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I pentiti del tattoo, le nuove tecniche di laserterapia

Con il caldo e l’estate, la pelle si scopre e, per 17 milioni di italiani significa mettere in mostra tattoo dalle forme tribali, fiori, il nome della persona amata. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, però, il 17% degli italiani tatuati ha manifestato il desiderio di rimuovere almeno un tatuaggio. «Nato per essere indelebile e per durare tutta la vita – spiega il dottor Fernando Marco Bianchi, dermatologo esperto di laserterapia di Humanitas San Pio X -, anche il tatuaggio risente degli effetti della modernità e del cambiamento. Se nel passato i tattoo erano solo in bianco e nero, oggi le nuove tendenze li vogliono colorati e in aree del corpo da esibire come mani, polsi e collo, e persino nell’interno delle orecchie». Con l’aumentare della richiesta di tatuaggi, però, aumentano anche i pentiti del tattoo. «Le nuove tecniche di laserterapia – dice l’esperto – consentono di eliminare i tattoo senza gli inconvenienti delle cicatrici residue sulla pelle e dei lunghi tempi di recupero che le vecchie tecniche, molto più invasive, comportavano».

Il laser funziona usando emissione di luce ad alta energia che, nelle tecnologie laser di ultima generazione, viene diretta verso la pelle e penetra nelle parti colorate del tatuaggio con impulsi brevissimi ma ad alta frequenza. «La luce laser – continua il dermatologo – viene assorbita dal pigmento del tatuaggio. Il pigmento, grazie all’effetto termico prodotto dal laser esplode, con un effetto chiamato “popocorn”, percepibile all’udito durante il trattamento. Quindi, ’esplosione frantuma i colori, preservando però integra e sana la pelle. Saranno poi le cellule “spazzino”, i macrofagi, a finire l’opera di pulizia, eliminando completamente il pigmento frantumato».

Colore, dimensione e area del corpo, fattori chiave per la rimozione del tattoo

Per la rimozione dei tatuaggi non esiste un solo tipo di laser. «In base al colore, alla dimensione e all’area del corpo in cui si trova il tatuaggio – sottolinea il dottor Bianchi – cambia il tipo di trattamento laser, il numero di sedute necessarie, il tempo tra una seduta e l’altra necessario per la rigenerazione e riparazione cellulare. Solitamente servono almeno 5 sessioni per la rimozione completa di un tattoo, ma il tipo di colore di cui è composto e la posizione possono fare la differenza. Il nero è infatti il colore che il laser elimina con più facilità rispetto ad azzurro, verde, giallo e bianco. Invece, per quanto riguarda le aree del corpo, il dorso è più facile da trattare rispetto ad altre parti del corpo. Prima del trattamento laser per la rimozione di un tatuaggio, è necessario sottoporsi a una visita medica preliminare per valutare eventuali controindicazioni. Infatti, patologie cutanee, pregresse neoplasie, presenza di cheloidi, cicatrici o lesioni cicatriziali da trauma, e alcuni tipi di farmaci possono rendere non idonei al trattamento. Anche alle donne in gravidanza e durante l’allattamento è sconsigliato sottoporsi a trattamento laser. In genere, prima di procedere con la rimozione laser del tatuaggio, si effettua una lieve anestesia topica perchè il laser potrebbe dare un po’ di fastidio nelle persone particolarmente sensibili. La durata del trattamento varia a seconda dell’estensione del tatuaggio da rimuovere, e il paziente indossa sempre occhiali protettivi per evitare eventuali danni alla retina dovuti all’emissione della luce laser. In genere, tra una seduta e l’altra trascorrono circa 3-4 settimane».

Cosa succede al tatuaggio dopo il trattamento laser?

«Il primo effetto percepibile è quello di sbiancamento della zona trattata – prosegue il Fernando Marco Bianchi, dermatologo di Humanitas San Pio X l’esperto – dovuto all’esplosione e frammentazione dei pigmenti del tattoo. La pelle può diventare arrossata, con leggeri eritemi localizzati, e gonfiarsi leggermente, con eventuale formazione di crosticine che talvolta possono dare prurito, ma si tratta di manifestazioni che si risolvono comunque nel giro di pochi giorni. Il tatuaggio, in breve, comincerà ad apparire sbiadito, fenomeno che si intensificherà ad ogni nuova sessione di laserterapia, fino alla scomparsa totale del colore. In molti casi – conclude l’esperto – possono essere consigliate creme solari ad elevata protezione per evitare che il sole, o le lampade abbronzanti, creino un’alterazione del colore della pelle, come per esempio macchie più scure (iperpigmentazione) o più chiare del colore della pelle (ipopigmentazione)».

 

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