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Tumore al seno e mammografia: prima la diagnosi, migliore è l’esito delle cure

Il tumore al seno, chiamato anche carcinoma mammario, colpisce una donna su otto nell’arco della vita, ed è la prima causa di morte per tumore nelle donne. La diagnosi precoce resta la prima risorsa per intercettare la malattia e trattarla nelle fasi iniziali. In questo modo, grazie alla diagnosi precoce con mammografia ed ecografia periodica, aumenta la possibilità di un miglior esito favorevole delle cure. 

Ne parliamo con la dottoressa Sara Galli, senologa esperta in diagnostica di Humanitas San Pio X.

Quanto è importante la mammografia?

«La mammografia è l’esame diagnostico più importante per la diagnosi precoce del carcinoma mammario nella fascia di età dai 40 anni – spiega l’esperta -. Nelle donne dopo i 50 anni, quando aumenta l’incidenza del tumore, lo screening mammografico è l’esame che consente di identificare le lesioni tumorali in fase pre-clinica, ovvero ancor prima che il nodulo sia palpabile e, come dimostrato in letteratura, contribuisce anche a ridurre il rischio di ritardi diagnostici specie nelle donne over 50. Infatti, come evidenziato dall’autorevole rivista scientifica BMJ, un ritardo di 8-12 settimane nell’intraprendere le cure farmacologiche o chirurgiche influenza i tempi della guarigione, e contribuisce ad aumentare fino all’8% la mortalità per cancro al seno rispetto alle donne che vengono curate nei tempi giusti.

Ancor più sensibile e specifica per la diagnosi del carcinoma mammario è la mammografia digitale in tomosintesi, che rappresenta un’evoluzione della mammografia “tradizionale” perché permette di rilevare lesioni precancerose anche in seni cosiddetti a densità elevata in cui, con la mammografia tradizionale, è possibile che la ghiandola mammaria densa nasconda le lesioni in fase pre-clinica». 

Mammografia: quando iniziare e ogni quanto farla?

«L’incidenza del tumore alla mammella aumenta con l’aumentare dell’età – sottolinea la dottoressa Galli -. Nelle donne dopo i 45 anni, ma prima in quelle che hanno familiarità per tumore alla mammella, la mammografia è l’esame di riferimento per la diagnosi precoce di carcinoma mammario. Tuttavia, specie in presenza di familiarità per il tumore al seno, è importante che la prevenzione inizi con l’ecografia mammaria già dai 30 anni, mentre alle donne con mutazione genetica accertata (BRCA) è raccomandato sottoporsi a protocolli di diagnosi che prevedono anche altri esami. 

La mammografia è l’esame che rientra nel programma di screening per la diagnosi precoce del tumore mammario, che in Italia è offerto gratuitamente ogni due anni alle donne tra 50 e 59 anni. In Lombardia e in alcune altre Regioni, l’invito ad accedere allo screening mammografico gratuito è esteso anche alle donne di età tra 45 e 49 anni, con una cadenza annuale, in linea con quanto suggerito dalla letteratura scientifica. Tuttavia, l’esecuzione della mammografia e la sua cadenza dipendono anche dalla valutazione del medico radiologo. Infatti, alle donne con ghiandola mammaria particolarmente densa, è raccomandato sottoporsi ogni anno alla mammografia, come dimostrato da numerosi studi scientifici. Invece, per motivi di radioprotezione, la mammografia non deve mai essere eseguita con intervalli inferiori a 12 mesi, ma se compaiono sintomi clinici prima del successivo appuntamento è sempre possibile effettuare un’ecografia mammaria che non prevede radiazioni ionizzanti. Nelle donne con ghiandola mammaria poco densa o se non è presente familiarità per tumore mammario, l’intervallo tra le mammografie può essere di due anni, ma in presenza di ogni variazione o sintomo è importante contattare il proprio medico per anticipare la mammografia o effettuare l’ecografia mammaria».

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