La tallonite non è una patologia ma uno dei sintomi con cui si manifesta una delle infiammazioni più comuni del piede: la fascite plantare. Il dolore al tallone, infatti, che compare nella parte posteriore del piede ma può essere associato a un dolore diffuso a tutta la pianta, può essere il sintomo di un’infiammazione (e da qui il nome tallonite) più estesa, che ha diverse cause.
Quali sono le cause del dolore al tallone e cosa fare in caso di tallonite? Ne parliamo con il dottor Federico Usuelli, responsabile di Ortopedia della Caviglia e del Piede di Humanitas San Pio X.
Quali sono le cause della tallonite?
«Comune negli sportivi, la tallonite e il dolore al tallone sono spesso la manifestazione dell’infiammazione della fascia fibrosa sotto il piede che ha il compito di sostenere il peso del nostro corpo quando ci troviamo in posizione eretta sia statica che dinamica – spiega il dottor Usuelli -. L’infiammazione di questa struttura si chiama fascite plantare e si riferisce all’infiammazione del legamento arcuato della pianta del piede. In genere, infiammazione e dolore hanno più cause insieme: conformazione del piede (cavo o piatto), utilizzo di calzature non adeguate al proprio piede, presenza di una contrattura muscolare, sovrappeso ed eccessivo stress da attività sportiva. Il dolore è avvertito alla pianta del piede e/o al tallone (il calcagno) e può comparire sia durante il movimento sia a riposo».
Cosa fare se il tallone fa male?
«In caso di dolore al tallone, specie se lieve, può essere sufficiente tenere a riposo il piede ed effettuare esercizi mirati di stretching per risolvere l’infiammazione, se transitoria – prosegue l’esperto -. Lo stretching va eseguito in modo rigoroso in due momenti diversi del giorno, ad esempio mattino e sera, tenendo a mente che il dolore non passerà immediatamente ma, in molti casi, possono servire alcune settimane per sentire i benefici dello stretching».
Tallonite: quando andare dallo specialista?
«Se il dolore è forte e non passa con riposo e stretching, è necessario rivolgersi allo specialista per stabilire la terapia adatta alla tallonite e alle cause – sottolinea il dottor Usuelli -. La terapia può essere di tipo conservativo con Tecarterapia, ad esempio, per eliminare dolore e infiammazione. Quando le soluzioni conservative falliscono, esistono opzioni di Medicina Rigenerativa (infiltrazioni di PRP o cellule mesenchimali prelevate da tessuto adiposo o aspirato midollare) e opzioni chirurgiche. La chirurgia deve essere pianificata con estrema parsimonia e solo nei casi in cui ogni altra opzione non si sia verificata efficace. In questi casi, l’intervento chirurgico con tecniche di chirurgia mininvasiva è indicato per favorire l’allungamento della fascia plantare. L’intervento dura 10-15 minuti, si effettua in anestesia locale e in regime di day hospital. Dopo 15 giorni dall’intervento è possibile tornare a guidare» conclude il dottor Usuelli.
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