Buone notizie in arrivo per le donne in gravidanza che vogliono seguire un’alimentazione a base esclusivamente vegetale. La Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana si è guadagnata un nuovo riconoscimento. Questa volta dalla prestigiosa rivista peer-reviewed “Nutrients”, che ha pubblicato a fine dicembre 2018 l’articolo, “Nutrizione vegana per madri e bambini: strumenti pratici per i professionisti della salute”.
Le nuove linee guida
Nell’articolo vengono presentate le linee guida da seguire per pianificare una dieta vegana nelle donne in gravidanza, allattamento e nei bambini. Le nuove linee guida presentano un punto di vista complementare rispetto a quelle del PiattoVeg, già pubblicate in precedenza sempre su una rivista accreditata. Mentre il PiattoVeg dà indicazioni sulla quantità di alimenti vegetali da consumare per ottenere una dieta ottimale, le linee guida pubblicate nel nuovo articolo pongono l’attenzione sulla gestione di alcuni nutrienti, dando indicazioni specifiche per ottenerli da una dieta 100% vegetale.
La pubblicazione su Nutrients di tale documento è un importante riconoscimento della loro accuratezza e validità, nonché una dimostrazione di quanto siano fuori luogo gli allarmismi di taluni pediatri e nutrizionisti che sconsigliano una dieta vegana in gravidanza e nell’infanzia.
I nutrienti basilari in gravidanza
Per tutti i tipi di dieta vi sono infatti alcuni nutrienti considerati critici nelle delicate fasi della gravidanza (specie nel secondo e terzo trimestre), dell’allattamento, dello svezzamento e prima infanzia: proteine, fibra, acidi grassi omega-3, ferro, zinco, iodio, calcio, vitamina D e vitamina B12.
L’articolo segnala come l’unico integratore specifico da utilizzare, rispetto agli onnivori, per le madri e i bambini vegani, sia quello di vitamina B12, e consiglia i dosaggi adeguati e i range ematici di riferimento. A questo nutriente tuttavia dovrebbe essere prestata d’attenzione anche nelle diete onnivore, perché non è da escludere che possa verificarsi una carenza. Per quanto riguarda gli altri integratori, come quello di DHA (un omega-3 a lunga catena) e di vitamina D, valgono le stesse regole del resto della popolazione: devono essere supplementati sia nella mamma che nel bambino indipendentemente dal tipo di dieta seguita.
Queste linee guida ribadiscono che, contrariamente a quanto spesso viene riportato, non è necessario alcun integratore di calcio o di ferro. È sufficiente consumare alimenti vegetali che ne siano ricchi e mettere in pratica delle semplici azioni nella preparazione degli alimenti, così da aumentarne l’assorbimento.
I vantaggi di una dieta al 100% vegetale
Nell’articolo vengono anche messi in luce gli aspetti vantaggiosi di un’alimentazione 100% vegetale: in gravidanza può proteggere da preeclampsia ed eccessivo aumento di peso, minimizzando l’esposizione ai genotossici. Mette al riparo il nascituro dallo sviluppo di diverse malattie pediatriche, come l’asma, il diabete, i difetti del tubo neurale, il labbro leporino e alcuni tumori pediatrici. I bambini vegani hanno inoltre un rischio minore di sviluppare sovrappeso e obesità e non sono esposti agli antibiotici utilizzati negli allevamenti.
Nell’articolo viene spiegato come nel passato gli studi su madri e bambini vegetariani e vegani abbiano dato risultati poco affidabili, poiché includevano anche soggetti macrobiotici, la cui dieta è decisamente più restrittiva di una dieta vegana standard, meno variata e non attenta alle integrazioni. Il peso alla nascita dei bambini nati da madri vegane non è diverso da quello dei bambini onnivori, mentre le madri che seguono una dieta macrobiotica (che può risultare restrittiva nella quantità di calorie e nutrienti) hanno un peso significativamente minore. Allo stesso modo, la crescita dei bambini e degli adolescenti vegani rientra nei range di normalità, mentre il tasso di crescita dei bambini che seguono una dieta macrobiotica restrittiva è ridotto.
La necessità di uno strumento pratico come questo, diretto a chi si occupa di mamme e bambini vegani, è stata confermata anche dalla SINU (Società Italiana di Nutrizione Umana), che già nel 2017 aveva emanato un documento con il quale approvava le diete vegane per madri e bambini, suggerendo al contempo alle istituzioni di fornire risorse e strumenti che rendessero i professionisti della salute sufficientemente preparati nel seguire pazienti vegani.
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