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Sempre stanchi anche di giorno? Una condizione da non sottovalutare

Davanti alla schermo del pc durante una riunione le palpebre si appesantiscono, dopo pranzo la voglia di un riposino è grande pur non avendo fatto un pasto abbondante, alla guida diventa difficile concentrarsi e non chiudere gli occhi, nonostante i tanti caffè. «Se stanchezza e sonnolenza ci accompagnano durante il giorno da qualche tempo, potrebbe voler dire che è arrivato il momento di consultare lo specialista – spiega la dottoressa Anna Losurdo, neurofisiopatologa di Humanitas San Pio X -.

Infatti, ripetersi che si tratta semplicemente del cambio di stagione, del periodo “un po’ così”, e che tutto passerà prima o poi, può non bastare a ritrovare le energie e la concentrazione. La stanchezza di giorno, la cui origine è spesso nella mancanza di un buon riposo notturno, oltre a ripercussioni negative sulla salute e sulla sicurezza nello svolgimento delle incombenze quotidiane, può compromettere anche il benessere nelle relazioni sociali, già messe a dura prova dalla situazione di pandemia che stiamo vivendo».

Troppi sbadigli diurni: cosa nascondono?

«La condizione di stanchezza e sonnolenza durante il giorno spesso nasconde altre problematiche – chiarisce l’esperta – come depressione, stress, ansia o patologie. Tra queste ultime, la presenza di dolore cronico, diabete, alterazioni dei livelli di sodio, narcolessia, ipotiroidismo, ipercalcemia o l’assunzione di alcuni farmaci (antistaminici e tranquillanti) possono favorire quella che viene chiamata eccessiva stanchezza diurna o ESD.

Stanchezza e sonnolenza diurna quindi possono non essere situazioni temporanee, ma campanelli d’allarme del nostro organismo che potrebbero rivelare la presenza della sindrome delle apnee ostruttive del sonno. In Italia questa sindrome colpisce più di 4 milioni di persone, sia uomini che donne, di età compresa tra i 30 e 60 anni. Si manifesta con apnee notturne, ovvero l’arresto per circa 10 o più secondi della respirazione durante il sonno, spesso accompagnate da russamento profondo, causando dei microrisvegli continui che frammentano il riposo e non lo rendono efficace al fine del recuperare le energie fisiche e mentali che servono durante il giorno per tutte le nostre attività. Per risolvere stanchezza e sonnolenza è importante parlarne al proprio medico e rivolgersi a uno specialista».

Cosa fare per tornare a dormire bene

«Per individuare il rimedio più adatto alla propria situazione va sempre consultato lo specialista del sonno – conclude la dottoressa Losurdo -, per valutare anche con esami (ad esempio, la polisonnografia), la presenza di apnee notturne. Una volta stabilita la causa, verranno valutati gli interventi sullo stile di vita del paziente o la terapia di tipo medico, che può includere, se possibile, anche sospendere o modificare l’assunzione di certi farmaci. In generale, per cercare di migliorare la qualità del sonno, si può:

  • stabilire dei ritmi di sonno il più possibile regolari (andare a letto e svegliarsi alla stessa ora)
  • evitare di cenare a ridosso dell’ora di coricarsi
  • mantenere la temperatura della stanza non troppo elevata o eccessivamente fredda (18-19 gradi)
  • non assumere sostanze eccitanti (tè verde, caffè, ginseng etc.)  già dal primo pomeriggio
  • spegnere TV, PC e telefono almeno mezz’ora prima di andare a dormire
  • assumere rimedi che possono favorire un buon sonno (passiflora, valeriana)»
Neurofisiopatologia

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