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Occhi dei bimbi: perché fare la visita oculistica nell’infanzia?

Alla nascita i bambini non vedono come i grandi. La vista e gli occhi, infatti, si svilupperanno durante i primi anni di vita. Tuttavia, alcuni difetti visivi possono essere intercettati e corretti precocemente durante la visita oculistica pediatrica, per garantire al proprio figlio occhi sani, anche in età adulta.

Ne parliamo con il dr. Federico Ruoli, oculista pediatrico del Punto Nascita di Humanitas San Pio X.

Gli occhi cambiano nei primi mesi

Alla nascita sono diversi i controlli medici a cui viene sottoposto il neonato per valutare il suo stato di salute e la funzionalità dei suoi organi, tra cui anche quelli degli occhi e della vista. In merito agli occhi, tra i 6 e i 9 mesi di vita, i bambini cambiano fisiologicamente, cioè in modo del tutto normale, e graduale, il colore degli occhi presente alla nascita. Tipicamente la colorazione degli occhi è più chiara vista la poca presenza di melanina nell’iride, la parte colorata dell’occhio.

Il colore degli occhi, poi, cambierà grazie alla stimolazione della luce e alla genetica: infatti, i melanociti, ovvero le cellule presenti anche su pelle e capelli, che si attivano in presenza della luce, iniziano il proprio lavoro dopo il parto e, entro l’anno di età, gli occhi del bambino avranno raggiunto la colorazione definitiva. La quantità di melanina a livello dell’iride determinerà il colore: negli occhi azzurri i melanociti sono pochi, contrariamente agli occhi scuri in cui ce n’è in abbondanza. Questi cambiamenti a livello della colorazione, però, non hanno alcuna relazione con eventuali problemi alla vista che potrebbero insorgere durante i primi anni di vita. Infatti, alcuni disturbi della vista, se non intercettati in età pediatrica tra i 2-3 anni, possono compromettere gravemente la capacità visiva futura del bambino. 

Visita oculistica: a cosa serve? 

Vedere bene è un dono, ma è anche un’abilità, che i bambini apprendono e sviluppano progressivamente dalla nascita e durante tutta l’infanzia. I genitori possono contribuire ad aiutare i propri bambini ad avere una vista sana, seguendo le fasi della crescita del proprio bambino, osservando i suoi occhi ed eventuali comportamenti visivi anomali, come gli occhi non allineati, ad esempio, e affidandosi agli screening visivi alla nascita (test del riflesso rosso) e alle visite periodiche durante i primi anni dello sviluppo. 

Osservare l’allineamento degli occhi è importante fin dai primi mesi di vita perché è in questa fase che possono comparire alcuni strabismi che, se non trattati subito, possono limitare la capacità di vedere del bambino, anche da adulto. In caso di occhi non allineati, i genitori dovrebbero rivolgersi al pediatra o all’oculista pediatrico per una valutazione e per iniziare subito trattamenti ortottici refrattivi, occlusione ed esercizi che aiuteranno gli occhi del piccolo a crescere bene. 

Non sempre però è sufficiente l’osservazione e vigilanza dei genitori, e in alcuni casi, il fatto che il bambino tenda ad avvicinarsi molto allo schermo della TV o che strizzi gli occhi, come si è notato, può non indicare alcun problema visivo da correggere. Alcuni disturbi visivi, infatti, non presentano sintomi facilmente individuabili da una persona non esperta, ma possono limitare l’apprendimento visivo del bambino e dare origine a un difetto visivo da adulto. Un esempio comune è l’occhio pigro, o ambliopia in termini medici: quando uno dei due occhi ha un difetto visivo, il cervello sceglie l’occhio migliore come unico riferimento per la visione, con la conseguenza che l’altro non verrà stimolato e diventerà quindi pigro. Si tratta però di un difetto che può essere corretto efficacemente nei primi anni di vita, e in modo non invasivo. Potrà essere necessario far portare una benda sull’occhio sano per alcune ore al giorno, per stimolare quello pigro all’apprendimento visivo, oltre alla eventuale correzione con i giusti occhiali. 

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