D’estate, tra caldo, aria condizionata e deumidificatore per combattere l’afa, anche gli occhi possono essere messi a dura prova, in particolare se già si soffre della DES (Dry Eye Syndrome) o sindrome dell’occhio secco. «Questa patologia – spiega il dottor Pietro Rosetta, responsabile di oculistica di Humanitas San Pio X -, tra le altre cause, può essere scatenata anche da fattori ambientali tra cui il caldo, l’uso del condizionatore, l’abuso di lenti a contatto o la prolungata permanenza davanti ai dispositivi elettronici. La corretta fisiologia della superficie oculare, normalmente protetta dal film lacrimale, coinvolge numerose parti, ovvero la congiuntiva, la ghiandola lacrimale principale, le ghiandole lacrimali accessorie e quelle di meibomio, la cornea e i sistemi di connessione nervosa, i dotti escretori e il sacco naso lacrimale».
Prevenzione attraverso la diagnosi
«Patologie reumatiche o autoimmuni, squilibri ormonali in gravidanza o menopausa, utilizzo prolungato di alcuni farmaci antidepressivi e diuretici possono essere associati alla sindrome dell’occhio secco, così frequente da arrivare a colpire un adulto su cinque dopo i 40 anni – sottolinea l’esperto -. In caso di sintomi quali
- sensazione di avere un corpo estraneo
- prurito
- fastidio alla luce
- arrossamento
è fondamentale rivolgersi all’oculista per la diagnosi e, nel caso della sindrome dell’occhio secco, per evitare di incorrere in situazioni critiche dovute al cronicizzarsi del processo infiammatorio da essa ingenerato. I controlli oculistici periodici, invece, possono evitarne l’insorgenza, in caso sia già presente una patologia pregressa che potrebbe determinarla».
Occhio secco: cosa fare, terapie efficaci
«Poichė ė spesso impossibile ripristinare completamente la produzione lacrimale, le opzioni per curare la sindrome dell’occhio secco hanno tutte l’obiettivo di integrare la produzione delle lacrime e prevenire l’infiammazione della superficie oculare prima che si cronicizzi. Le terapie consistono in:
- corretta idratazione e lubrificazione dell’occhio con sostituti lacrimali, allo scopo di evitare l’infiammazione e gestire la secchezza nel lungo periodo. Questa opzione è particolarmente consigliata in caso di pazienti portatori di lenti a contatto o che lavorano per molte ore al giorno davanti a uno schermo.
- terapia steroidea topica, a cui si ricorre solo nei casi più gravi e solo se indicato dallo specialista».
- utilizzo di “Plug”, microscopiche protesi di silicone che condizionando la normale fisiologia della vie lacrimali, possono in taluni casi aumentare la lubrificazione della superficie oculare
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