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Emicrania: dall’importanza di una corretta diagnosi alle novità nella terapia

Ricorre lunedì 22 luglio la Giornata Mondiale del Cervello: organizzata dalla World Federation of Neurology insieme alla International Headache Society, quest’anno la Giornata è dedicata all’emicrania, la patologia neurologica più diffusa al mondo.

Obiettivo dell’iniziativa è aumentare la consapevolezza rispetto a questa malattia, perché nonostante sia molto diffusa, l’emicrania è sottostimata e sotto-diagnosticata, con ripercussioni sulla salute dei pazienti e sulla loro qualità della vita.

Ne parliamo con il dottor Marco Lacerenza, Neurologo Responsabile del Centro del Dolore in Humanitas San Pio X.

Che cos’è l’emicrania e come si manifesta?

L’emicrania è una malattia neurologica invalidante e rientra nella famiglia delle cefalee primarie. È caratterizzata da forti attacchi di mal di testa, che possono accompagnarsi a sintomi quali nausea, vomito, vertigini, sensibilità alla luce, ai suoni e al tatto. Il dolore nei pazienti emicranici è spesso pulsante, di intensità medio-forte e talvolta invalidante al punto da richiedere l’interruzione delle proprie attività quotidiane. Le crisi possono durare anche per qualche giorno e dunque una diagnosi precoce e una terapia appropriata sono fondamentali per permettere al paziente di gestire al meglio gli attacchi.

Quando rivolgersi al neurologo?

Il mal di testa è un disturbo piuttosto comune e le cefalee possono essere distinte in cefalee di tipo primario (cefalea tensiva, emicrania, cefalea a grappolo) e cefalee secondarie quando il mal di testa è sintomo di una malattia sottostante.

“Solo una visita neurologica permette di effettuare una corretta diagnosi: lo specialista individuerà il tipo di mal di testa e fornirà al paziente tutte le informazioni per conoscere meglio la sua malattia e le indicazioni appropriate per la sua gestione ottimale”, sottolinea il dottor Lacerenza.

È inoltre indicata una valutazione neurologica quando la cefalea:

  • È di gravissima intensità e insorge improvvisamente (in questo caso è indicato l’accesso al pronto soccorso).
  • Si associa a perdita della vista, ad altri disturbi neurologici (forza, sensibilità, equilibrio) o a confusione mentale.
  • Si associa a rigidità nucale o febbre.
  • Si associa a nausea o vomito al mattino al risveglio.
  • Compare solo in piedi e scompare in posizione supina.
  • Peggiora con la flessione del busto, l’esercizio fisico e il ponzamento (lo sforzo legato alla defecazione).
  • Compare in un soggetto di oltre 50 anni che non ha mai avuto cefalea.
  • In presenza di cefalea episodica, quando cambia radicalmente le sue caratteristiche di presentazione.
  • È più frequente di 8 giorni al mese per evitare che si cronicizzi.

Come si cura l’emicrania?

“L’emicrania, quando si presenta in bassa frequenza, si cura al bisogno con farmaci specifici che appartengono alla famiglia dei triptani, con paracetamolo, FANS ed eventualmente antiemetici se si associa a nausea e vomito.

Da circa un anno, è disponibile la prima terapia profilattica mirata per l’emicrania. Finora, infatti, i pazienti emicranici potevano essere trattati solo con farmaci efficaci in altre patologie e risultati utili anche nella cura dell’emicrania; ne sono un esempio i betabloccanti, gli antiepilettici e i calcioantagonisti.

Oggi abbiamo a disposizione un anticorpo monoclonale, Erenumab, in grado di legarsi al recettore di un neurotrasmettitore cerebrale – il peptide correlato al gene della calcitonina (CGRP – Calcitonin Gene-Related Peptide) – antagonizzando il suo effetto di vasodilatazione, fondamentale nell’insorgenza dell’emicrania. Questo evita che si scateni la crisi e dunque si tratta di una terapia preventiva, che permette la diminuzione del numero di attacchi e quindi anche il ricorso a farmaci antidolorifici o specifici della fase acuta. Il farmaco viene somministrato mediante un’iniezione mensile”, ha spiegato il dottor Lacerenza.

Il ruolo dello stile di vita

“È anche importante ricordare quanto sia fondamentale che il paziente emicranico sviluppi una consapevolezza dei fattori di rischio che promuovono le crisi di mal di testa e quindi adotti strategie comportamentali volte a un corretto stile di vita come un’attività fisica regolare, una dieta sana ed equilibrata, una giusta idratazione e un sonno di qualità: tutti elementi importanti nella strategia di prevenzione dell’emicrania e di limitazione, per quanto possibile, dei trattamenti farmacologici”, ha concluso lo specialista.

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