La protesi d’anca, che un tempo richiedeva mesi di recupero e lunghe degenze, oggi grazie a tecniche mininvasive e a percorsi di preparazione all’intervento, permette di ritrovare mobilità e qualità di vita in poche settimane dall’intervento.
Ne parliamo con il dottor Pierantonio Gardelin, chirurgo ortopedico referente di chirurgia mininvasiva anteriore e di rivestimento dell’anca di Humanitas San Pio X.
Tecniche mininvasive e recupero postoperatorio: quali sono vantaggi?
Quando l’anca è gravemente compromessa dall’artrosi o altre patologie, e le terapie conservative non bastano più a gestire il dolore, l’intervento di protesi d’anca rappresenta la soluzione per tornare a una vita attiva. Un tempo la chirurgia dell’anca prevedeva lunghe cicatrici e mesi di immobilità. Oggi, grazie allo sviluppo di tecniche mininvasive che rispettano il più possibile muscoli e nervi, e a nuovi materiali con cui vengono prodotte le protesi, il post operatorio è per il paziente meno doloroso e più rapido.
Le tecniche mininvasive prevedono due principali vie di accesso all’anca, con alcune varianti, per permettere al chirurgo di sostituire le componenti usurate con una protesi, preservando il più possibile i muscoli. Non si tratta solo di un dettaglio tecnico: infatti, ogni volta che il chirurgo riesce a preservare i tessuti (muscoli e tendini, soprattutto), il corpo subisce un minore stress chirurgico, che si traduce in meno dolore dopo l’operazione, minore necessità di farmaci antidolorifici e un ritorno alla deambulazione in tempi più rapidi. Inoltre, un più rapido ritorno alla deambulazione significa abbassare i rischi di complicanze da immobilità, come le trombosi, specie nei pazienti più anziani.
In generale, le tecniche chirurgiche mininvasive per l’intervento di protesi d’anca si possono sintetizzare in:
- via posteriore, che passa dietro il gluteo, permette di preservare i grandi muscoli del gluteo, importanti per camminare, e favorisce una riabilitazione in tempi relativamente brevi, intorno alle tre settimane dopo l’intervento.
- via anteriore, che prevede un’incisione di pochi centimetri all’altezza dell’inguine, è considerata ancora più rispettosa dei tessuti rispetto a quella posteriore, perché lascia intatti muscoli e nervi della parte anteriore della coscia. Con la via anteriore e le sue varianti, come la tecnica chiamata bikini incision, i tempi di recupero risultano ulteriormente ridotti e la protesi ha una maggiore stabilità (riduzione del rischio di lussazione della protesi).
Intervento di protesi d’anca: tempi di recupero?
Già prima dell’intervento, il paziente viene preparato dal personale sanitario su cosa aspettarsi dopo l’intervento, con l’obiettivo di ridurre al minimo i tempi di recupero e ottenere la massima autonomia fin dalle prime ore in ospedale. È importante sottolineare che i tempi di recupero possono variare molto sulla base di molteplici fattori tra cui l’età, le condizioni di salute generale e la presenza di muscolatura pre-intervento, il peso, la gravità della patologia e la motivazione del paziente.
Sulla base delle condizioni cliniche del paziente, il giorno stesso dell’intervento si inizia a muovere l’anca, anche solo con piccoli esercizi a letto o brevi passi con l’aiuto del fisioterapista. La dimissione, in genere, avviene dopo circa tre o quattro giorni, in assenza di controindicazioni. Alla dimissione, il paziente riceve un programma di riabilitazione personalizzato da praticare a casa e consigli sulla gestione delle attività quotidiane, come ad esempio salire e scendere le scale con le stampelle o come usare il WC, e un calendario di controlli programmati, tra cui la rimozione dei punti a circa 15 giorni dall’intervento dove necessario. L’obiettivo della riabilitazione (che può durare qualche settimana) è rinforzare i muscoli delle gambe, ritrovare equilibrio e sicurezza nei movimenti, in modo che attività quali salire le scale, camminare senza sostegno e svolgere le normali attività quotidiane diventano sempre più facili. Dopo circa 3-4 settimane dall’intervento, di solito è possibile guidare l’auto, ma è necessario sentire il parere del chirurgo prima di mettersi alla guida.
Visite ed esami
-
2.3 milioni visite
-
+56.000 pazienti PS
-
+3.000 dipendenti
-
45.000 pazienti ricoverati
-
800 medici