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Sindrome della morte in culla (SIDS): l’ECG aiuta a ridurre il rischio

A pochi giorni dalla nascita, un semplice elettrocardiogramma (ECG) può permettere al cardiologo pediatrico di individuare patologie cardiache gravi per il neonato che possono essere associate anche a SIDS, la sindrome della morte in culla. 

Ne parliamo con la dottoressa Daniela Massari, cardiologa pediatrica di Humanitas San Pio X.

In che modo un ECG può ridurre il rischio di SIDS?

L’ECG entro il primo mese di vita del neonato si è rivelato determinante nel rilevare alcune cardiopatie congenite silenti sfuggite allo screening prenatale, ma è anche uno strumento utile nell’identificazione delle aritmie e nella diagnosi delle anomalie elettriche a elevato rischio di aritmie minacciose. Tra queste, la sindrome del QT lungo, un disturbo del ritmo cardiaco su base genetica che si manifesta con sincopi ricorrenti o arresto cardiaco improvviso conseguente a una tachicardia scatenata da stress emotivo, sforzo fisico o dal sonno, oppure la sindrome di Brugada, una malattia genetica rara e spesso asintomatica che può provocare aritmie ventricolari fatali, in alcuni casi associata a morti improvvise del lattante classificate come SIDS.

Cosa fare se c’è il rischio di anomalie del ritmo cardiaco?

Se l’ECG effettuato tra il 25 esimo e il 45 giorno dalla nascita evidenzia la presenza per esempio di una sindrome del QT lungo, il neonato e la sua famiglia dovrebbero essere sottoposti ad ulteriori accertamenti. Se la diagnosi venisse confermata, il piccolo dovrebbe essere avviato ad una terapia medica con beta bloccanti, che non guariscono la malattia ma controllano le aritmie minacciose che ad essa sono connesse.

Ma l’ECG potrebbe anche più semplicemente evidenziare una irregolarità del battito cardiaco. In questo caso sarebbe opportuno effettuare un holter cardiaco per quantificare  le aritmie e un’ecocardiografia color doppler per escludere che a sostenerla ci sia una anomalie delle strutture cardiache.

Nelle rare volte in cui l’ECG consente invece di sospettare una malattia congenita del cuore, l’effettuazione dell’elettrocardiogramma è in grado di fugare ogni dubbio.

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