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Mal di schiena del motociclista: errori e rimedi

Il mal di schiena è un disturbo frequente, anche tra gli appassionati di moto e scooter, che può comparire quando si guida. In molti casi, il mal di schiena del motociclista può essere causato da errori in sella, a cui può essere semplice rimediare. In altri casi, invece, è bene consultare lo specialista della colonna.

Ne parliamo con il dottor Giuseppe J. Sciarrone, specialista in neurochirurgia e co-responsabile del Centro di Chirurgia Vertebrale e Robotica di Humanitas San Pio X.

Cosa può provocare il mal di schiena in moto?

Il mal di schiena è un disturbo multifattoriale che, contrariamente a quanto si possa pensare, solo in rari casi è causato da una patologia importante a carico dei dischi vertebrali, come l’ernia discale, ad esempio. 

Il mal di schiena può comparire di frequente quando le strutture muscolari e vertebrali della colonna sono sottoposte a stress e carichi superiori rispetto a quanto siano in grado di tollerare (soglia o capacità di tolleranza): dormire male, tenere a lungo posizioni scomode che coinvolgono le braccia e le gambe, sollevare e spostare pesi eccessivi, ma anche situazioni di ansia, stress o sovrappeso, possono essere tra le cause del mal di schiena. In moto o scooter può essere causato da errori legati alla configurazione della moto e alla postura alla guida

Come prevenire o correggere il mal di schiena?

Per prevenire il mal di schiena, o evitare che insorga alla guida di moto e scooter, può essere utile verificare: 

  • posizione del manubrio: un manubrio che richieda di posizionare la sella troppo in avanti o troppo indietro può contribuire ad affaticare i muscoli paravertebrali e lombari
  • posizione delle pedane: pedane troppo in avanti, come per esempio in alcune configurazioni di moto custom, possono contribuire a mettere in tensione le gambe e le anche, con sovraccarico a livello della colonna lombo-sacrale
  • vibrazioni della moto: alcuni tipi di moto producono livelli di vibrazioni alte che possono contribuire ad aumentare il mal di schiena, soprattutto nei viaggi lunghi
  • stile di guida: alcuni motociclisti possono avere uno stile di guida “in tensione”, ovvero tendono a stringere con forza il manubrio o tenere in tensione i muscoli delle gambe. Questo contribuisce a provocare mal di schiena, dal collo al sacro
  • sella: per evitare l’eccessiva flessione della colonna, meglio scegliere un sella rigida con sospensioni morbide
  • postura in moto: per il benessere della schiena in moto o scooter, è consigliabile tenere una posizione più eretta della colonna vertebrale, come ad esempio, alla guida di moto da turismo o da enduro.
  • propria forma fisica: in alcuni motociclisti, specie se svolgono lavori sedentari e non praticano attività fisica con regolarità, una lombalgia già presente può aumentare quando si guida la moto a causa del sovraccarico sui muscoli paravertebrali dalla colonna cervicale alla sacrale. 
  • casco: deve essere aderente, non deve esercitare una pressione eccessiva sul collo a causa del peso, deve fornire la massima protezione. Meglio provarlo prima di acquistarlo.  

Se il problema è di origine muscolare, il mal di schiena in moto può essere gestito preparando la muscolatura paravertebrale al viaggio con esercizi di stretching della colonna. Gli esercizi andrebbero eseguiti sia prima di salire in moto sia quando si scende dalla sella anche per brevi pause, specie se il viaggio è lungo. 

Quando rivolgersi allo specialista della colonna?

Quando il mal di schiena non passa e, anzi peggiora non solo in moto ma anche nella vita quotidiana, è raccomandabile rivolgersi a specialisti della colonna vertebrale. Tra le cause più comuni di un mal di schiena che non passa, infatti, troviamo l’artrosi vertebrale, specie nelle persone over 50, fratture e lesioni vertebrali, anche da osteoporosi, specie nelle motocicliste, ernia del disco, spondilolistesi, lesioni muscolari, stenosi spinale. Si tratta di patologie che, diagnosticate per tempo, possono essere gestite con riabilitazione e terapie fisiche, terapia antidolorifica e, solo in rari casi, terapie chirurgiche anche con tecnica robotica. 

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