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Iperplasia prostatica benigna: quali trattamenti non impattano sulla funzione sessuale?

Una delle principali preoccupazioni circa il trattamento dell’ipertrofia prostatica, riguarda soprattutto l’impatto sulla vita sessuale del paziente. 

Ne parliamo con la dottoressa Manuela Pane, urologa di Humanitas San Pio X.

Esistono diverse tecniche chirurgiche mininvasive per rimuovere il tessuto prostatico in eccesso (adenoma), poco lesive, con ridotto rischio di complicanze e con elevatissima probabilità di mantenere inalterate le funzioni sessuali del paziente. L’ipertrofia della prostata, e i sintomi che ne derivano, con il passare del tempo infatti influenzano negativamente la qualità di vita sessuale, di coppia, lavorativa e sociale del paziente.

Trattamento con vapore acqueo: non impatta su erezione ed eiaculazione

L’evoluzione delle tecniche mininvasive di trattamento chirurgico dell’ipertrofia prostatica benigna ha portato a sviluppare un’innovativa tecnica che utilizza il vapore acqueo per ridurre il volume prostatico e migliorare la sintomatologia urinaria, preservando la funzionalità sessuale e in particolar modo l’eiaculazione. Questo risultato è possibile grazie al fatto che il vapore (tra 100 e 70 gradi centigradi), iniettato in specifiche aree dei lobi prostatici attraverso un sottile cateterino per via endoscopica, come dimostrato da numerosi studi, si diffonde velocemente, in modo omogeneo e controllato nella prostata, determinando la denaturazione delle membrane delle cellule, causandone la necrosi. Ottenendo una riduzione del volume prostatico del 40% e allo stesso tempo una preservazione dell’eiaculazione in circa l’85% dei pazienti. 

È una procedura che non richiede l’anestesia generale, ma che in genere si svolge in anestesia locale o in sedazione, pertanto può essere eseguita in regime di Day-Hospital.

Cosa fare dopo l’intervento

L’intervento non è doloroso ed è ripetibile se necessario. Dopo l’intervento il paziente porterà il catetere vescicale per un paio di settimane, e alla sua rimozione potranno essere presenti disturbi irritativi (bruciore e urgenza minzionale), che in genere si risolvono in poco tempo.

In genere, il paziente avverte i benefici dell’intervento già dopo due settimane e non è preclusa la possibilità che in futuro possa sottoporsi ad altre procedure chirurgiche prostatiche.

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