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Visita Cardiologica


Che cos’è la visita cardiologica?

La visita cardiologica è una visita medica specialistica, durante la quale il medico cardiologo, parlando con il paziente e visitandolo, raccoglie gran parte delle informazioni utili a formulare una diagnosi o un sospetto diagnostico in risposta ai sintomi o disturbi che hanno condotto il paziente all’osservazione del cardiologo.

Eventuali informazioni mancanti a definire con certezza la diagnosi sospettata dal cardiologo potranno essere raccolti in un secondo momento, dai risultati di test aggiuntivi che lo specialista richiederà al termine della visita e che il paziente provvederà ad effettuare in seguito.

A che cosa serve?

La visita cardiologica è in genere finalizzata a definire l’origine di sintomi e disturbi accusati dal paziente e, una volta effettuata la diagnosi, ad impostare una terapia efficace.

In altri casi la visita cardiologica è mirata a programmare un percorso di esami da effettuare, per una migliore definizione diagnostica o per un adeguato monitoraggio della risposta alla terapia precedentemente impostata.

Altre volte, infine, la visita cardiologica è richiesta dal paziente che voglia eseguire un controllo preventivo, in pieno benessere, come screening finalizzato all’eventuale diagnosi molto precoce di patologie cardiache che non hanno ancora generato disturbi evidenti.

Come si svolge?

Gran parte della visita cardiologica consiste in un approfondito colloquio tra Medico e paziente: si tratta del momento della cosiddetta “anamnesi”. Durante la raccolta dell’anamnesi il colloquio non è casuale ma, una volta che il paziente abbia esposto quale sia il problema specifico che lo ha condotto alla visita, il dialogo viene oculatamente gestito dallo specialista attraverso domande mirate, che seguono un ragionamento clinico ben preciso, senza che sia mai perso di vista l’obiettivo fondamentale: effettuare una diagnosi. Fanno parte della raccolta anamnestica non solo domande relative ai sintomi e disturbi riferiti dal paziente al momento della visita, ma anche domande che solo apparentemente sembrano esulare dal contesto, ma dalle cui risposte si ottengono informazioni significative: per esempio domande riguardanti la famiglia del paziente o domande su altre patologie, non cardiovascolari, di cui il paziente può aver sofferto in passato.

Un momento molto importante, che integra la raccolta dell’anamnesi, è l’analisi da parte del Cardiologo della documentazione medica precedente: lo specialista legge i referti di visite mediche precedenti e di esami strumentali effettuati prima della visita attuale, raccogliendo informazioni fondamentali per il percorso diagnostico. I dati provenienti da documenti medici precedenti sono infatti informazioni preziose ed insostituibili, di natura molto tecnica e con elevata attendibilità. Essi costituiscono pietre angolari dell’edificio “diagnosi” che il Cardiologo sta costruendo e non possono essere in alcun modo sostituite, in caso di mancanza di documentazione, dal racconto fatto dal paziente di ciò che è accaduto nel suo percorso medico prima della visita attuale. Per questo motivo è sempre molto importante che il paziente porti sempre con sé alla visita cardiologica tutta la documentazione medica precedente che lo riguarda.

In genere la richiesta di visita cardiologica è associata anche alla richiesta di eseguire un elettrocardiogramma, per il quale si rimanda al paragrafo dedicato. La lettura dell’elettrocardiogramma fornisce ulteriori informazioni fondamentali allo svolgimento della visita stessa.

La visita cardiologica si completa con l’esame del paziente: è il momento chiamato “esame obiettivo”, in cui il medico raccoglie i dati “fisici” attraverso quattro momenti fondamentali dell’esame medico, che tecnicamente sono chiamati: (1) ispezione, (2) palpazione, (3) percussione e (4) auscultazione. Mentre per i primi tre passaggi sono sufficiente vista, udito e mani del medico, per il quarto momento è necessario l’uso di uno strumento chiamato “stetoscopio” (dal greco: Stéthos = petto, e Scopéo = osservo: letteralmente “strumento per osservare ciò che sta nel petto”), che permette di auscultare i suoni di origine cardiaca e polmonare con migliore definizione rispetto all’orecchio nudo.

A completamento della visita cardiologica viene generalmente misurata la pressione arteriosa con uno strumento che si chiama “sfigmomanometro” (dal greco: Sfigmòs = polso; manòs = poco denso, quindi fluido; métro = misurare: “strumento per misurare la pressione del fluido che pulsa”, cioè nei vasi sanguigni), che consiste in un bracciale che viene posizionato sopra al gomito del paziente e viene gonfiato leggermente e poi sgonfiato: mentre il bracciale si sgonfia gradualmente, il cardiologo può percepire le pulsazioni e quindi calcolare i valori di pressione arteriosa.

Sono previste norme di preparazione?

Per la visita cardiologica come per ogni visita medica non sono necessarie particolari preparazioni del paziente, se non la comune igiene personale e l’accortezza di portare con sé la documentazione medica precedente.

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