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Osteopatia neonatale, parte il nuovo ambulatorio

Nell’ambito dei servizi di cura erogati dall’Unità Operativa di Neonatologia e Patologia Neonatale di Humanitas San Pio X, nasce l’ambulatorio di osteopatia specificatamente dedicato ai neonati, presso il quale opera la Dott.ssa Eleonora Resnati, fisioterapista ed osteopata, con una formazione specifica in ambito neonatologico.

Che cos’è l’osteopatia?

L’osteopatia nasce negli Stati Uniti alla fine del 1800 grazie al medico americano Andrew Taylor Still, il quale intuisce la relazione tra l’equilibrio funzionale del corpo umano e la sua naturale tendenza verso la salute.

La medicina osteopatica affronta i sintomi specifici attraverso l’analisi dell’interazione tra i vari sistemi corporei concentrandosi in modo particolare sul sistema muscolo-scheletrico, espressione della vita di relazione e dello stato di salute.

L’obiettivo del trattamento manipolativo è il ripristino della mobilità fisiologica con il conseguente miglioramento del metabolismo tissutale e della funzione dei vari distretti corporei.

La posizione del feto in utero e il parto possono rappresentare un momento traumatico per il bambino che in alcuni casi è costretto ad adattare la posizione del capo e del corpo al bacino materno e al canale del parto.

Le indicazioni più frequenti al trattamento osteopatico del neonato sono:

  • la plagiocefalia (deformazione del capo che compare nelle prime settimane di vita, a seguito anche dell’indicazione a porre il neonato assolutamente in posizione supina);
  • il torcicollo miogeno;
  • i traumi perinatali (frattura della clavicola, tumor da parto, cefaloematoma);
  • l’alterata postura della testa e del collo nelle prime settimane di vita, come la rotazione preferenziale del capo da un lato o la difficoltà alla suzione durante l’allattamento;
  • il piede torto.

Considerate tutte queste possibili indicazioni, non va dimenticato che la medicina osteopatica comporta un approccio multidisciplinare che integra la propria attività con quella di medici specialisti (neonatologi e pediatri).

Quali sono le tecniche principalmente utilizzate?

Si possono distinguere tecniche strutturali, che sono finalizzate a restituire mobilità alle strutture articolari secondo i fisiologici assi di movimento. La manipolazione articolare, corretta e precisa, modifica, infatti, l’informazione neurologica che parte dal segmento corporeo trattato ripristinandone la corretta trasmissione.

Si può ricorrere, inoltre a tecniche viscerali, finalizzate a ridare mobilità ed elasticità alle strutture muscolari e legamentose che sostengono e connettono gli organi allo scheletro. Le tensioni a questo livello possono essere alla base di disordini funzionali di un organo (ad esempio, stipsi o reflusso gastroesofageo) o di strutture muscolo-scheletriche ad esso collegate anatomicamente o neurologicamente (come nel caso di lombalgie croniche).

Da ultimo, si possono utilizzare tecniche craniali, cioè tecniche di mobilizzazione indirizzate a ripristinare una buona mobilità delle articolazioni e delle suture del cranio: comune è il loro utilizzo per il neonato, come anche nel caso di cefalee, otiti o sinusiti ricorrenti.

 

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