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Influenza: quando è il momento giusto per vaccinarsi?

L’influenza è un serio problema di sanità pubblica mondiale che colpisce circa un miliardo di persone nel mondo. Nel nostro Paese, l’influenza è classificata tra le prime dieci cause di morte, insieme alle polmoniti. Nonostante l’influenza sia una malattia respiratoria stagionale molto comune, tuttavia non va sottovalutata. 

L’influenza è una malattia che può avere gravi conseguenze 

L’influenza è una malattia virale che può portare alcune persone a sviluppare complicazioni anche gravi, come la polmonite virale, la polmonite batterica secondaria e il peggioramento delle condizioni mediche già presenti. Va inoltre ricordato che gli adulti possono essere contagiosi dal giorno prima dell’inizio dei sintomi influenzali fino a circa cinque giorni dopo l’inizio della sintomatologia influenzale, mentre i bambini e le persone con un sistema immunitario indebolito possono essere più contagiosi, e questo può contribuire alla maggiore diffusione dell’influenza.

Pertanto, salvo la presenza di controindicazioni, la vaccinazione antinfluenzale è fortemente raccomandata e gratuita per alcuni gruppi di persone, come descritto nella circolare del Ministero della SalutePrevenzione e controllo dell’influenza: raccomandazioni per la stagione 2022-2023”:

  • persone che hanno superato i 60 anni
  • caregiver e familiari di persone anziane
  • persone con malattie croniche (HIV/AIDS, diabete, ipertensione e altre patologie cardiache e polmonari) a rischio di complicazioni
  • donne in gravidanza, in qualunque periodo gestazionale
  • bambini dai 6 mesi ai 6 anni
  • personale sanitario

Quando vaccinarsi contro l’influenza?

Il vaccino ha bisogno di due settimane per attivare la risposta immunologica dal momento dell’inoculazione, mentre l’immunità declina nel giro di 6-8 mesi. La campagna vaccinale inizia ad ottobre e arriva fino a fine dicembre, periodo in cui in genere c’è il picco di influenza stagionale. In questo periodo, è opportuno prevedere la vaccinazione antinfluenzale, in un’unica dose annuale, per le persone a rischio. Nei bambini, la vaccinazione antinfluenzale prevede l’iniezione nel muscolo antero-laterale della coscia oppure per via endonasale, con lo spray. Per gli adulti, invece, il vaccino viene inoculato per via intramuscolare nel deltoide del braccio scelto.

Dopo la vaccinazione potrebbero presentarsi alcuni sintomi collaterali comuni, che passano in un paio di giorni, quali eritemi e gonfiore nel punto dell’iniezione, malessere generale, febbre e dolori muscolari.

Si può prendere l’influenza dopo aver fatto il vaccino? 

I vaccini antinfluenzali non possono causare l’influenza perché contengono solo virus inattivati o parti di virus inattivati. Vaccinarsi ogni anno contro l’influenza permette di aumentare la probabilità di non prendere l’influenza e, se anche ci si ammalasse, la malattia si manifesta con sintomi meno gravi (i più comuni sono febbre alta improvvisa, tosse e dolori muscolari, mal di testa, brividi, inappetenza, affaticamento e mal di gola, e nei bambini, anche nausea, vomito e diarrea) e in genere è priva di complicanze. 

Pertanto, il modo più efficace di prevenire l’influenza è vaccinarsi ogni anno, dal momento che i virus influenzali mutano. Infatti, tutti i virus influenzali hanno un’estrema capacità di mutazione delle loro proteine di superficie (emoagglutinina – HA, e neuraminidasi – NA), che permettono di eludere la barriera immunitaria delle persone che hanno avuto l’influenza o si sono vaccinate l’anno precedente. Questo richiede che la composizione dei vaccini venga aggiornata ogni anno per la stagione influenzale in corso.

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