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Parto naturale dopo taglio cesareo, è possibile?

Dopo un parto con taglio cesareo, molte mamme si chiedono se sarà possibile partorire un secondo figlio con parto naturale.

Tante donne lo fanno, ma ci sono dei rischi

Generalmente, dopo parto cesareo i medici raccomandano di ricorrere di nuovo al bisturi per tutelare la donna dal rischio di una rottura dell’utero lungo la linea di sutura dell’intervento, una complicanza seria che può portare a una grave emorragia e richiedere un intervento chirurgico d’emergenza, oltre a essere rischioso per la madre e per il bambino.

È importante, quindi, valutare con il proprio medico le cause che hanno portato al cesareo prima di tentare il parto fisiologico.

Vediamo insieme al dottor Alessandro Bulfoni, Responsabile dell’Unità di Ginecologia e Ostetricia di Humanitas San Pio X, gli aspetti da tenere in considerazione.

Storia familiare

Ad esempio, se il taglio cesareo è avvenuto a causa della posizione podalica del feto (sedere in basso e testa in alto) o di un’alterazione del battito cardiaco, non necessariamente queste condizioni si ripresenteranno e sarà quindi possibile provare successivamente un parto naturale.

Precedente incisione sull’utero

I medici, generalmente, utilizzano due tipi di incisioni basiche, ovvero trasversale (orizzontale sull’utero) o longitudinale (verticale), quest’ultima più rara. Il tipo di incisione permetterà di decidere se procedere con un parto naturale può essere sicuro.

Infatti, il rischio che insorgano problemi è maggiore se l’incisione precedente è quella longitudinale, utilizzata soprattutto in caso di emergenza o per alcune patologie ostetriche e risulta, pertanto, una controindicazione al parto naturale.

Un’incisione trasversale, invece, è generalmente preferita.

“I criteri di inclusione per il travaglio di prova nelle precesarizzate – spiega il dottor Bulfoni – sono:

  • Un solo taglio cesareo pregresso con incisione trasversale del segmento uterino inferiore
  • Feto singolo normosviluppato in travaglio spontaneo entro la 41 settimana
  • Anamnesi materna negativa per patologie di rilievo
  • Decorso fisiologico della gravidanza

Il taglio cesareo – continua il medico – viene eseguito in caso di mancata insorgenza del travaglio spontaneo a 41 settimane per controindicazione all’induzione del travaglio di parto mediante terapia farmacologica con ossitocina o prostaglandine. È eventualmente possibile l’induzione al parto con dispositivi meccanici da applicare nella cervice uterina (palloncino).”

Soprattutto nelle ultime settimane, invece, è importante un’attenta sorveglianza della gravidanza: in particolare, dalla 38esima settimana la paziente dovrà essere sottoposta a controlli clinici e strumentali al fine di monitorare il benessere fetale e la regolarità del segmento uterino inferiore.

“Dalla letteratura – sottolinea il dott. Bulfoni – emerge che la misura dello spessore del segmento uterino inferiore mediante ecografia è correlata al rischio di rottura d’utero: uno spessore superiore a 3,5 mm, infatti, rende il rischio di rottura inferiore rispetto allo 0,2-0,7% generale”.

I rischi connessi al travaglio di prova nella paziente precesarizzata aumentano, comunque, rispetto a quelli già contemplati nell’evento del parto e sono:

  • rottura d’utero (rischio stimato dello 0.2-0.7%)
  • taglio cesareo d’urgenza
  • taglio cesareo demolitore cioè con l’asportazione dell’utero a causa di sanguinamento e rottura della parete con possibili trasfusioni di sangue.

“Dobbiamo infine ricordare – continua il dott. Bulfoni – che, nel caso sia stato eseguito un taglio cesareo pregresso, l’intervallo inferiore a 24 mesi tra la prima gravidanza e la successiva aumenta il rischio di rottura dell’utero di 2 volte e, un intervallo inferiore ai 18 mesi, lo aumenta di 3 volte”.

Altri possibili fattori di rischio

Ci sono altri fattori di rischio che abbassano le probabilità di successo di un parto naturale dopo taglio cesareo.

In particolare:

  • sovrappeso
  • età avanzata
  • altre complicanze mediche
  • gravidanza superiore alle 40 settimane
  • grandi dimensioni del bambino

Parlare di tutte le opzioni con il medico fin dal principio è fondamentale. In particolare è bene esprimere i propri desideri sulla futura nascita e raccontare le proprie esperienze precedenti se possibile supportate da documentazione clinica.

Decidi attentamente quello che è giusto per te seguendo i consigli del tuo ginecologo e solo dopo aver compreso completamente i rischi e i benefici.

“L’ammissione ad un parto naturale dopo aver subito un precedente taglio cesareo o altri interventi sull’utero è possibile, ma va fatta pensando sempre alla sicurezza della mamma e del bambino” ha concluso il dottor Bulfoni.

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