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Cicatrici: come guarisce un cheloide?

Le cicatrici non sono tutte uguali e non guariscono tutte allo stesso modo. Prima di guarire, la lesione cutanea ha bisogno che si attivino alcuni processi biologici e che esistano condizioni favorevoli, spesso associate anche allo stile di vita individuale.   

Approfondiamo l’argomento con il dottor Michele Cardone, specialista in dermatologia di Humanitas San Pio X.

Coma fa a guarire una cicatrice?

Una volta che sulla pelle si è formata una lesione, il processo di guarigione avviene attraverso quattro fasi distinte: 

  • emostasi: è il processo attraverso cui l’organismo si attiva per fermare l’emorragia attraverso vasocostrizione e attivazione della coagulazione.
  • infiammazione: è la fase caratterizzata da gonfiore, calore, dolore e arrossamento. Le cellule coinvolte in questa fase (macrofagie e neutrofili) secernono sostanze chimiche per uccidere i batteri e rimuovere qualsiasi eventuale detrito cellulare. I macrofagi inoltre rilasciano di fattori di crescita che aumentano il livello di fibroblasti, essenziali per la fase successiva.
  • proliferazione: grazie ai fattori trasportati dal sangue, la ferita viene ricostruita grazie al collagene prodotto dai fibroblasti.
  • maturazione e rimodellamento: è la fase più lunga e vede la continua contrazione della ferita grazie alle sue fibre in fase di riorganizzazione.

Il processo di guarigione è influenzato da numerosi fattori tra cui l’età della persona – negli anziani la guarigione delle ferite è più lenta a causa dell’assottigliamento della pelle e dei processi rigenerativi che diventano meno efficaci -, alimentazione povera di nutrienti necessari alla crescita e riparazione cellulare (proteine, ad esempio), eccessiva magrezza, obesità, presenza di malattie come il diabete, un numero elevato di ferite nello stesso momento (lesioni multiple), assunzione di alcuni farmaci, come ad esempio gli anticoagulanti. Anche il tipo di pelle, come ad esempio la pelle secca, tende solitamente a guarire con più difficoltà rispetto ad una pelle più grassa. Anche alcune zone corporee, come la zona sternale, e i soggetti con fototipi elevati, sono più soggetti a una cicatrizzazione anomala.

Cosa differenzia le cicatrici?

Esistono tre tipi di cicatrici, note come cicatrici atrofiche, cicatrici ipertrofiche e cheloidi, che si differenziano per il tipo di presentazione cutanea. Le cicatrici atrofiche, in genere, si formano a seguito di lesioni che la pelle non è in grado di riparare completamente; la zona della cicatrice, quindi, appare sottile, depressa e solitamente di colorito roseo-rosso. Al contrario, la cicatrice ipertrofica si presenta come una zona di cute leggermente in rilievo nell’area della lesione, e in molti casi di colorito diverso.

Il cheloide, invece, diverso dalla cicatrice ipertrofica, si presenta con una crescita anormale di tessuto fibrotico, che può superare i limiti della lesione cutanea. Rispetto alle cicatrici atrofiche e ipertrofiche che possono regredire spontaneamente, le cicatrici cheloidee hanno bisogno di trattamenti dermatologici specifici per un miglioramento significativo.

Qual è il trattamento per eliminare un cheloide?

In generale, una volta posta la diagnosi di cheloide durante la visita dermatologica, lo specialista può valutare il trattamento più adatto sulla base della fase di guarigione della cicatrice. Oggi, grazie a innovative tecnologie laser a impulsi (spot), come il laser Co2 ablativo in modalità frazionata e il laser DYE è possibile ottenere un notevole miglioramento e/o risoluzione del cheloide. L’energia emessa dal laser Co2 ablativo elimina collagene, elastina, prodotti dalla cicatrizzazione anomala, e invia alla pelle segnali di autorigenerazione, mentre quella del laser DYE riduce l’infiammazione, la vascolarizzazione e l’arrossamento della cicatrice. 

Il tipo di laser e la durata del trattamento viene stabilito con la visita dermatologica che, in alcuni casi, può prevedere anche una combinazione di entrambi i laser, in periodi diversi, o di farmaci per via iniettiva. Prima del trattamento, specie con il laser Co2, può essere applicata una crema anestetica locale per limitare il dolore nelle persone particolarmente sensibili; tuttavia, in generale, il trattamento laser è ben tollerato. Unica accortezza comune a tutti i trattamenti è l’uso di protezione solare a schermo totale della pelle per evitare le macchie dopo l’intervento. Per questo motivo, i trattamenti laser per le cicatrici vengono solitamente pianificati a partire dall’autunno, inverno o al più tardi, in primavera. Vi sono tuttavia molte alternative praticabili anche nel periodo estivo qualora la patologia dovesse essere rapidamente ingravescente.

Dermatologia e Venereologia

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