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Risonanza magnetica del cuore: quando e a cosa serve?

La risonanza magnetica cardiaca (RM del cuore) è un esame di approfondimento diagnostico oggi fondamentale nello studio dettagliato delle patologie cardiache e delle valvole cardiache.

Ne parliamo con il professor Marco Francone, Responsabile dell’Unità Operativa di Imaging Cardiovascolare presso l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas Rozzano e con la dottoressa Federica Catapano, medico di Radiologia Diagnostica e ricercatrice universitaria presso Humanitas University. 

RM del cuore: cos’è, a cosa serve e quando si esegue? 

La RM del cuore è un esame minimamente invasivo e non doloroso che usa un campo magnetico di elevata intensità diretto al cuore per ottenere informazioni e immagini dettagliate ad alta definizione della struttura anatomica, forma (morfologia) e funzionalità del muscolo cardiaco. Si tratta di di un esame imprescindibile, con un elevato profilo di sicurezza, non doloroso né pericoloso per il paziente, indicato nello studio e approfondimento diagnostico di gran parte delle patologie cardiache e vascolari, e delle valvulopatie, ovvero le patologie che interessano le valvole cardiache. Inoltre, eseguita con mezzo di contrasto, la risonanza magnetica cardiaca è l’unica metodica in grado di evidenziare i danni strutturali del cuore avvenuti, anche in passato, a seguito di infarto, miocardite, pericardite.

In generale, la RM cardiaca può essere prescritta per tutte le persone ad eccezione delle donne al primo trimestre di gravidanza, mentre per alcune persone portatrici di pacemaker,  dispositivi ad attivazione magnetica (elettrodi e neurostimolatori), protesi o parti metalliche, può essere prevista una valutazione preliminare da parte del medico radiologo per valutare l’idoneità all’esame.

Come si effettua la Risonanza magnetica cuore?

La RM del cuore è un esame indolore e non invasivo, che si svolge con il paziente disteso supino su un lettino e con l’applicazione di elettrodi per il monitoraggio del battito cardiaco sul torace. Durante l’esame, che richiede in media circa 30-40 minuti, il tecnico di radiologia o il medico radiologo, sempre presenti, possono chiedere al paziente di trattenere il fiato per 10 secondi, al fine di ottenere immagini senza artefatti da movimento del torace durante la respirazione. Il medico, inoltre, potrebbe ritenere necessaria la somministrazione per via endovenosa di un mezzo di contrasto, che prevede l’inserimento di un ago sottile, in genere, in una vena del braccio del paziente.

RM cuore: i criteri di utilizzo 

I criteri di utilizzo della Risonanza magnetica cardiaca sono stati definiti in un documento, pubblicato su Radiologia Medica e su Journal of Cardiovascular Medicine, e curato dal professor Marco Francone in collaborazione con la Società Italiana di Radiologia Medica e Interventistica (SIRM) e la Società Italiana di Cardiologia (SIC). Obiettivo della pubblicazione è di fornire ai medici le principali informazioni sull’utilizzo appropriato della risonanza magnetica nella diagnosi delle patologie cardiache e delle valvulopatie, chiarire gli scenari clinici in cui la RM cardiaca è fondamentale e i possibili risultati dell’analisi. 

Il documento ha permesso di definire criteri di utilizzo codificati a livello nazionale, a esclusivo beneficio della salute dei pazienti, grazie a un lavoro congiunto di specialisti radiologi e specialisti cardiologi di Humanitas, in modo da fare chiarezza sull’adeguato utilizzo della risonanza magnetica al cuore nella pratica clinica.

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