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Melanoma: l’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce

Sulla pelle possiamo avere tanti tipi di macchie e neoformazioni: i nei (o nevi) sono benigni ma tra tanti nei potrebbe nascondersi un melanoma, il tumore maligno del melanocita, la cellula che produce il pigmento della pelle. A fronte di un crescente aumento dell’incidenza del melanoma tra i giovani, è necessario non abbassare la guardia della prevenzione.

Ne parliamo con la dottoressa Marta Brumana, Responsabile di Dermatologia di Humanitas San Pio X.

«I tumori della pelle, e il melanoma tra questi, sono i tumori più frequenti in assoluto, con un’incidenza che aumenta con l’età, ma può comparire anche prima dei 50 anni – sottolinea l’esperta -. Infatti, il melanoma è il secondo tumore per frequenza nei maschi sotto i 50 anni, e il terzo nelle giovani donne. Protezione durante l’esposizione solare e controlli dermatologici annuali dei nevi sono gli alleati della prevenzione».

Come si forma il melanoma?

«La miccia che innesca la degenerazione tumorale è la mutazione del DNA di alcuni geni deputati alla soppressione di oncogeni (geni che danno vita ai tumori) o che regolano la moltiplicazione cellulare – spiega la dottoressa Brumana -. In genere, è necessario che siano presenti mutazioni in più tipi di geni perché una cellula possa diventare cancro e proliferare anarchicamente e indiscriminatamente.

Questo processo è innescato dai raggi ultravioletti (UV) del sole e delle lampade abbronzanti, che restano ancora il principale fattore di rischio per l’insorgenza di melanoma; infatti, i raggi UV danneggiano il DNA dei melanociti, e se colpiscono geni deputati al controllo della proliferazione cellulare possono scatenare il cancro. I melanomi però possono comparire anche in zone non esposte alla luce del sole: in questi casi può essere evidente la componente genetica e quindi la familiarità per questo tipo di tumore».

I segnali per scoprire se si è a rischio melanoma

Prevedere il rischio di avere un melanoma non è facile. Per questo è di fondamentale importanza che le persone più a rischio, ma in generale tutta la popolazione, controllino la propria pelle sia sottoponendosi a screening periodici, sia con un autoesame casalingo alla ricerca di nuovi nei o di nei che si modificano. In genere, sono considerate più a rischio le persone che:

  • hanno pelle e capelli chiari, occhi azzurri
  • fanno uso abituale di lampade abbronzanti: si stima che questa abitudine in giovane età possa aumentare del 75% il rischio di melanoma
  • hanno avuto scottature solari gravi: si stima che possano raddoppiare il rischio di sviluppare melanoma
  • presentano casi di melanoma in famiglia: specie più membri della famiglia a discendenza diretta 
  • hanno più di 50 nevi “veri” (non angiomi, fibromi, cheratosi)
  • hanno già avuto un pregresso melanoma o altri tipi di tumori cutanei
  • sono immunodepressi, cioè hanno un abbassamento delle difese immunitarie.

Melanoma: l’ABCDE dell’autovalutazione

«Una strategia per l’auto ispezione e valutazione dei nei è seguire la “regola dell’ABCDE”:

  • Asimmetria
  • Bordi irregolari
  • Colore policromo: più colori nello stesso neo
  • Dimensione (più di 6mm)
  • Evoluzione del neo rispetto al controllo precedente

Se si rileva qualche anomalia oppure si ha un dubbio sulla forma o il colore di un nevo, consultare immediatamente il dermatologo» dice la dottoressa Brumana.

Gli esami per la diagnosi del melanoma

«Durante la visita, lo specialista effettuerà un esame diagnostico con strumenti appositi quali il dermatoscopio, cioè una particolare lente di ingrandimento a epiluminescenza in grado di vedere strutture profonde della pelle e analizzare il neo sospetto effettuando una specie di “microscopia” del nevo, e la “mappaturadei nevi, che permette di memorizzare i nevi presenti su tutta la superficie corporea e confrontarla, nel tempo, per valutazioni successive. In caso di nevo sospetto, il dermatologo provvederà alla rimozione chirurgica e all’invio del campione in laboratorio per l’esame istologico, che ne determinerà l’eventuale natura tumorale. L’asportazione precoce – conclude la dermatologa – resta la migliore terapia per la cura del melanoma e spesso lo risolve definitivamente».

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