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Abbassare il colesterolo LDL è sufficiente a ridurre il rischio cardiovascolare?

Le malattie cardiovascolari rappresentano una delle principali cause di mortalità a livello globale. Alti livelli di colesterolo LDL si sono dimostrati un fattore predittivo di eventi cardiovascolari e cerebrovascolari (ictus), evidenziando l’importanza di terapie mirate e preventive, incluso il ruolo fondamentale dell’alimentazione e
dello stile di vita.

Approfondiamo l’argomento con il dottor Gianluca Ruffin, responsabile di cardiologia di Humanitas San Pio X. 

Colesterolo LDL e rischio cardiovascolare

Elevati livelli ematici di trigliceridi e colesterolo LDL (o colesterolo non-HDL) sono caratteristici di una condizione, chiamata dislipidemia, nota come fattore predittivo e di rischio per le malattie cardiovascolari, quali coronaropatie, ictus e infarto.

In particolare, elevati livelli di colesterolo LDL – che ha il compito di trasportare circa il 60-70% del colesterolo sierico dal fegato ai tessuti periferici – sono risultati dannosi poiché possono dare inizio al processo di aterosclerosi, con la formazione di placche ateromasiche che si depositano sulle pareti arteriose. Questo comporta una limitazione pericolosa del flusso di sangue al cervello, in caso delle arterie carotidi, o al cuore, nel caso di interessamento coronarico con l’aumento del rischio di ictus e infarto.

Infine, elevati livelli di colesterolo LDL sono spesso associati all’infiammazione cronica a livello vascolare, condizione che provoca:

  • un’accelerazione del processo aterosclerotico
  • instabilità delle placche ateromasiche
  • aumento del rischio di eventi trombotici.

Secondo recenti studi, la combinazione di elevati livelli di lipidi e infiammazione crea un ambiente particolarmente favorevole allo sviluppo di complicanze cardiovascolari, rendendo necessario un approccio terapeutico adeguato il più precocemente possibile. 

In presenza di valori elevati di colesterolo LDL e di altri fattori di rischio cardiovascolare – fumo, diabete, ipertensione, familiarità -, è quindi fondamentale rivolgersi a uno specialista cardiologo per una valutazione personalizzata del profilo di rischio. 

Prevenzione cardiovascolare: terapie farmacologiche

Le statine, farmaci utilizzati per ridurre il colesterolo, hanno dimostrato di diminuire in modo significativo la mortalità e il rischio di nuovi eventi cardiovascolari e cerebrovascolari. Tuttavia, concentrarsi solo sulla riduzione del colesterolo LDL, può non essere sufficiente, secondo alcuni studi, ma è necessario considerare anche le abitudini di vita. Per questo motivo, la gestione del rischio cardiovascolare include:

  • trattamento degli altri fattori di rischio (fumo, diabete, obesità, ipertensione),
  • adozione di uno stile di vita sano e sostenibile per il paziente.

Secondo le linee guida ESC/EAS 2025, in Italia la terapia con statine è indicata in base al rischio cardiovascolare globale del paziente e ai livelli di colesterolo LDL. Questi farmaci inibiscono un enzima chiave nella sintesi del colesterolo, riducendo i valori di LDL e la produzione epatica, migliorando al contempo l’infiammazione, aumentando il colesterolo HDL e stabilizzando le placche ateromasiche.

Il trattamento con statine è di norma a lungo termine e richiede controlli clinici e di laboratorio regolari per verificare l’efficacia e adeguare il dosaggio. Pur essendo sicure ed efficaci, le statine possono causare alcuni effetti collaterali, tra cui:

  • dolori muscolari (mialgie)
  • aumento temporaneo delle transaminasi (raro e reversibile)
  • lieve incremento del rischio di diabete nei soggetti predisposti
  • disturbi digestivi, nausea
  • cefalea, vertigini o insonnia.

La maggior parte di questi effetti è lieve e scompare con la sospensione o la riduzione del dosaggio. È importante segnalare tempestivamente al medico eventuali sintomi sospetti.

Colesterolo LDL: stile di vita e dieta

Per ottenere il massimo beneficio è raccomandato accompagnare la terapia farmacologica con uno stile di vita salutare che prevede: 

  • smettere di fumare (priorità assoluta nella prevenzione cardiovascolare)
  • seguire una dieta mediterranea, ricca di frutta, verdura, legumi e cereali integrali, limitando grassi saturi e trans, carni rosse e latticini; l’olio extravergine d’oliva deve essere la principale fonte di grassi
  • praticare attività fisica regolare: almeno 150 minuti a settimana di esercizio moderato (camminata veloce, nuoto, ciclismo) o 75 minuti di attività moderata-intensa, secondo le indicazioni dello specialista
  • mantenere un peso corporeo adeguato
  • gestire lo stress
  • dormire 7-8 ore per notte
  • limitare l’alcol
  • eseguire controlli periodici di pressione, glicemia e profilo lipidico.

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