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Aborto ricorrente: cruciali due fattori maschili

Le cause di abortività spontanea ricorrente non devono essere ricercate solamente nella donna ma anche nell’uomo, come è stato recentemente evidenziato in due innovativi studi condotti e pubblicati dal gruppo di ricerca della Professoressa Nicoletta Di Simone, Professore Ordinario di Ginecologia e Ostetricia presso Humanitas University, Direttore della Scuola di Specializzazione in Ginecologia ed Ostetricia di Humanitas University e Responsabile del Centro Multidisciplinare di Patologia della Gravidanza di Humanitas San Pio X. 

Gli studi condotti dal gruppo di ricerca hanno preso in considerazione le possibili cause maschili in coppie con insuccesso ostetrico ripetuto nel primo trimestre. Queste coppie fino ad ora sono state poco studiate e la ricerca ha ottenuto risultati rilevanti, che aprono la strada a trattamenti mirati anche sull’uomo con la finalità di ottenere una gravidanza con successo. Questo dimostra l’importanza che la ricerca di tipo traslazionale ha sulla condotta clinica in una struttura come Humanitas San Pio X.

Approfondiamo l’argomento con la Professoressa Nicoletta Di Simone.

Abortività spontanea e fattori maschili: cosa dice la letteratura scientifica sull’argomento

L’abortività spontanea ricorrente è definita come due o più aborti spontanei ripetuti. Si tratta di un fenomeno non raro, che ha un’incidenza del 5-6% nella popolazione femminile, e che sta aumentando negli anni. Dal momento che in circa il 40% dei casi di aborto spontaneo non è possibile individuare una causa evidente (abortività idiopatica o sine causa, cioè senza causa evidente), l’obiettivo della ricerca scientifica è indagare possibili cause in campi non ancora completamente esplorati, spingendosi al di là di quella che in passato veniva identificata come una completa responsabilità (causa) femminile. Il ruolo dei fattori maschili, come ad esempio, la qualità dello sperma, l’inquinamento e lo stile di vita, è quindi stato oggetto di diverse linee di ricerca nell’indagine dei meccanismi e delle cause di abortività idiopatica ricorrente. 

In coppie con abortività spontanea ricorrente idiopatica è stata osservata una correlazione tra un’aumentata incidenza di infezione da HPV nel maschio e un alto indice di frammentazione del DNA contenuto negli spermatozoi, e un tasso maggiore di aborti spontanei ricorrenti. Questi dati sono stati comprovati da due studi sperimentali condotti da Humanitas University in collaborazione con il Policlinico Gemelli di Roma e con l’Università di Padova, pubblicati su due riviste internazionali di alta rilevanza nel settore, quali Fertility and Sterility e Andrology. A questo si aggiungono i risultati di una revisione sistematica e metanalisi, ovvero uno studio che riassume dati già presenti nella letteratura scientifica disponibile e pubblicato anch’esso su Andrology, che suggeriscono come alcuni parametri specifici  siano associati ad abortività ricorrente, nonostante non implichino necessariamente una relazione causale con la poliabortività.

Frammentazione del DNA degli spermatozoi e HPV seminale: cosa sono?

Le cause dell’abortività spontanea idiopatica rimangono ancora poco conosciute nel 40% dei casi e, spesso, questa condizione è associata a conseguenze cliniche e psicologiche negative per la donna, per l’uomo e per la coppia. In questo contesto, è emerso che l’integrità del DNA spermatico è un parametro particolarmente importante, in quanto gli spermatozoi con un alto livello di frammentazione del DNA seminale possono essere vivi, mobili e avere una morfologia normale ma se l’ovocita, una volta fecondato, non riesce a ripristinare l’integrità del DNA, lo sviluppo dell’embrione può essere compromesso. Le conseguenze in termini di risultati riproduttivi possono essere molteplici e vanno dall’infertilità all’aborto spontaneo.

Inoltre, nonostante le infezioni sessualmente trasmissibili siano da tempo state considerate come una causa di infertilità maschile, tuttavia fino ad oggi non erano ancora state investigate come possibili cause di abortività idiopatica. Lo studio ha evidenziato come l’infezione dello sperma da papilloma virus umano (HPV) influisca negativamente sulla fertilità, che comprende sia la capacità di concepire sia di portare a termine la gravidanza. Questo è confermato anche dal fatto che la prevalenza dell’infezione seminale da HPV è notevolmente più alta negli uomini con infertilità (21%) rispetto alla popolazione generale (8%). 

I risultati della ricerca sull’abortività spontanea sine causa

Quello che emerge chiaramente dai dati analizzati è la necessità che i ginecologi considerino i fattori sia materni sia paterni nella valutazione delle coppie con abortività senza causa evidente. In merito ai fattori di rischio maschili, la rottura del DNA contenuto negli spermatozoi e la presenza di infezione HPV seminale hanno dimostrato di esercitare un’influenza profonda anche sullo sviluppo dell’embrione e non solo sulla fertilità maschile

Alla luce di questi risultati, il test della frammentazione del DNA contenuto negli spermatozoi e la vaccinazione contro l’HPV possono rivelarsi come strumenti per migliorare l’approccio sia diagnostico e terapeutico alla problematica dell’aborto spontaneo idiopatico (aiutando le coppie nell’ottenere e portare a termine la tanto desiderata gravidanza) sia preventivo (accelerando il trattamento di un’infezione spermatica da HPV). Tutto questo, ancora una volta, mette in evidenza l’importanza dell’approccio multidisciplinare alla valutazione dell’abortività spontanea ricorrente, in cui ginecologo e andrologo collaborano e valutano insieme la coppia e i fattori di rischio di abortività spontanea, al fine di determinare insieme il percorso di terapia più adatto per il concepimento.

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