamo sulla pelle del paziente allergico è un arrossamento della cute con comparsa di desquamazione e infine eczema.

Le zona più colpite negli adulti, sono le mani, il viso in particolare in seguito a reazioni allergiche da cosmetici, e poi le zone delle pieghe cutanee, come le ascelle o l’inguine, spesso possono essere interessate da questo processo infiammatorio”.

Quali sono i fattori di rischio?

“Nelle allergie da contatto, come tutte allergie, c’è una predisposizione dovuta alla familiarità, che però non ereditarietà – ha sottolineato la dottoressa -. Si eredita la predisposizione a sviluppare un’eventuale malattia allergica, ma non necessariamente si eredità la stessa allergia alla medesima sostanza”.

Lo stress potrebbe essere un fattore di rischio pur non essendo un fattore scatenante perché “sicuramente influenza il sistema immunitario e in tutte la patologie è un co-fattore che può scatenare una malattia già presenta nel paziente ma non la causa dell’esordio”.

Quando rivolgersi ad uno specialista?

“L’arrossamento e il prurito, che porta i pazienti a grattarsi e graffiarsi la pelle alterando così la classica funzione protettiva, tipici dell’eczema aumentano il rischio di ingresso e contatto con possibili microorganismi patologi che portano ad una vera e propria infezione. È a quel punto sono necessari ulteriori è provvedimenti e l’aiuto di uno specialista.

In Humanitas San Pio X l’approccio alle diagnosi e alle cure di pazienti allergici e che soffrono di dermatite è multidisciplinare tra allergologo e dermatologo per arrivare alle diagnosi prima e alle terapia più adeguata poi.

Il Patch test per la diagnosi: come funziona e come preparasi?

Il Patch test è l’esame più utilizzato per la diagnosi dopo la prima visita con gli specialisti: “sulla schiena del paziente vengono applicati cerotti che contengono varie sostanze allergeniche. Il cerotto va tenuto per tre giorni – ha spiegato ancora l’allergogloga -. In questi tre giorni bisogna fare attenzione a non bagnare il cerotto per evitare che si stacchi, quindi è bene evitare docce complete così come l’attività fisica, perché anche il sudore potrebbe staccare il patch test.
Nei giorni prima del test (cinque-sei), invece, il paziente non deve assumere antistaminici e cortisonici per via orale.
Se il prurito è molto e insostenibile è necessario avvisare il medico”, ha concluso.

Quali categorie e sostanze vengono testate nel Patch test?

In totale sono circa trenta le sostanze allergeniche presenti, cioè quelle generalmente contenuti nei cosmetici, nei detersivi e detergenti, i metalli, le diverse tipologie di gomme tra cui il lattice, le fibre dei tessuti, i coloranti e le resine.

Cura e prevenzione

“Il primo step del trattamento per curare le dermatiti allergiche da contatto è certamente allontanarsi, se possibile dalla fonte delle sostanze a cui si è allergici ed evitare il contatto con quelle sostanza. Poi, dopo la consulenza del medico, si può iniziare una terapia topica: in caso di dermatite acutizzata bisogna ricorrere a steroidi topici associati ad antibiotico topico e sicuramente anche medicamenti che sono lenitivi cutanei come le creme emollienti e idratanti, perché servono a ripristinare il film idrolipidico cutaneo ed evitano la ricomparsa di eczemi”.

Nichel e altre sostanze nei prodotti della beauty routine: cosa scegliere per evitare allergie?

“Negli ultimi anni, le normative sull’etichettatura sia alimentare che per altri prodotti è diventata molto severa: al paziente consigliamo di cercare aziende che certificano l’assenza del nichel con la dicitura “nichel free” e non “nichel tested” che invece non è sufficiente. E soprattutto ricordate che un “prodotto naturale” non è sempre sinonimo di nichel free”.
La stessa attenzione si può prestare per i gioielli di bigiotteria.

Le quattro regole e buone abitudini per prevenire dermatiti

“Alle donne dico, curate la vostra pelle, mantenetela sempre idratata ed elastica per proteggetela anche dal danno ambientale, sia dei raggi solari che dal freddo. Ai primi segni di un possibile fastidio affidatevi subito ad uno specialista in grado di valutare e prevenire patologie più serie”, ha concluso la dott.ssa Piona.

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