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Coronavirus: dopo la polmonite serve la riabilitazione respiratoria

Tornare a respirare a pieni polmoni, dopo la guarigione da infezione respiratoria Covid-19, richiede tempo, specie per quei pazienti che, intubati, hanno trascorso giorni in respirazione meccanica assistita. A cosa serve e perchè c’è bisogno della ginnastica respiratoria, l’abbiamo chiesto a Paolo Storaci, coordinatore fisioterapista di Humanitas San Pio X.

«L’infezione da coronavirus nota come Covid-19 può provocare la polmonite interstiziale che negli stadi avanzati non consente il fisiologico scambio gassoso – spiega il fisioterapista -. La severa insufficienza respiratoria che consegue alla polmonite interstiziale, nella maggioranza dei casi impone una respirazione assistita con maschere e caschi CPAP come mezzi “non invasivi”, fino ad arrivare alla ventilazione “invasiva” tramite tubo endotracheale collegato ad un ventilatore meccanico che richiede il ricovero presso un reparto di terapia intensiva. Dopo settimane in questa condizione, si perde o si riduce l’automatismo dell’atto respiratorio, in particolare si riduce la funzionalità del diaframma e dei muscoli intercostali, necessari per la respirazione spontanea. La riabilitazione nei pazienti Covid-19 che abbiano avuto difficoltà respiratorie, o dopo essere stati intubati, è fondamentale per il recupero dell’elasticità polmonare e per assicurare volumi e flussi respiratori ottimali. In questo modo si va a garantire una migliore ventilazione alveolare ed una conseguente buona ossigenazione.»

Riabilitazione respiratoria: di cosa hanno bisogno i pazienti Covid-19

«In fase acuta e sub-acuta con i pazienti in ossigenoterapia sia “invasiva” sia “non invasiva” – continua l’esperto – l’unico trattamento possibile è il posizionamento in decubito laterale da alternare, ogni mezz’ora circa, con tronco inclinato a 30°, come da linee guida di associazioni nazionali di fisioterapisti e pneumologi. La riabilitazione respiratoria per pazienti negativizzati, con meno di 30 atti respiratori al minuto, con saturazione superiore al 93% a riposo in aria ambiente, può essere avviata controllando la dispnea e l’affaticamento del paziente, sempre seguendo le indicazioni generali per il corretto e razionale uso dei dispositivi di protezione individuali (DPI). Contestualmente al controllo dei parametri respiratori la rieducazione al respiro deve iniziare con esercizi per il diaframma e per i muscoli intercostali con minimo sforzo:

  • al paziente posizionato comodamente sul letto (posizione chaise-longue) chiediamo di respirare lentamente, inspirando dal naso, trattenendo il respiro per 3-4 secondi, ed espirando a labbra socchiuse. Le mani del fisioterapista iniziano in questa fase a far percepire al paziente il movimento del suo diaframma e della parte bassa della gabbia toracica. Gradualmente facciamo eseguire lo stesso lavoro in decubito laterale per un controllo maggiore dell’emitorace di destra e di sinistra.
  • acquisita bene la tecnica di rilassamento diaframmatico e di respiro costale-basso, si può cominciare ad introdurre l’uso di incentivatori espiratori tipo Pep-Bottle, preferendoli agli incentivatori inspiratori tipo Triflow, necessari a garantire una profonda espirazione tale da favorire una buona inspirazione.

Con la rieducazione respiratoria il paziente comincia a recuperare una buona elasticità polmonare grazie al corretto uso del diaframma e della muscolatura intercostale della gabbia toracica. Il paziente che ha contratto un’infezione sostenuta da coronavirus, dopo settimane di allettamento, tornando a respirare a pieni polmoni grazie alla fisioterapia respiratoria e alla riabilitazione motoria, sarà in grado di poter riprendere più facilmente la propria vita quotidiana».

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