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Diventare mamma: può avere una gravidanza chi ha una malattia autoimmune?

Le donne in età fertile con una malattia autoimmune diagnosticata hanno spesso molti dubbi sulla possibilità di avere una gravidanza. Si tratta di donne che hanno una diagnosi di malattie diverse tra loro nei sintomi, come il lupus eritematoso sistemico, artrite reumatoide, sindrome da anticorpi antifosfolipidi, sindrome di Sjogren, ma anche la celiachia, ma che hanno in comune una reazione anomala del sistema immunitario che “distrugge” i tessuti sani dell’organismo. 

Significa che, in caso di gravidanza, per un errore di “riconoscimento”, il sistema immunitario attiva una risposta infiammatoria che può colpire l’embrione, interrompere la gravidanza e quindi il desiderio della donna di diventare mamma oppure può determinare delle complicanze importanti. Tuttavia, la maggior parte delle donne con una malattia autoimmune, può riuscire a portare termine una gravidanza e avere un figlio affidandosi ad esperti del settore con un’adeguata programmazione del concepimento.  

Approfondiamo con la professoressa Nicoletta Di Simone, responsabile del Centro multidisciplinare di patologia della gravidanza di Humanitas San Pio X.  

Perchè una malattia autoimmune mette a rischio la gravidanza?

Le malattie autoimmuni sono diverse anche negli effetti sulla gravidanza: ad esempio, l’artrite reumatoide non comporta particolari problemi per la donna durante la gravidanza, mentre il LES è associato un aumentato rischio di complicanze materne e fetali. Una malattia autoimmune in fase attiva, cioè sintomatica, anche in caso di concepimento, è un importante fattore di rischio per aborto spontaneo, parto prematuro e complicanze materne quali l’ipertensione materna o la preeclampsia, l’ipertensione con perdita di proteine nelle urine, e/o complicanze fetali, come il grave deficit di crescita fetale, con un aumentato rischio di parto prematuro o di morte in utero del feto. 

Nella donna in gravidanza avvengono cambiamenti ormonali necessari per la crescita del feto in utero, che potrebbero far peggiorare i sintomi della malattia autoimmune, e mettere a rischio non solo il feto ma anche la mamma. 

Cosa significa programmare il concepimento?

Per evitare i rischi di complicanze materne e fetali, prima del concepimento, cioè prima di rimanere incinta, la donna con diagnosi di malattia autoimmune dovrebbe parlare del desiderio di avere un figlio con il proprio ginecologo e reumatologo di fiducia. 

Infatti, il concepimento che avviene in una fase di remissione stabile della malattia offre maggiori probabilità che il sistema immunitario non “attacchi” il feto. Pertanto, una programmazione del concepimento seguita da ginecologi e reumatologi esperti, garantisce che la donna venga seguita nella fase pre gestazionale, e per tutta la gravidanza, da specialisti del settore che monitorano con controlli regolari sia l’andamento della malattia che quello della gravidanza.

Qual è il momento giusto per il concepimento? 

La malattia deve essere in remissione, ovvero non devono essere presenti sintomi, deve essere stabile, e la valutazione della funzionalità degli organi deve essere entro un “range di normalità”. Questo è il momento giusto per il concepimento. Inoltre, prima di affrontare una gravidanza è fondamentale valutare se e come modificare la terapia, dal momento che alcuni farmaci utilizzati per trattare malattie autoimmuni possono essere tossici per l’embrione e devono essere assolutamente sospesi prima del concepimento.

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