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Ciclo abbondante: quando e perché è importante parlarne con il ginecologo?

Il ciclo abbondante è tra le cause più frequenti, e spesso sottovalutate, di anemia da carenza di ferro (anemia sideropenica), stanchezza e spossatezza, cali di energia e difficoltà di concentrazione. In molti casi, il ciclo abbondante inizia fin dalla prima mestruazione (menarca) in età adolescenziale e può durare per tutta l’età fertile della donna, influenzando negativamente salute e qualità di vita; in altri casi, il ciclo può diventare abbondante dopo i 30 anni. Parlarne con il proprio ginecologo è importante perché cicli mestruali abbondanti possono essere legati a patologie e disturbi ginecologici, oltre a poter diventare un problema per il benessere della donna spesso non adeguatamente diagnosticato, trattato e risolto. 

Cosa significa ciclo abbondante, quali sono i sintomi e le cause? Ne parliamo con il dottor Alessandro Bulfoni, responsabile di Ostetricia e Ginecologia di Humanitas San Pio X.

Cosa significa ciclo abbondante?

Si definisce ciclo abbondante la perdita mestruale che supera gli 80 ml di sangue per ciclo (un normale tampone interno completamente imbevuto contiene circa 5 ml di sangue), l’equivalente di circa 16-20 tamponi per ciclo, oppure se il ciclo mestruale dura più di 7 giorni e sono presenti coaguli. 

«In questi casi è importanti parlarne con il proprio ginecologo per valutare sia l’effetto sui livelli di ferro nel sangue, sia la presenza di eventuali patologie che provocano il ciclo abbondante – spiega il dottor Bulfoni -. La diagnosi precoce, infatti, permette di iniziare tempestivamente la terapia più adeguata e risolvere così il problema. Inoltre, risolvere la causa del ciclo abbondante può aiutare a ridurre il dolore mestruale (dismenorrea), la stanchezza cronica e la difficoltà di concentrazione da anemia da carenza di ferro, ma anche aiuta la donna a praticare sport ad alta performance, e vivere serenamente gravidanza e puerperio».

Quali sono le cause di cicli abbondanti?

«Diverse sono le cause di cicli abbondanti e l’effetto che hanno sui livelli di ferro e globuli rossi nel sangue – prosegue l’esperto -. Nella donna giovane, alterazioni ormonali che causano squilibri tra produzione di estrogeni e progesterone e, in casi più rari, la causa può essere anche una patologia piastrinica che provoca una alterazione della funzione di coagulazione delle piastrine . Cicli abbondanti possono contribuire a ridurre i livelli nel sangue di ferritina (la riserva di ferro), transferrina (la quantità di ferro trasportato dentro le cellule), sideremia (il ferro presente nel sangue) ed emoglobina, che trasporta l’ossigeno in tutti i tessuti incluso il cervello. Oltre al fatto che, con cicli abbondanti e anemia sideropenica, i globuli rossi che trasportano tutti i nutrienti in ogni organo diventano più piccoli e si riducono di numero.

In età adulta, invece, si può assistere a una tendenza a cicli mestruali più abbondanti che possono essere associati non solo a disfunzioni ormonali, ma anche a fibromi uterini, polipi, iperplasie dell’endometrio». 

Quali sono gli esami da fare in caso di cicli abbondanti?

«Oltre all’esame del sangue per rilevare i livelli di sideremia, ferritina, transferrina, emocromo, è importante anche la visita ginecologica con pap test per la valutazione della presenza di polipi cervicali, o lesioni più gravi del collo dell’utero (neoplasie intraepiteliali o addirittura micro-invasive) causate da Papillomavirus (HPV) – sottolinea il ginecologo -. Insieme alla visita ginecologica può essere associata l’ecografia pelvica addominale o transvaginale per diagnosticare e studiare eventuali fibromi sottomucosi (sotto l’endometrio). In caso di polipi, iperplasie o fibromi sottomucosi, il ginecologo potrà prescrivere ulteriori esami di secondo livello quali l’isteroscopia diagnostica e interventistica per la rimozione».

Come si cura l’anemia da ciclo abbondante? 

«Fondamentale è riconoscere e diagnosticare le cause rivolgendosi agli specialisti che con un approccio multidisciplinare possono valutare e curare sia i fattori predisponenti, sia seguire la donna in ogni fase del trattamento – sottolinea il dottor Bulfoni -. L’approccio multidisciplinare include: terapia medica con farmaci progestinici (ormoni), in compresse e con spirale medicata direttamente in utero; pillola contraccettiva, cerotti contraccettivi o anelli vaginali usati senza la pausa di sospensione; terapia chirurgica per la rimozione per via isteroscopica della causa in caso di polipi endometriali, fibromi sottomucosi o iperplasie dell’endometrio.

Una volta riscontrata la causa e iniziato il trattamento specifico, spesso alla donna vengono prescritti integratori di vitamine del gruppo B (acido folico e B12), vitamina C e lattoferrina, una proteina che ne facilita l’assorbimento. In caso di anemia severa i medici possono valutare un’eventuale iniziale terapia di ferro per via endovenosa e poi per bocca».

Ginecologia e Ostetricia

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