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Parkinson: cosa provoca la bradicinesia?

La bradicinesia è un sintomo complesso caratterizzato da un rallentamento anomalo dei movimenti volontari tipico della malattia di Parkinson. In pratica, la bradicinesia è la difficoltà del corpo a partire, a fare il primo passo, a compiere un movimento volontario.

Approfondiamo l’argomento con il dottor Marco Lacerenza, Responsabile di Neurologia di Humanitas San Pio X. 

Cos’è la bradicinesia?

La parola bradicinesia deriva dal greco bradys che significa “lento” e kinesis vuol dire “movimento”. La bradicinesia è quindi un’anomalia dovuta a una disfunzione nei meccanismi cerebrali che regolano l’inizio e l’esecuzione dei movimenti volontari. Le ricerche più recenti confermano che il nodo centrale della bradicinesia non sta solo nell’esecuzione lenta del gesto, ma nel momento iniziale, in cui il cervello dovrebbe decidere e accendere il comando motorio. 

Anche gesti quotidiani come camminare, alzarsi, afferrare un oggetto, in presenza di bradicinesia – sintomo principale della malattia di Parkinson e dei parkinsonismi – diventano ostacoli percettibili. In pratica, le persone con Parkinson sanno quale movimento vogliono fare, ma il corpo sembra essere frenato e restare in attesa. 

Bradicinesia: qual è la causa? 

All’origine della bradicinesia c’è la carenza di una sostanza chimica fondamentale per il movimento: la dopamina. Questa viene prodotta da una piccola area del cervello, la sostanza nera (substantia nigra), e ha un ruolo chiave nel regolare i movimenti volontari, permettendone l’avvio e il controllo.

Nelle persone con Parkinson (o con disturbi simili), le cellule nervose incaricate di sintetizzare e rilasciare dopamina vanno progressivamente incontro a degenerazione. Il risultato è una produzione sempre più scarsa di questa sostanza, con effetti a cascata sul funzionamento dell’intero sistema motorio.

In particolare, a risentirne sono alcune strutture profonde del cervello chiamate gangli della base, che agiscono come una vera e propria “centralina” dei movimenti: ricevono le informazioni dal cervello e si occupano di selezionare il gesto più adatto tra quelli possibili, per poi facilitarne l’esecuzione.

Quando però la dopamina manca, questa centralina perde efficienza. I gangli basali non riescono più a selezionare con chiarezza il movimento da attivare e l’intero processo si inceppa: il sistema diventa incerto, rallenta, e fatica a dare il via all’azione motoria.

Ed è proprio questo blocco iniziale, questa difficoltà ad avviare un gesto volontario, che si manifesta come bradicinesia.

Parkinson e parkinsonismi: cosa sono?

La malattia di Parkinson è una patologia neurodegenerativa che colpisce principalmente il controllo del movimento. È causata dalla progressiva perdita di neuroni che producono dopamina, una sostanza fondamentale per avviare e regolare i movimenti volontari. I sintomi più caratteristici sono la bradicinesia, la rigidità muscolare, il tremore a riposo e le difficoltà di equilibrio.

Con il termine parkinsonismi, invece, si indica un insieme di disturbi neurologici che presentano alcuni di questi sintomi, ma che non sono dovuti alla malattia di Parkinson vera e propria. In questi casi, i sintomi possono avere origini differenti e non rispondere, o rispondere solo parzialmente, ai farmaci dopaminergici – che mimano o aumentano la dopamina – come la levodopa. Alcuni parkinsonismi derivano da malattie neurodegenerative più complesse, come la paralisi sopranucleare progressiva (PSP), l’atrofia multisistemica (MSA) o la degenerazione cortico-basale (CBD), che coinvolgono più aree del cervello. 

Altri possono essere causati da danni vascolari, assunzione di farmaci che bloccano la dopamina o da traumi ripetuti. Riconoscere precocemente un parkinsonismo è fondamentale, perché la diagnosi corretta e precoce permette di orientare le cure e fornire un supporto più adeguato alla persona e alla sua famiglia.

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