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Tumore alla mammella, l’importanza di rivolgersi ad un centro multidisciplinare

Grazie ad un approccio multidisciplinare, il Centro di Senologia di Humanitas San Pio X è in grado di seguire la donna dalle prime fasi diagnostiche e terapeutiche fino alle successive possibili evoluzioni della malattia. Obiettivo principale è quello di mettere al centro dell’attenzione la donna e offrirle un corretto percorso diagnostico-terapeutico di qualità.

A raccontarci il percorso offerto sono intervenuti la dottoressa Maria Antonietta Nosenzo, il dottor Dario Rovini insieme al dottor Gianmaria Danesini.

Fattori di rischio e prevenzione

La dottoressa Maria Antonietta Nosenzo, specialista in Chirurgia Generale ad indirizzo oncologico del Centro di Senologia di Humanitas San Pio X, sottolinea che “è estremamente importante parlare di prevenzione quando ci approcciamo al tumore della mammella, tenuto conto dell’alta incidenza di questa neoplasia. Sono stati calcolati nel 2016 circa cinquantamila nuovi casi”.

Il principale fattore di rischio è legato all’età e poi vi sono una serie di cofattori che possono influire e indurre l’insorgenza di questa neoplasia, come i fattori riproduttivi: un lungo periodo fertile per la donna, la mancanza di gravidanze o gravidanze dopo i trent’anni. Estrema importanza hanno anche i fattori ormonali, come per esempio l’assunzione per molti anni degli estroprogestinici ad attività sintetica.

È basilare ricordare lo stile di vita, soprattutto legato all’alimentazione (dieta ricca di grassi e povera di fibre), all’abuso di alcol e al vizio del fumo; e poi vi sono fattori legati a patologie concomitanti, come ipertensione, diabete, obesità e ipercolesterolemia.

Non bisogna poi dimenticare il ruolo che può avere la radioterapia sul torace, una pregressa neoplasia della mammella o numerosi casi di tumore mammario in famiglia.

Qual è il tasso di mortalità?

La mortalità è in leggero calo e questo dato è estremamente importante. Il calo è dovuto a due elementi fondamentali: una maggior sensibilizzazione delle donne a eseguire controlli clinico-strumentali periodici che hanno permesso di avere un anticipo diagnostico e i nuovi progressi in termini di terapia.

Quali sono i consigli per una corretta prevenzione?

Innanzitutto sottoporsi a controlli clinico-strumentali periodici e poi laddove possibile, far riferimento a una Breast Unit, dove trovare un’equipe multidisciplinare che pone al centro la donna in tutto questo lungo percorso di malattia e di guarigione.

La diagnosi: clinica e radiologica

Il percorso di diagnosi in ambito senologico prevede accertamenti clinico-strumentali che forniscono una valutazione dello stato di salute della ghiandola mammaria e anatomo-patologici, qualora i primi evidenzino la presenza di una sospetta patologia tumorale.

Diagnosi clinica

Come spiega il dottor Dario Rovini, specialista in Chirurgia generale e Oncologia del Centro di Senologia: “Il chirurgo senologo è la componente più importante e iniziale per la donna, sia per quella asintomatica, sia per quella sintomatica.

La diagnosi clinica permette di avere un’informazione completa dal punto di vista anamnestico, familiare, oncologico e per quanto riguarda soprattutto i tumori della mammella e dell’ovaio, l’attività riproduttiva, l’allattamento, le terapie ormonali”.

In presenza di un nodulo mammario, per esempio, che viene scoperto nella maggior parte dei casi da una donna, se ne valutano i limiti, l’eventuale dolorabilità, la superficie e la consistenza: tutti elementi che consentono di orientare verso una diagnosi o verso un’altra.

Come si svolge la visita?

La visita clinica si sviluppa con un’ispezione e una palpazione; si valutano anche eventuali alterazioni cutanee, come retrazione o eritema, tutti dati importanti per orientare una diagnosi.

Questo primo riscontro deve essere confrontato con quella che è l’esecuzione degli esami strumentali che portano a una diagnostica di secondo livello, che in genere consiste in un’agobiopsia ecoguidata o non ecoguidata o con altre strategie terapeutiche che poi conducono a una valutazione multidisciplinare di quelli che sono i trattamenti terapeutici proposti e ormai selezionati caso per caso in base alla diagnosi clinica, alla struttura della ghiandola mammaria e alle sue dimensioni.

Tumore alla mammella, l’importanza della diagnostica per immagini

La diagnostica per immagini è fondamentale in quanto permette di diagnosticare precocemente il tumore, che viene sorpreso da queste metodiche in una fase pre-clinica.

Come spiega il dottor Gianmaria Danesini, Responsabile del Servizio di Diagnostica per immagini di Humanitas San Pio X: “La mammografia è sicuramente l’esame di riferimento, che permette tramite un apparecchio dedicato, digitale diretto, a basso dosaggio, e mediante alcune proiezioni ortogonali di inquadrare rapidamente la ghiandola mammaria e di esprimere un giudizio diagnostico per quanto riguarda piccole lesioni di tipo nodulare, microcalcifico o distorsivo ghiandolare”.

L’aiuto dell’ecografia

Nelle mammelle adipose radiotrasparenti delle donne generalmente in postmenopausa la sensibilità sarà molto elevata. Nelle donne giovani a ghiandola radiopaca fibro-ghiandolare la sensibilità diagnostica è invece ridotta. La mammografia verrà quindi integrata con l’ecografia mammaria, un esame che tramite sonde lineari dedicate permette di valutare anche piccole lesioni non altrimenti visualizzabili.

La combinazione di mammografia ed ecografia mammaria

In questi ultimi anni, mammografia ed ecografia vengono spesso abbinate, anche perché è stato dimostrato che l’accuratezza diagnostica delle immagini combinate mammografiche ed ecografiche è di gran lunga superiore a quella dell’esame singolo.

Vengono inoltre utilizzate per le agobiopsie mammarie, in quanto veicolano l’ago alla sospetta lesione neoplastica e permettono il prelievo di frustoli di tessuto da destinare al patologo per l’analisi finale.

Che cos’è la tomosintesi?

La tomosintesi è un’importante recente tecnica mammografica che permette di valutare, sempre da un punto di vista radiologico, la mammella strato dopo strato, millimetro dopo millimetro su diversi piani diagnostici.

Che cos’è la Risonanza Magnetica?

“Altro complemento diagnostico importante,la Risonanza Magnetica permette di valutare con elevata sensibilità diagnostica le lesioni mammarie di piccole dimensioni, ma necessita di tempi di acquisizione piuttosto lunghi, il posizionamento del paziente non è agevole, deve essere sempre usato il mezzo di contrasto e spesso induce claustrofobia”, conclude il dottor Danesini.

Quali sono i possibili trattamenti chirurgici per il tumore alla mammella?

“Il trattamento chirurgico è il primo atto verso la terapia, che spesso è molto complessa e molto articolata”, spiega il dottor Sergio Orefice,specialista in Chirurgia generale e Oncologia del Centro di Senologia di Humanitas San Pio X.

La teoria a cui si è giunti è quella di asportare il minimo indispensabile per guarire la paziente e questo è fondamentale, perché ha permesso trattamenti estremamente conservativi in termini estetici e funzionali.

Come si svolge la quadrantectomia?

La quadrantectomia, che è l’asportazione della parte della mammella contenente il nodulo tumorale, rappresenta l’80% dei trattamenti fattibili per carcinomi. 

Come procedere con l’asportazione dei linfonodi?

Rispetto agli anni passati, oggi con la metodica del linfonodo sentinella l’asportazione dei linfonodi è doverosa solo in caso di loro positività metastatica.

Come si esegue la mastectomia?

Conoscendo meglio la biologia, la diffusione della malattia e le terapie successive che possono essere applicate in caso di carcinoma, si è arrivati a mastectomie molto più conservative: in casi selezionati e molto ben studiati, la pelle sopra la mammella, il capezzolo e l’areola possono essere conservati.

Quali terapie vanno affiancate?

Tutta la terapia conservativa della mammella deve essere seguita da terapie complementari locali, come la radioterapia, e come tutti i carcinomi deve essere seguita da trattamenti generali che possano allontanare la possibilità di ripetizione della malattia in altri organi al di fuori della mammella.

Questo approccio multidisciplinare è il reale punto di forza per una corretta pianificazione diagnostica e terapeutica che garantisce alla paziente la migliore possibilità di cura. Di fondamentale e uguale importanza durante tutto l’iter è il rapporto medico-paziente in cui informazionecomunicazione e condivisione sono elementi fondamentali per ogni atto diagnostico, terapeutico e di follow up.

Tutti gli approfondimenti all’interno dei video.

 

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