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Sport: come fanno i campioni con l’artrosi dell’anca?

Anche i campioni dello sport soffrono di dolore all’anca. In molti casi, dopo un breve periodo di ritiro dai campi da tennis o di calcio, li vediamo tornare in campo e vincere. 

Ma come fanno i campioni dello sport a tornare a giocare con l’artrosi dell’anca? 

L’abbiamo chiesto al dottor Pierantonio Gardelin, ortopedico di Humanitas San Pio X.

«L’artrosi che colpisce l’anca dei giovani sportivi professionisti ha cause diverse da quella che compare negli anziani – spiega l’esperto -, ma il dolore è uguale. Stress da overuse, cioè sforzo eccessivo in allenamenti e gare, conflitto femoro-acetabolare, ovvero una particolare condizione in cui testa del femore e acetabolo nel bacino non si articolano tra loro in modo fluido, e predisposizione individuale all’artrosi dell’anca sono alcune delle cause che possono portare la cartilagine della testa del femore a usurarsi. In particolare, il conflitto femoro-acetabolare è una causa piuttosto comune di artrosi dell’anca tra gli sportivi: basti pensare che un tennista professionista, durante un match, può dover cambiare direzione di lato, in avanti e indietro, per 2-3 ore di continuo, sottoponendo a grande stress l’anca». 

Quali sono i sintomi?

«In alcuni casi, il dolore è avvertito insieme ad uno scatto dell’anca, in altri casi il dolore è riferito all’inguine, come pubalgia – prosegue il dottor Gardelin -. A ogni movimento della gamba, la testa del femore si muove e ruota nell’acetabolo, l’osso del bacino che la accoglie, grazie alla cartilagine che la riveste. Se qualcosa come una piccola protuberanza ossea, un’anomalia nella conformazione dell’acetabolo o della testa del femore, o in presenza di altri fattori predisponenti, la cartilagine si usura precocemente, inizia il dolore. Se non trattato, il conflitto femoro-acetabolare può portare a artrosi. Alcuni sportivi sono più a rischio, come i runner, chi pratica rugby, calcio, tennis, basket, volley, ma rinunciare allo sport e alla carriera non è più l’unica strada percorribile».

Come si cura il dolore all’anca negli sportivi giovani?

«Se lo sport praticato ad alti livelli è un fattore di rischio per l’usura della cartilagine, appendere le scarpe o la racchetta al chiodo non aiuta ad arrestarla – sottolinea l’ortopedico -. Quando compare il dolore all’anca, dopo la valutazione dello specialista in ortopedia e dopo la diagnosi di artrosi giovanile da impingement femoro-acetabolare, ci sono diverse strategie per curarla: nelle fasi iniziali, artroscopia dell’anca, che permette di osservare l’articolazione al suo interno e capire l’entità reale del problema, e infiltrazioni sotto guida ecografica con acido ialuronico, possono aiutare lo sportivo a prendere tempo, continuare a praticare sport, rallentando un po’ con gare e allenamenti.

Dopo un primo periodo di beneficio, in genere gli atleti che fanno dello sport la loro carriera professionale e quindi non possono smettere di allenarsi e gareggiare, devono ricorrere all’intervento chirurgico di protesi. Tra le varie protesi di anca, la protesi di rivestimento femorale, che conserva l’articolazione ma riveste la parte malata con uno strato di metallo biocompatibile, ha il vantaggio di risolvere il dolore, mantenere invariata la funzione dell’anca, impedire all’osso di usurarsi. Adatto a tutti gli sportivi, questo tipo di chirurgia ha indicazioni precise, che devono essere valutate caso per caso».

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