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Artrosi d’anca: cosa fare per non rinunciare al running?

Il dolore dell’anca è uno dei fattori che possono far appendere al chiodo le scarpe di campioni olimpici. Ma smettere di correre, rinunciare a gare importanti, alla carriera agonistica o a una passione per il running a causa del dolore all’anca, non sempre è l’unica opzione. 

Ne parliamo con il dottor Pierantonio Gardelin, chirurgo ortopedico referente di chirurgia mininvasiva anteriore e di rivestimento dell’anca di Humanitas San Pio X. 

Cosa è importante sapere prima di iniziare a correre

Il running è uno sport che fa molto bene a chi non ha problemi di anca; tuttavia, in genere, chi pratica questo sport non sa di avere problemi all’anca fino a quando non si blocca a causa di infiammazione, dolore articolare da sovraccarico, artrosi. Insieme a problemi all’anca, spesso possono essere presenti anche diverse problematiche posturali di appoggio del piede, per esempio, e di colonna vertebrale.

Conoscere i diversi fattori di rischio individuali, come la presenza di un appoggio del piede in pronazione o supinazione, problemi muscolari come la sindrome della bandelletta ileotibiale (la tendinite tipica dei runner), oppure conflitto femoro-acetabolare, può aiutare a “correre consapevolmente”, ovvero a compiere scelte adeguate per preservare la salute della propria anca ed evitare che uno sport e una passione possano essere causa di dolore. 

Cosa fare per prevenire problemi all’anca

Prima di scegliere la corsa come il proprio sport del cuore, sarebbe importante:

  1. valutare il proprio equilibrio posturale: è consigliabile rivolgersi a un fisioterapista per effettuare una valutazione globale dell’apparato muscolo scheletrico, dalla colonna ai piedi, per la prevenzione del dolore all’anca, ma anche alla schiena, frequente nei runner.
  2. scegliere la scarpa in base al proprio appoggio del piede: nei negozi specializzati in articoli per il running, spesso sono presenti apparecchiature e personale formato per effettuare una valutazione dell’appoggio del piede, prima di acquistare le scarpe da running. Una calzatura corretta, da cambiare abbastanza frequentemente, a volte usando anche plantari o delle solette interne per eventualmente bilanciare bene l’appoggio del piede, possono fare la differenza. 
  3. usare scaldamuscoli: spesso i runner hanno problemi a livello muscolare sia al polpaccio che al quadricipite, che possono essere limitati e prevenuti, in molti casi, usando i cosiddetti scaldamuscoli, oggi realizzati con materiali performanti.
  4. scegliere il terreno adatto: evitare di correre su terreni sconnessi, come quelli in montagna o nei boschi, perchè può causare non solo traumi da caduta ma anche lesioni articolari per le continue alterazioni dell’appoggio del piede e l’impatto con un terreno roccioso.
  5. adeguata preparazione muscolare e fare stretching prima di correre: per l’anca sono consigliati esercizi di mobilizzazione con circonduzione dell’anca, flesso-estensione del bacino, lateralizzazione del bacino e stretching dei muscoli del tensore della fascia lata e della bandelletta ileo tibiale. 

Artrosi, cosa fare per non rinunciare al running?

La corsa probabilmente è uno degli sport che maggiormente va a sollecitare l’arto inferiore. Tuttavia, in caso il dolore all’anca da artrosi comporti una limitazione persistente, il runner ha a disposizione diverse opzioni sulla base del tipo di problema, per correre anche in presenza di artrosi. Ad esempio, le terapie conservative localizzate come le infiltrazioni all’anca con acido ialuronico oppure le cellule staminali mesenchimali che possono aiutare a conservare la cartilagine che avvolge la testa del femore che si inserisce nel bacino. Nelle situazioni più gravi però, quando le terapie conservative locali non danno più benefici ed è doloroso anche solo camminare, spesso è il paziente che chiede all’ortopedico quali sono le soluzioni definitive. 

Negli anni, protesi e tecniche chirurgiche si sono adattate e sono state disegnate sulla base delle esigenze di persone sempre più giovani e con richieste funzionali elevate: non è raro infatti vedere sportivi di 50 anni, spesso uomini, con un’artrosi d’anca avanzata per la quale le terapie conservative non sono più indicate. Per questo tipo di candidati all’intervento di protesi d’anca, che desidera continuare a correre e ha ossa e muscoli forti, è stata disegnata una protesi di rivestimento dotata di una coppa in metallo non usurabile che “incappuccia” la testa del femore anzichè tagliarla, come invece avviene negli altri interventi. Questo ha un vantaggio psicologico perché il paziente pensa e sente di avere ancora la propria testa del femore e permette al chirurgo di poter dire al paziente di tornare a correre la maratona, nonostante un intervento invasivo come la protesi d’anca, se è quello che desidera fare.

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Ortopedia e Traumatologia

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