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Bambini e occhi: falsi miti

Negli ultimi anni si è verificata una crescente preoccupazione per la salute visiva dei bambini, ma purtroppo molte informazioni diffuse sui sintomi visivi sono in realtà dei falsi miti. I sintomi visivi dei bambini sono un argomento importante e non dovrebbero essere ignorati o sottovalutati. Tuttavia, è importante distinguere i fatti dai falsi miti per garantire che i bambini ricevano la migliore assistenza possibile per la loro salute visiva.

Approfondiamo l’argomento con il dottor Federico Ruoli, oculista pediatrico in Humanitas San Pio X.

Facciamo chiarezza sui falsi miti

Se un bambino ci vede bene, non ha bisogno di controlli regolari dall’oculista

Falso. Tutti i bambini, anche quelli che ci riferiscono di vedere benissimo, dovrebbero sottoporsi a controlli regolari della vista, perché i problemi visivi possono svilupparsi gradualmente e il bambino potrebbe non accorgersene. Talvolta, alcuni problemi visivi colpiscono uno solo dei due occhi, portando progressivamente all’esclusione dell’occhio più debole: questa condizione si chiama ambliopia, o più comunemente occhio pigro. La diagnosi precoce di problemi visivi può aiutare a prevenire gravi problemi in futuro.

Se un bambino ha gli occhi storti o incrociati, allora ha bisogno di occhiali

Falso. In realtà, lo strabismo, ovvero gli occhi storti o incrociati, non sempre indica la necessità di occhiali. Lo strabismo può essere causato da una serie di fattori, tra cui la debolezza muscolare. In questi casi, dopo valutazione dell’oculista pediatrico, potrebbero essere indicate procedure ortottiche e refrattive, oppure, in alcuni casi, un intervento chirurgico per correggere il problema.

La vista si danneggia se il bimbo sta troppo vicino alla TV o legge con scarsa illuminazione 

Falso. Questa è una credenza popolare. Si tratta infatti di atteggiamenti che non danneggiano direttamente la vista dei bambini, ma che possono causare “semplice” affaticamento oculare e alcuni sintomi visivi, oltre a cefalea (disturbi astenopeici). Infatti, leggere o fissare uno schermo, inducono una riduzione della frequenza nell’ammiccamento (battito delle palpebre), che provoca secchezza e fastidio oculare. I sintomi aumentano più la lettura o la visione dello schermo è ravvicinata e prolungata, specie in assenza dei giusti occhiali, quando necessari. È invece buona norma per la salute degli occhi, limitare il tempo passato davanti agli schermi e effettuare pause frequenti, rilassando gli occhi osservando un punto in lontananza (magari uscendo a giocare).

I bambini piccoli non hanno bisogno di occhiali fino a quando vanno scuola

Falso. I bambini possono sviluppare problemi visivi fin dalla prima infanzia, e quindi aver bisogno di occhiali molto prima di iniziare la scuola. I problemi visivi possono influire sullo sviluppo visivo e cognitivo del bambino, e quindi è importante sottoporli a controlli regolari degli occhi e della vista fin dai primi anni di vita.

I bambini piccoli che si avvicinano agli schermi hanno problemi di vista

Falso. Non necessariamente il bambino piccolo che si avvicina molto agli schermi lo fa per difficoltà nella messa a fuoco. È più verosimile, invece, che il bambino privilegi il gioco e la sensazione di isolamento che lo schermo gli provoca, piuttosto che il desiderio di vedere bene, al contrario del bambino in età scolare. Ogni tipo di atteggiamento visivo sospetto giustifica comunque una visita presso un centro di oftalmologia pediatrica, per chiarire ogni dubbio.  

Non si può fare la visita oculistica ad un bambino che non sa ancora leggere

Falso. Non esiste limite di età per la visita oculistica che, in alcune situazioni, può rivelarsi necessaria anche nei primissimi giorni dopo la nascita, grazie a specifiche misurazioni strumentali raccolte senza far leggere il bambino. Certamente la collaborazione del bambino può contribuire ad uno studio più approfondito del caso, per conoscere sempre meglio le caratteristiche della sua visione, ma esistono numerosi test e scale standardizzate per misurare la vista dei bambini anche in età pre-scolare. 

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