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Vene tortuose e blu, crampi notturni, gonfiore e dolore: cosa fare?  

Un lungo periodo di inattività e sedentarietà può peggiorare i sintomi di chi soffre di varici, vene varicose, ma anche di stasi venosa degli arti inferiori. Anche chi non soffriva di patologie del sistema vascolare prima dell’emergenza sanitaria, però, anche a causa di qualche chilo di troppo, potrebbe aver notato un gonfiore delle gambe che, talvolta, può dare dolore o fastidio. Abbiamo chiesto al dott. Dario Monti, chirurgo vascolare e angiologo di Humanitas San Pio X cosa fare in caso di gonfiore o comparsa di varici. 

Gambe gonfie e varici, cosa fare in caso di dolore e gonfiore

Quando si presentano questi sintomi, è opportuno rivolgersi allo specialista per la valutazione del sistema venoso degli arti inferiori. «La stasi venosa, ovvero il ristagno di sangue nelle vene degli arti inferiori spiega l’esperto – è responsabile dei sintomi e del gonfiore della parte inferiore delle gambe. Se il sistema venoso è sano, il sangue risale verso il cuore e i polmoni per ossigenarsi. Invece, se per diversi fattori (età, familiarità, obesità e sovrappeso, abitudine al fumo), la parete delle vene perde elasticità, questo meccanismo di ritorno venoso del sangue dagli arti inferiori al cuore e ai polmoni si altera, determinando la formazione di varici. Le varici, chiamate anche vene varicose, sono causate da malattie del sistema venoso superficiale degli arti inferiori, di cui fanno parte anche le teleangectasie, ovvero la dilatazione permanente di piccole venule che diventano gonfie, dolorose al tatto, mentre le vene acquistano i segni caratteristici di forma tortuosa e colore bluastro. In molti casi, la malattia del sistema venoso si può associare a un’alterazione del sistema linfatico degli arti inferiori; quando accade, le varici appaiono più gonfie e aumenta la pesantezza e il gonfiore delle gambe, con crampi notturni, prurito e dolore fino al polpaccio».

Calze compressive o intervento chirurgico?

La soluzione alle varici non è sempre chirurgica, ma visita specialistica ed ecocolordoppler sono necessari per stabilire entità del problema e terapia. «L’EcoColorDoppler è una metodica non invasiva e ripetibile ogni volta che è necessario, che permette di studiare le parete delle vene, il flusso ematico e monitorare la patologia vascolari, evidenziando anche le più piccole lesioni delle pareti dei vasi, valutandone con precisione l’entità – sottolinea il dottor Monti -. Questo, insieme all’anamnesi clinica rilevata durante la visita, ovvero alle informazioni sulla storia personale e familiare del paziente, e alle sue abitudini di vita e lavorative, aiuta a valutare la terapia più efficace. In molti casi, può essere utile correggere lo stile di vita, fare attività fisica, smettere di fumare e perdere peso, oppure anche indossare calze elastiche compressive, il cui grado di compressione è stabilito dallo specialista in base al problema del paziente, e terapia flebotonica. Infine, ma solo nei casi più severi, può essere indicato il trattamento chirurgico, oggi sempre più mini invasivo, come soluzione al problema».

Chirurgia vascolare
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