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Primi giorni di vita, i dubbi più frequenti di mamma e papà

Nulla può preparare veramente all’emozione che accompagna la nascita del proprio neonato. Davanti a uno dei momenti più intensi della loro vita, ogni mamma e papà sperano di poter interpretare e assecondare ogni richiesta del neonato. Eppure, i dubbi sono e saranno sempre tanti, e ogni genitore sperimenterà il timore di compiere degli errori nella gestione dei bisogni del piccolo. Per questo, che si tratti della prima o di successive esperienze genitoriali, mamma e papà dovrebbero sempre chiedere il parere dell’esperto nel caso sospettassero delle alterazioni. Nella maggior parte dei casi, i dubbi che assalgono i neogenitori non devono destare preoccupazioni. Abbiamo parlato dei più comuni con il dottor Fabrizio Ciralli, responsabile di Neonatologia e Patologia Neonatale di Humanitas San Pio X. 

“Normali alterazioni” della cute nel neonato

«Uno dei primi aspetti che preoccupa i neogenitori è la cute del loro piccolo – spiega l’esperto -. Infatti, la cute del neonato presenta di solito due anomalie, che in genere allarmano i genitori, mentre invece sono condizioni transitorie che scompaiono nel giro di qualche ora o giorno. Tali alterazioni sono l’eritema tossico del neonato caratterizzato da chiazze eritematose o eritemato-edematose, spesso sormontate da elementi puntiformi vescicolosi o pustolosi, che non richiedono trattamenti specifici (creme, detergenti) e scompaiono rapidamente. La presenza, invece, di puntini bianchi, definiti cisti sebacee, sulla punta del naso rappresentano il “miglio del neonato”. È una condizione fisiologica dovuta all’incompleta maturazione delle ghiandole sebacee e alle variazioni ormonali tipiche dei primi giorni di vita. Questi brufoletti non vanno assolutamente schiacciati o trattati con creme, e spariscono spontaneamente dopo qualche giorno».  

Perdite, quando non preoccuparsi

«Un’altra anomalia che allarma spesso i neogenitori sono le perdite muco-ematiche vaginali nelle bambine – prosegue il dottor Ciralli -. Tali perdite sono espressione della “crisi genitale”, causata dall’effetto degli ormoni materni che passano tramite la placenta e scompaiono dopo le prime settimane. Le perdite muco-ematiche si possono accompagnare anche all’ingrossamento delle ghiandole mammarie (ipertrofia), dovuto sempre al passaggio degli ormoni materni, più frequente nella femmina rispetto al maschio. Inoltre nel pannolino del neonato, nei primi giorni di vita, si possono anche riscontrare delle striature arancioni riconducibili all’accumulo degli urati nell’urina».

Feci del neonato

Le famiglie spesso chiedono anche come deve essere la consistenza delle feci e il numero delle evacuazioni giornaliere. «Le feci di colore giallo-oro si riscontrano nei neonati allattati esclusivamente con latte materno, sono di consistenza semiliquida, e si possono presentare inizialmente dopo ogni poppata – continua l’esperto -. Poi il ritmo delle evacuazioni può ridursi fino a manifestarsi 1-2 volte al giorno o una volta ogni 2-3 giorni. I neonati allattati con le formule, invece, possono evacuare una volta al giorno o anche dopo 2-3 giorni e di questo non c’è da preoccuparsi».

Sonno, singhiozzo e starnuti

Mamma e papà spesso si preoccupano anche di alcuni movimenti a scatto (tipo sobbalzo, tremori) che il neonato presenta durante il sonno. «Chiamati startles spontanei – dice il dottor Ciralli – sono un indice dello sviluppo e dell’integrità del sistema nervoso centrale, e si risolvono spontaneamente nei primi mesi di vita. Anche il singhiozzo, spesso, può destare preoccupazione nella famiglia: tuttavia è un evento molto frequente nel neonato che, se risultasse troppo fastidioso, può essere alleviato attaccando il neonato al seno materno o, in caso di estrema necessità, offrendo il ciuccio. 

Infine anche gli starnuti, in assenza di altri segni di rinorrea o difficoltà respiratoria, non devono preoccupare i genitori perché sono una condizione fisiologica dovuta a una maggiore sensibilità della mucosa del naso del neonato, e indicano che il bambino sta cercando di liberare spontaneamente le cavità nasali». 

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