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Quando a irritarsi è la nostra pelle: le dermatiti da contatto

Può capitare che la pelle, all’improvviso, si irriti al contatto con sostanze che per la maggior parte delle persone sono innocue. «La dermatite da contatto si distingue in allergica e irritativa – spiega la dottoressa Alessandra Piona, allergologa e responsabile dell’Unità Operativa di Medicina Generale presso Humanitas San Pio X di Milano –.

Si parla di dermatite allergica da contatto quando il contatto con alcune sostanze innesca una reazione cutanea allergica, più o meno estesa, in soggetti già sensibilizzati. A scatenare la risposta immunitaria sono agenti detti allergeni responsabili di sintomi come prurito, rossore, gonfiore, eczemi o vescicole. A differenza della dermatite irritativa da contatto, in genere si tratta di un meccanismo di reazione cronico, ovvero più ritardato ma più protratto nel tempo, che talvolta, però, può essere acuto. Una volta comparsa, la reazione allergica si ripete ad ogni nuovo contatto a causa di una iper-reattività degli anticorpi nei confronti delle sostanze che hanno provocato la prima reazione».

Pelle, alcune sostanze la irritano di più

La dermatite allergica da contatto può essere causata dal contatto con sostanze che, in genere, sono presenti in materiali di uso comune, specie in prodotti usati per lo più da donne, come creme, tinte per capelli, cosmetici e profumi. «Metalli come nichel o cobalto, il lattice, componenti dei tessuti quali collanti, coloranti, piante o conservanti – continua l’esperta – sono tra le sostanze che maggiormente possono causare la dermatite allergica da contatto. Sebbene possa esserci una predisposizione familiare a questo tipo di reazione, tuttavia è possibile che le sostanze che la provocano siano diverse tra genitori e figli, per esempio. Inoltre, l’allergia può manifestarsi all’improvviso, in età adulta, anche se il contatto con l’allergene è avvenuto più volte fin da piccoli. Altra cosa è invece la dermatite irritativa da contatto – sottolinea la dottoressa Piona – che, a differenza della prima, non induce risposta immunologica e si manifesta come un’irritazione cutanea di solito acuta e localizzata. Esempi di fattori scatenanti in questo caso sono i solventi e i detergenti aggressivi o altre sostanze chimiche. La reazione dipende dalla concentrazione e il tempo di esposizione a tali sostanze. In entrambi i casi, le dermatiti possono favorire infezioni da batteri e funghi dal momento che la pelle, normale barriera del corpo verso l’esterno, è stata alterata nella sua integrità».

Dermatiti da contatto: terapie e test

«Quando la dermatite è in fase acuta – prosegue la dottoressa Piona – il trattamento è mirato ai sintomi. L’intervento congiunto di dermatologo e allergologo aiuta a dare al paziente la terapia specifica che può prevedere creme steroidee ad uso topico, cioè da usare sulle zone colpite dalla reazione cutanea, da applicare per qualche giorno. Il ricorso a creme emollienti può essere utile a idratare la pelle, ripristinarne il naturale rivestimento di grassi e a lenire l’infiammazione. Quando necessario, possono essere prescritti anche antistaminici orali o cortisone, ma anche antibiotici o antimicotici per contrastare eventuali infezioni batteriche o fungine. Quando la manifestazione acuta è stata risolta, si procede all’individuazione della sostanza e delle sostanze responsabili, grazie al patch test che consiste nell’applicazione sul dorso del paziente di cerotti contenenti minime quantità delle sostanze allergeniche più note. I cerotti devono restare a contatto con la cute un tempo sufficiente a stimolare una reazione, che di solito è compreso tra le 72 e le 96 ore. Lo specialista, levandoli, può così capire quale sostanza ha attivato il sistema immunitario e consigliare al paziente i modi per evitare di venirne ancora in contatto. In caso di dermatite allergica da contatto – conclude la dottoressa Piona i pazienti dovranno fare molta attenzione sia alle etichette dei prodotti sia all’esposizione ad freddo o al caldo, evitando il più possibile la disidratazione».

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