Cos’è l’esofago di Barrett?
L’esofago di Barrett è una condizione caratterizzata dalla presenza di danni a livello della mucosa che riveste l’esofago, spesso diagnosticato in persone con reflusso gastroesofageo cronico. L’esofago di Barrett è una complicanza della malattia da reflusso gastroesofageo che si verifica quando, a causa dell’esposizione ripetuta della mucosa dell’esofago all’acidità tipica del reflusso, il tessuto di rivestimento dell’esofago viene sostituito con mucosa di tipo intestinale (metaplasia intestinale), generata dall’esofago stesso.
La presenza dell’esofago di Barrett aumenta il rischio di sviluppare il cancro all’esofago. Il monitoraggio con esami periodici permette di individuare la presenza nell’esofago di cellule precancerose (displasia).
Quali sono le cause dell’esofago di Barrett?
Le cause della comparsa dell’esofago di Barrett si riscontrano nell’esposizione ripetuta della mucosa esofagea all’acidità del reflusso gastroesofageo. Il tessuto che l’esofago genera in risposta al contatto con l’acido del reflusso è da considerare come una difesa all’acidità.
Quali sono i sintomi dell’esofago di Barrett?
In molti casi, l’esofago di Barrett può non manifestare sintomi o presentarsi con i sintomi tipici della malattia da reflusso gastroesofageo. I sintomi, anche se più accentuati e prolungati, si riferiscono a bruciore, difficoltà a deglutire, dolore toracico, dolore nella parte superiore dell’addome, tosse secca, nausea.
Come si diagnostica l’esofago di Barrett?
L’esofago di Barrett si diagnostica attraverso la gastroscopia o endoscopia digestiva superiore, che permette di osservare direttamente la mucosa dell’esofago e di prelevare campioni di tessuto (biopsie) per analisi istologica. La gastroscopia è l’esame di riferimento. Un endoscopio (un sottile tubo flessibile con una telecamera all’estremità) viene inserito attraverso la bocca per ispezionare l’esofago. In presenza di esofago di Barrett, il medico può osservare una colorazione anomala della mucosa, che appare più simile a quella intestinale.
Durante la gastroscopia, vengono prelevati con la biopsia piccoli frammenti di tessuto dall’area sospetta. Questi campioni vengono poi analizzati al microscopio da un anatomo-patologo, per confermare la presenza di metaplasia intestinale (cioè la sostituzione dell’epitelio squamoso esofageo con epitelio colonnare, tipico dell’intestino).
Se l’esofago di Barrett è confermato, il medico può consigliare ulteriori accertamenti per valutare la presenza di alterazioni cellulari precancerose, che viene classificata in basso grado o alto grado (stadiazione).
La diagnosi precoce è fondamentale per attivare un programma di sorveglianza endoscopica periodica e ridurre il rischio di progressione verso l’adenocarcinoma esofageo.
Quali sono i trattamenti per l’esofago di Barrett?
Nei casi in cui sia già presente una trasformazione cellulare con displasia è possibile eseguire, durante la gastroscopia e dopo attenta valutazione, un trattamento di ablazione termica (radiofrequenza) delle cellule. Tale trattamento potrebbe richiedere più sedute in base all’estensione della malattia. In caso invece di lesioni displasiche rilevate rispetto alla mucosa esofagea è possibile eseguire una asportazione completa della lesione stessa, così da eliminare le cellule in trasformazione.
Come si previene l’esofago di Barrett?
Per prevenire il rischio di sviluppare esofago di Barrett è utile alleviare il reflusso. Pertanto, può aiutare la prevenzione suddividere in 4-5 piccoli pasti l’alimentazione giornaliera, evitare eccessivo consumo di cibi grassi e alcol, ridurre il consumo di cioccolato, menta, caffè e tè, che stimolano il reflusso, evitare di sdraiarsi dopo i pasti.
La visita gastroenterologica serve a confermare la presenza o meno di patologie dell’apparato gastrointestinale e a stabilire eventuali esami specifici di approfondimento diagnostico per delineare un percorso terapeutico specifico.