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Dolore di spalla: perché la capsulite adesiva colpisce soprattutto le donne?

Accade improvvisamente e senza alcun motivo apparente: la spalla inizia a fare male, poi il dolore diventa costante e aumenta se si prova a muovere il braccio. Infine, il dolore può diventare così forte da impedire qualunque movimento, sia attivo che passivo. I medici la chiamano capsulite adesiva, ma anche spalla congelata o frozen shoulder, a indicare quel blocco improvviso dell’articolazione che sembra accadere soprattutto alle donne, specie in periodi di forte stress.

Perché la capsulite adesiva colpisce prevalentemente le donne? Ne parliamo con il dottor Andrea Lisai, ortopedico specialista in chirurgia della spalla di Humanitas San Pio X.

La capsulite adesiva è una malattia della spalla che interessa soprattutto il sesso femminile nella fascia di età tra 30 e 50 anni, in minore misura anche i maschi. Di solito il dolore impedisce alla persona di sollevare il braccio oltre la testa, come quando ci si pettina o si cerca di prendere un oggetto su uno scaffale alto, e superare il gluteo quando cerca di toccare la schiena, impedendo un gesto che le donne fanno ogni giorno quando allacciano il reggiseno.

Perché la capsulite adesiva colpisce più le donne?

«Le cause della capsulite adesiva sono ancora poco chiare, sebbene in alcuni casi sia associata a malattie metaboliche come il diabete, dislipidemie, patologie del surrene e patologie neurologiche. Sono state ipotizzate anche cause ormonali ed endocrine, come ad esempio patologie della tiroide e delle paratiroidi, e traumi a bassa energia come uno strattone improvviso mentre si porta il cane al guinzaglio, oppure nel prendere una borsa della spesa dal sedile posteriore dell’auto mentre si è sedute in quello anteriore.

Talvolta la capsulite è secondaria a traumi ad alta energia che hanno provocato fratture ad esempio del trochite o del collo omerale, una lussazione della spalla, ma anche di interventi alla spalla, ad esempio per una tendinite calcifica o per una lesione della cuffia dei rotatori, oppure a seguito di chirurgia mammaria per tumore al seno, o impianto di pacemaker. Allo studio vi sono anche disturbi quali ansia e depressione che sembrano essere fattori predisponenti alla capsulite adesiva.

Cosa fare in caso di dolore alla spalla?

In caso di dolore al movimento, prima che la spalla si blocchi completamente “congelandosi” è raccomandabile rivolgersi a un ortopedico esperto per valutare, senza muovere la spalla, come e di quanto è ridotto il movimento, grazie anche all’ecografia durante la visita. L’ecografia effettuata durante la visita ortopedica permette di escludere la presenza di patologie della cuffia dei rotatori, individuare eventuali piccole fratture, e verificare immediatamente la presenza di sinovite articolare, un’infiammazione che se non risolta tempestivamente può degenerare in fibrosi retraente. Infatti, proprio l’infiammazione non curata induce un’aumentata produzione di alcune cellule chiamate fibroblasti e miofibroblasti che generano bande fibrose che irrigidiscono la spalla e la bloccano. In genere, sulla base dei fattori predisponenti, nel 20-30% dei casi la capsulite può comparire prima ad una spalla e dopo del tempo anche all’altra spalla. 

Come si risolve la capsulite adesiva?

«In alcuni casi, la capsulite adesiva si risolve da sola, in altri è necessaria una terapia conservativa, e solo se diagnosticata tardivamente è necessario l’intervento chirurgico in artroscopia. Diagnosticata precocemente, la capsulite può risolversi con una terapia a base di cortisone per ridurre l’infiammazione e un ciclo di infiltrazioni ecoguidate all’interno dell’articolazione. La prima infiltrazione viene eseguita già durante la prima visita in modo da alleviare subito il dolore, che in genere scompare  dopo 2-3 giorni dalla prima infiltrazione. Secondo i tempi stabiliti dall’ortopedico, è fondamentale iniziare la fisioterapia per ripristinare la mobilità dell’articolazione ed evitare che la spalla si blocchi di nuovo. 

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