Compare silenziosa, senza grossi segni evidenti e in assenza di dolore. Eppure, piano piano, inizia a notarsi una differenza dell’altezza delle spalle e delle scapole, una diversa forma dei fianchi, uno squilibrio del tronco verso destra o sinistra. «Con queste alterazioni posturali – spiega la dottoressa Maria Petruzzi, ortopedico della colonna vertebrale, dell’Ambulatorio Scoliosi e Ipercifosi di Ortopedia della Colonna 3 di Humanitas San Pio X – ecco che la scoliosi fa la sua comparsa. La scoliosi, che implica una deviazione della colonna vertebrale, nella maggior parte dei casi (80%) è di tipo idiopatico, ossia priva di cause note, anche se si pensa sia associata a fattori genetici, disturbi sistemici, alterazione della sintesi di alcune proteine. Nel resto dei casi (20%), la scoliosi è secondaria ad altre patologie, infatti può essere associata per esempio a malattie neurologiche o a deformazioni vertebrali presenti sin dalla nascita».
Attenzione ai periodi di scatto di crescita
«La scoliosi idiopatica di solito si manifesta nei periodi di crescita veloce: tra i 6 e i 24 mesi dalla nascita, tra i 5 e gli 8 anni e soprattutto durante l’adolescenza, a partire dagli 11 anni – continua l’esperta -. É proprio questo il periodo più “delicato” per la scoliosi, dato che è durante la pubertà che avviene lo scatto di crescita più importante caratterizzato dall’allungamento degli arti e la temporanea sproporzione del corpo con arti più lunghi rispetto al tronco che rimane più corto. Dopo questa fase, anche la colonna vertebrale subisce un veloce processo di crescita e con essa anche la scoliosi procede velocemente, e qui può manifestarsi con le alterazioni posturali che la caratterizzano. Per questo, se si osservano cambiamenti nella postura, è meglio rivolgersi immediatamente all’ortopedico specializzato nella colonna vertebrale che, durante la visita ortopedica, analizzerà le alterazioni posturali. La scoliosi, infatti, si caratterizza con il “gibbo”, una protuberanza a livello del tronco che corrisponde alla curva della scoliosi. La curva viene misurata con uno strumento apposito (scoliometro) mentre il paziente assume la posizione flessa in avanti. Se alla fine della crescita ossea la curva di scoliosi supera la soglia critica di 30-50 gradi si ha una maggiore probabilità di aumento della curva in ’età adulta, con essa aumenta il rischio di sviluppare problemi di salute, problemi estetici e limitazioni del movimento con associato dolore. In caso di sospetta scoliosi l’ortopedico richiederà una radiografia della colonna vertebrale per confermare o meno la diagnosi. L’obiettivo primario della diagnosi precoce della scoliosi è evitare l’intervento chirurgico, ma molto importante è anche migliorare l’estetica sin da subito, evitare il dolore e le disabilità in età adulta e quindi migliorare la qualità della vita».
Via quindi al trattamento e al monitoraggio costante
«Il trattamento della scoliosi dipende dall’età del paziente in cui si fa diagnosi, dalla maturità ossea, dal grado della curva della scoliosi e dalla sua rigidità. Nonostante le indicazioni terapeutiche variano da caso a caso, in generale le opzioni principali consistono in:
- esercizi mirati prescritti dallo specialista per correggere la curva
- corsetti specifici da indossare, in associazione con gli esercizi
- chirurgia, ma solo nei casi più gravi
Dopo il trattamento, il monitoraggio da parte dello specialista è fondamentale, per evitare che la curva della scoliosi peggiori nel tempo. Anche il paziente ha un ruolo centrale – conclude la dottoressa Petruzzi – dato che deve aver cura di mantenere una postura adeguata, imparata con gli esercizi di autocorrezione, per evitare che le alterazioni della postura finiscano per causare una precoce degenerazione delle strutture della colonna vertebrale».
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